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CHE FA DI NOTTE LORENZETTO? LE PULCI AI GIORNALI – DILEMMA SUL GRADO DI PARENTELA TRA IL NUOVO PRESIDENTE DELL’ISS, ROCCO BELLANTONE, E GIOVANBATTISTA FAZZOLARI. IL MEDICO DICE A “LA STAMPA”: “È DI QUINTO GRADO, ABBIAMO SOLO UN BISNONNO IN COMUNE”. MA SE I DUE HANNO UN BISNONNO IN COMUNE SIGNIFICA CHE SONO PARENTI DI TERZO GRADO – “LA VERITÀ”: “REMUZZI: ‘L’AREAZIONE FA LA DIFFERENZA”. CHE COSA SARÀ L’AREAZIONE? UNA MANCANZA DI REAZIONE? - PER “IL RESTO DEL CARLINO” ISERNIA È IN BASILICATA...

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi” (http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)

 

GIOVANBATTISTA FAZZOLARI A CINQUE MINUTI

Il grado del cugino è la controversia della settimana. Paolo Russo sulla Stampa intervista il professor Rocco Bellantone, designato a succedere a Silvio Brusaferro alla guida dell’Istituto superiore di sanità. Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, era stato segnalato dal Corriere della Sera quale suo potentissimo parente e protettore, in quanto «sono cugini di primo grado», come assicurato da Margherita De Bac (12 settembre, pagina 11). Sin dal titolo della Stampa la questione del grado di cuginanza affiora potente: «Fazzolari? Un lontanissimo cugino».

 

rocco domenico alfonso bellantone foto di bacco (3)

A domanda il professor Bellantone più precisamente risponde: «Questa cosa della parentela mi fa un po’ ridere visto che è di quinto grado: abbiamo solo un bisnonno in comune». Da professore votato alla scienza, Bellantone è andato a spanne e Russo se l’è bevuta. Se Fazzolari e Bellantone hanno un bisnonno in comune, significa che sono figli di cugini, e in quanto tali sono cugini di terzo grado e parenti collaterali di quinto grado. Lo dice la legge, che non è un’opinione. Come scrisse in francese Lev Tolstoj in Guerra e pace, «le coisinage est un dangereux voisinage», la cuginanza è una pericolosa vicinanza, anche se non precisò fino a quale grado.

 

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il giorno, morto a pavia, tragedia sulle dolomiti

Titolo dal sito della Repubblica: «Brandizzo, parla la capostazione che disse “no” ai lavori per tre volte: “Ho fatto solo il mio dovere”». Sotto, c’è una foto in cui appaiono solo un uomo e una donna. Ecco la didascalia: «A sinistra, Vincenza Repaci, la funzionaria di Rfi che si è rifiutata di dare il via alla squadra di operai morti a Brandizzo». Senza quell’«a sinistra» chissà come avremmo fatto a distinguerla (e comunque nella foto la donna sta a destra).

 

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Sommario di un titolo della Verità: «Remuzzi: “L’areazione fa la differenza”». Che cosa sarà l’areazione? Una mancanza di reazione? Perché, se invece è la ventilazione, si scrive aerazione.

 

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la stampa, autunno terminato il primo settembre

 

Titolo dal sito del Giorno: «Morto a Pavia il chirurgo vascolare Pier Nicola Palmieri: tragedia sulle Dolomiti». Aveva ragione il cronista del Gazzettino che nell’agosto 1954 fu spedito in camicia bianca e farfallino nero a Borgo Valsugana, dov’era morto Alcide De Gasperi. Vi trovò altri due inviati speciali, i famosi Mino Monicelli e Alfredo Todisco, e disse loro: «Tutto tranquillo, tutto regolare. Nessun dramma. Me par che l’unica cosa xé de focalisar el servizio su la salma». Di fronte allo stupore dei colleghi, precisò: «Ero alla Mostra del cinema di Venezia. I me ga catapultà qua par el funeral. El giornalismo xé le montagne russe de l’inteleto».

 

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Federico Mellano sul sito della Stampa: «L’estate del 2023 non vuole finire. Sebbene l’autunno meteorologico sia terminato il 1° settembre, in questi giorni le temperature mostrano connotati decisamente estivi». Proprio vero: non ci sono più le mezze stagioni, e neppure le stagioni meteorologiche.

 

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il giorno, segre a milano, anzi a pesaro

Titolo dal sito del Giorno: «Liliana Segre a 93 anni a Milano: “La vita è sempre un’emozione”». Sommario: «Liliana Segre, deportata ad Auschwitz nel 1944, festeggia i suoi 93 anni a Pesaro». Il famoso dono della bilocazione.

 

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Occhiello di un titolo sulla prima pagina della Verità: «Il contributo alle “Tavole di Assisi” di Ettore Gotti Tedeschi». La due giorni umbra è un’iniziativa del banchiere che ha presieduto lo Ior? No? Allora bisognava scrivere: «Il contributo di Ettore Gotti Tedeschi alle “Tavole di Assisi”».

 

la repubblica, la donna a sinistra

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Dal Corriere della Sera alla Repubblica, passando per Il Sole 24 Ore, non vi è stato un solo quotidiano nazionale, fra quelli che hanno dedicato mezze paginate alla scomparsa di Flavio Repetto, che si sia ricordato di una singolare attività collaterale del novantunenne patron di Elah e Dufour e del cioccolato Novi («Svizzero? No, Novi»). Sul finire degli anni Novanta, l’imprenditore dolciario ligure divenne presidente e azionista di maggioranza della Marietti, storica casa editrice d’ispirazione cattolica, al cui nome aggiunse 1820, per ricordarne la data di fondazione.

 

Repetto investì nel suo rilancio oltre 6 miliardi di lire e ingaggiò come amministratore delegato uno dei più esperti manager del settore, Giovanni Ungarelli, ex dirigente della Mondadori e della Rizzoli. Nel 2017 il marchio Marietti 1820 e il relativo catalogo furono rilevati da Edizioni Dehoniane Bologna, che quest’anno li ha ceduti al gruppo Il Portico spa, pure ubicato nella città felsinea (due dettagli sfuggiti al Resto del Carlino, il quotidiano dell’Emilia Romagna). Unica eccezione, nella smemoratezza della stampa nazionale, Il Secolo XIX, e pour cause, visto che si stampa a Genova: 7 righe in tutto.

 

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il resto del carlino, isernia spostata in basilicata

Tra le province in cui il Covid «cresce di più», il sito del Resto del Carlino segnala quelle «della Basilicata (Matera e Isernia)». Ci pareva che Isernia fino a ieri fosse nel Molise, ma ci fidiamo dei colleghi bolognesi, che vivono più a sud di dove abitiamo noi.

 

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Enea Conti sul Corriere della Sera intervista lo psicologo Adolfo Morganti, fondatore della casa editrice Il Cerchio, che ha sede a Rimini, il quale si è aggiudicato i diritti di pubblicazione del libro Il mondo al contrario di Roberto Vannacci: «Io non conoscevo affatto il generale Vannacci. Mi sono incuriosito, ho comprato il libro su Amazon. Un disastro per la grafica da scuola media e l’assenza di editing». «Però lo ha apprezzato», stuzzica Conti.

 

«È immediato, ci sono opinioni condivisibili e non», risponde l’intervistato. Ecco, diremmo che per l’editing Vannacci si è messo nelle mani della persona giusta, se Morganti scrive come parla. (L’avverbio negativo olofrastico – così chiamato perché, da solo, costituisce un’intera frase – è soltanto no. Infatti Elio Vittorini , scrittore ma anche imbattibile curatore editoriale, intitolò il suo romanzo Uomini e no. Pertanto Morganti avrebbe dovuto dire: «Ci sono opinioni condivisibili e no»).

la verita??, l'areazione

 

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Titolo dal sito della Repubblica: «L’ultimo video diventa una prova. E potrebbe esserci nuovi indagati. Poco prima di essere travolti, Laganà: “Non abbiamo l’interruzione, ancora”». Ma in redazione hanno assunto Quelo, il santone di Corrado Guzzanti?

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