DA FABIO A FABIO - FABIO VOLO E’ LA VERSIONE 2.0 DI FABIO FAZIO? - “HO SCRITTO 6 LIBRI, 6 BEST SELLER. NON SI PUÒ PARLARE DI FENOMENO, UN FENOMENO NON DURA 12 ANNI”: LA COSA DAVVERO PREOCCUPANTE È CHE HA RAGIONE - COMINCIÒ A MTV, POI LE IENE, INFINE DIVENNE SCRITTORE, E CON IL BUONISMO FIGHETTO E LE FRASI SCONTATE OGGI SE LO LITIGANO IN TV...

Di Elena Martelli per Il Venerdì - "La Repubblica"

"Ha visto che nel mio ultimo libro si faceva tanto sesso e che Cinquanta sfumature di grigio, il best-seller dell'anno, è sul sesso? Ho le antenne, io. Non sono intelligente ma ho un istinto animale. Fiuto le cose".

Sarà per questo motivo che, quest'anno, il Festival della filosofia di Modena, Carpi e Sassuolo pochi giorni fa ha invitato Fabio Volo. I filosofi, si sa, sono eccentrici, o forse hanno bisogno di allargare il loro bacino d'utenza senza avere troppi pregiudizi.

Come non ne ha mai avuti il mondo del cinema che, dice Volo, l'ha fatto sentire dal primo film "uno di loro", a differenza di certi intellettuali che, manco fossero Giacobbo, stanno ancora lì a interrogarsi sul mistero del "fenomeno" editoriale Fabio Volo. "Ho scritto sei libri, sei best-seller. Fenomeno è una parola sbagliata. Un fenomeno non dura dodici anni" dice controllando l'irritazione.

"Fino a che facevo lo scemo alle Iene e andavo nudo a intervistare la Marcuzzi, ero il simpatico della tv. Poi ho avuto questa idea blasfema di scrivere libri. Tutti lo fanno, conduttori, dj, ma il problema è aver venduto. Io, che vengo da Brescia, ho fatto il panettiere perché sono figlio di panettiere e non penso di essere Ammaniti, è come se dovessi sempre scusarmi".

Per rallegrarsi, alla faccia degli addetti ai livori, di essere stato chiamato tra i filosofi, ha autoironicamente twittato: "Tranquilli, ho appena parlato con la segreteria
del festival. Sono addetto al catering... Ci è mancato poco, ma la cultura è salva".

Intanto, in attesa del settimo libro, che inizierà a scrivere a febbraio, la tv sembra aver acquistato un nuovo Fabio Fazio. Questo è infatti l'elemento interessante dell'evoluzione di Volo in tv: dall'anno scorso, da quando è approdato a Rai 3 con Il Volo in diretta - che ritorna quest'anno sulla stessa rete dal 9 ottobre: martedì, mercoledì e giovedì in seconda serata - l'ex iena si allena a essere una variazione sul tema del fabiofazismo in chiave Saviano.

"Dice che stanno tirando su volti nuovi?" ironizza lui. Certo è che, come Fazio, Fabio Volo in questa sua tv della maturità segue un'idea di tv social/educativa che, nella liturgia dei buoni sentimenti - con i post-it attaccati nel finale del programma e snocciolati come una sequenza di frasi sentimentali alla Prévert - ha l'ambizione di raccontare il mondo e di immaginare un futuro migliore.

Come Fazio, Volo ricorre alle figure di eccellenza, in un misto di icone alte e basse, che, come l'altro, porta in tv vestendo i panni dell'umile servitore del piccolo schermo. Uno ha già una chiesa, l'altro la sta costruendo.

Il culto, per entrambi, ha radici popolari: Fazio ha iniziato con la tv della nostalgia, Volo con quella giovanilista di Mtv. Fabio Volo, 40 anni quest'anno, nel mezzo del cammin della sua vita, ha deciso di puntare alto, andando dagli oracoli dei nostri tempi, come Chomsky e Rifkin. E, come Fazio, è anche lui definito buonista.

"Mi prendono in giro per i post-it. Non mi offendo. Quando avrò 70 anni, ripensare a tutto sarà divertente. Non sono rancoroso. Faccio una vita che non mi aspettavo. Ho comprato casa ai miei, li ho potuti mandare in pensione cinque anni prima, capisce che del resto poco importa?".

Insomma si sente o no il nuovo Fazio? "Fazio è bravissimo. Ritornare in tv su Rai 3 è stato come entrare in un tempio. E ci sono entrato io... Se non avessi toccato certi argomenti, parlando la lingua del pubblico di Rai 3, quello mi avrebbe rifiutato. Allo stesso tempo devo trascinare anche il mio pubblico, che tendenzialmente non sa che esiste Rai 3".

Qualche critico tv ha scritto che lei fa domande alla Marzullo. "Alcuni critici sono come alcuni blogger che sull'offesa costruiscono il proprio personaggio. Però li capisco. Mi viene bene tutto quello che faccio e ho la terza media. Ci sono fior di laureati che non trovano lavoro. I miei nonni avevano la terza elementare, i miei la quinta, io e mia sorella la terza media. Quando avrò un figlio e andrà all'università quella sarà la generazione del mio albero genealogico finalmente degna di potersi esprimere".

Sua sorella che lavoro fa? "Normale, quando lo trova". Perché non lavora con lei? "Non vuole. Sono dignità strane da raccontare, quelle dei miei. Se vado in vacanza con loro non li ospito in un hotel a cinque stelle. Hanno una loro realtà, che non ho mai voluto violentare. Per quanto sia meno ricca dal punto di vista economico, è perfetta così. Se porto a casa il miele buono, mia mamma me lo rimette in borsa. Se porto una bottiglia da 300 euro, mi dice: "Aprila con i tuoi amici, è sprecata per noi"".

Il riscatto sociale è stata la sua molla. Ora che è ricco, come spende i soldi? "Pur venendo da una famiglia dove i soldi erano il problema e io, di fatto, me ne sono andato da Brescia in cerca di fortuna per aiutare i miei genitori, non ho mai avuto né il fuoco sacro per lo spettacolo né il trip dei soldi. Altrimenti accetterei le pubblicità che mi offrono. L'ultima proposta era attorno al milione di euro... Con i soldi ho fatto mutui per piccole case. Non ho la smania di apparire con gli status symbol che servono in provincia per essere qualcuno. Ma se domani mio padre ha bisogno di una clinica, lo porto senza pensarci un attimo".

Che bravo ragazzo. "Se sei cresciuto in una casa con i mobili in formica rotti, quando hai soldi è un attimo perdersi. Ma c'è anche l'educazione. I miei sono di quelli che tengono la tv bassa per non disturbare i vicini. Hanno quel rispetto tipico della provincia, che significa stare al proprio posto. Ecco, nonostante all'inizio della mia carriera abbia costruito un personaggio spudorato, io ho pudore".

Rispetto al suo ex socio iena Andrea Pellizzari è emerso lei... "Perché mi sono preso dei rischi. Quando fai Le Iene, anche se sei idiota, sembri intelligente. Quel vestito ti dà e ti toglie. Ma me lo sono tolto forse troppo presto".

A giudicare dai risultati no...
"Sono un battitore libero. Né di sinistra né di destra. Non sono qualunquista, ma nemmeno tifoso. Non riesco a dire sì a tutto ciò che dice Bersani. Ogni volta valuto. Sono un progressista riformista con attitudine a sinistra. Sul lavoro, invece, sono di destra. Mi piace la leadership forte. Ma non subisco le autorità dei superiori. Non mi spaventa nessuno e parlo con tutti, come diceva mia madre, "in modo educato".

A giugno sembrava avesse chiuso con Radio Deejay, ora pare che torni a gennaio, quando uscirà il suo nuovo film, Studio illegale di Umberto Carteni.

"Con Linus ho avuto conflitti in questi anni, si sa. Ma non ho litigato. Magari ci torno l'anno prossimo, ma il mio sentimento è altrove. Era il mio sogno Radio Deejay, poi è diventata un dovere. Ho bisogno di lavorare con gente più brava di me. Come diceva Cecchetto, il successo è un lavoro".

Cecchetto, lo cita sempre. "Quando mi prese, mi disse: "Sei simpatico. Se rimani in radio come sei nella vita, va bene". E subito dopo: "Ora stai qui e fai la pianta grassa per una settimana". Mi ha insegnato le basi. Ora il tirocinio in tv, senza più il vivaio che è stata Mtv, non esiste. Le radio prendono i personaggi dalla tv, il cinema pure. Ma dove si fa palestra, oggi? Nei reality, però quelli non vogliono studiare, né fare gavetta. Chi c'è in radio di nuovo, adesso?".

 

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