fabri fibra

COSA FA UN RAPPER A 40 ANNI? SE SI CHIAMA FABRI FIBRA, APPARECCHIA UN GRANDE RITORNO PLAGIANDO ‘PHENOMENON’ DEL RAPPER LL COOL J, ATTACCA LA MAMMA, E PRENDE PER IL CULO FEDEZ: ‘IN OGNI CIRCO C’È BISOGNO DI UNA SCIMMIA CHE BALLA’ - VIDEO

 

 

VIDEO - FABRI FIBRA: ‘FENOMENO’ (2017)

 

 

 

VIDEO - LL COOL J: ‘PHENOMENON’ (1997)

 

 

 

 

FABRI FIBRA, RAP CONTRO LA MAMMA E IL FRATELLO NEL NUOVO «FENOMENO»

 

Andrea Laffranchi per www.corriere.it

 

La mamma non si tocca. Figuriamoci in una canzone. Al limite la si celebra. L’unico a provarci era stato Eminem, ma in Italia si sa, siamo mammoni. A rompere il tabù è Fabri Fibra. Nel nuovo album «Fenomeno», esce venerdì, c’è una canzone in cui il bersaglio è sua madre. Nelle rime di «Ringrazio» si legge di botte ricevute «fino a quando non usciva il sangue» e «cattiverie per farmi male».

fabri fibrafabri fibra

 

Uno sfogo tenuto dentro anni. Una tensione che alla fine è esplosa. Con la forza delle rime in stile Fabri Fibra. È tutta la famiglia Tarducci a uscirne male. «Nessun aiuto» è per il fratello Nesli, esordi da rapper e oggi cantautore. «Preferisco i tuoi primi testi/ Non avevi tutta la pressione che adesso ti mette mamma/ E sentirti parlare d’amore un po’ mi stanca». «Lui mi ha sempre attaccato e io non ho mai risposto. Non potevo più non affrontare il problema».

 

E la mamma?

«Tipica situazione italiana: la famiglia schiaccia i ragazzi, i genitori cercano la propria realizzazione attraverso i figli e così si creano danni enormi e molte di quelle notizie che finiscono nei tg. Guarda quel ragazzo che si è suicidato dopo che la madre lo ha denunciato perché si faceva le canne. Io ho sempre vissuto male il fatto che in famiglia dovessimo salvare la facciata quando c’era la guerra mondiale in casa. La vita è un dono è non posso permettermi di tenere questa cosa dentro fino alla morte».

 

Eravamo abituati al Fibra che filtrava quello che vedeva attorno. In questo album si guarda molto dentro...

«Crescendo si tirano le somme. A 20 anni fai il bullo. A 30 dici adesso o mai più. A 40 anni metti tutto in prospettiva. Se sei un artista vero devi tirare fuori le palle, i sentimenti e il malessere che hai dentro. Se fai questo, come fecero Jim Morrison e Kurt Cobain, la musica diventa qualcosa di potente».

 

Nell’intro si chiede se valga ancora la pena rappare a 40 anni. Quindi?

«Te lo domandi quando passi tutto agosto in studio in una Milano deserta. O quando le critiche arrivano a colpire la persona. Vale la pena perché i soldi ti permettono di andare via e non impazzire per la fama».

FABRI FIBRAFABRI FIBRA

 

E lei è andato via?

«In California. Ho sentito le farfalle nello stomaco quando mi sono reso conto che, al supermercato, nessuno avrebbe il momento con un foto o un video».

 

Il 20 ottobre parte il tour, il 3 maggio sarà protagonista di «Storytellers» su Vh1 (canale in chiaro di Viacom, ndr), ma prima di tutto in questi giorni sono previsti quattro in store, selfie e autografi in cambio di un cd...

«Voglio metterci un po’ d’anima in questi incontri. Magari meno firme e foto e quattro chiacchiere in più».

 

Chi è un «Fenomeno»?

«Quando avevo 20 anni il sogno di tutti era fare il calciatore o il cantante. Ma almeno erano lavori. Adesso che il lavoro non c’è i ragazzi vedono che youtuber e fashion blogger guadagnano stando davanti a un obiettivo. Ecco i fenomeni».

 

La febbre da social non la contagia?

«La violenza nelle strade è la reazione alla frustrazione dal vedere sui social cose che non avrai mai. L’opulenza mostrata da Vacchi crea bullismo e risse nella vita reale. Il dover fare sempre bella figura crea ansia sociale. Raccontare la verità è un lusso. E l’arte è l’unico modo per farlo. La musica che non dice certe cose perde il proprio scopo».

 

Chi le dice certe cose?

«Tommaso Paradiso dei Thegiornalisti (presenti in «Pamplona» ndr) riesce a dare magia a una serata in auto. Bassi Maestro fa venire voglia di dire cose. Adele ti fa innamorare e sognare. In loro sento la verità».

Fabri FibraFabri Fibra

 

In «Red carpet» ironizza sulla nuova scena rap. Bocciati?

«I rapper di oggi non hanno contenuto perché hanno accettato la sconfitta della società e parlano solo di moda. Non credono più a nulla, del resto dopo 20 anni di Berlusconi non è rimasto nemmeno uno slogan. Dopo questa distruzione ci vorrebbe una leadership forte. Non basta Grillo. E non mi va bene nemmeno Renzi, arrivato al potere senza un voto. Però mi rivedo nella voglia di dare fastidio di questi rapper.

 

A differenza dei vari Michele Bravi che non hanno idea di cosa fare ma si vedono bene a farlo e allora fanno quello che gli dicono i vecchi, i rapper (e i cantautori indie) sono self made man che cercano di spodestare chi c’è. Non parlo di Fedez che prende i soldi dai vecchi della tv, ma in ogni circo serve una scimmia che balla».

 

Però nei suoni del disco c’è anche la trap di questi ragazzi. Come mai?

«È il suono cibernetico del 2017, la colonna sonora di questo annientamento sociale che nasce dallo scontro fra la realtà della società e l’interazione dei social network. Come Jimi Hendrix lo era per la sua generazione».

 

C’è una traccia, «Considerazioni», che è uno skit, un monologo di Roberto Saviano...

FABRI FIBRAFABRI FIBRA

«Non rovino la sorpresa, ma ci metterà davanti a un bivio. In lui vedo la voglia di sporcarsi le mani».

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