ODDIO, CI MANCAVA SOLO FRANCESCA FAGNANI IN VERSIONE MARTIRE – “TROPPI UOMINI SONO INFASTIDITI DAL DOVER INTERAGIRE SULLO STESSO PIANO CON LE DONNE” - LA CONDUTTRICE DI “BELVE” CONTINUA A CAVALCARE IL CASO MAMMUCARI (NONOSTANTE LUI ABBIA CHIESTO SCUSA E FATTO AMMENDA) - “NON SI SENTIVA PRONTO PER UNA INTERVISTA APERTA. MI HA STUPITO L'ONDATA INCREDIBILE DI AFFETTO E SOLIDARIETÀ DA PARTE DI RAGAZZE E RAGAZZI DI FRONTE A UN COMPORTAMENTO INACCETTABILE” – “NON TUTTI I PERSONAGGI CE LA FANNO A REGGERE QUEL TIPO DI INTERVISTA MA SBAGLIARE OSPITE È COLPA MIA” (ANCHE MENO, FRANCE’)
Alberto Infelise per “la Stampa” - Estratti
TEO MAMMUCARI SI INCAZZA CON FRANCESCA FAGNANI A BELVE
È domenica mattina, Roma si sta svegliando sorniona, lenta e già pronta a tutto (a patto che ci scappi un sorriso) come solo lei sa essere, sotto il suo cielo blu-inverno. Francesca Fagnani sta per salutare, poco prima che dal Gianicolo suoni il cannone per avvisare che è mezzogiorno, ma ha ancora voglia di una battuta: «Pensi che mi hanno bocciata a catechismo. Avrei dovuto fare ricorso al Tar».
Ah, lei è credente?
«Sì, sono credente, anche se non partecipo a nessuna pratica, mi mantengo in una posizione di comodo. Ma non posso pensare di non rivedere un domani mia madre: insomma, forse sono credente solo per bisogno, ma non posso farne a meno, non posso pensare che è finito tutto qua e di non rivederla mai più».
Cosa le manca di più di sua madre?
TEO MAMMUCARI SI INCAZZA CON FRANCESCA FAGNANI A BELVE
«Non c'è giorno in cui non pensi a lei. È morta nove anni fa e più di tutto mi manca la possibilità di dirle quanto la amo, perché non c'è stato tempo e modo di dirglielo abbastanza. Però la ritrovo in tutto quello che faccio, dalle ricette ad alcune tradizioni che rispetto e più di tutto al carattere che è - o spero che sia - l'eredità più importante che mi ha lasciato».
Sente ancora la sua presenza vicina, nelle cose di ogni giorno?
«Mi hanno molto colpito alcune parole del cardinal Ravasi, che in una sua riflessione ha detto che tutte le famiglie hanno posti vuoti a tavola a Natale, ma lui invitava a considerare quelle sedie vuote come altrettante presenze, anche se diverse, perché chi ci ama non ci lascia mai.
E poi noi siamo materia materna, siamo quello che abbiamo vissuto con i nostri genitori. Per questo ci pensiamo tutti i giorni. Certo, mi manca tantissimo l'opportunità di parlare con lei, anche perché non c'è una persona al mondo che si preoccupi di noi come una madre. Mi manca quel che non sopportavo di lei, la sua attenzione per come stavo, quel che facevo, se e quanto mangiavo».
Quando lei era piccola, bionda e con gli occhioni, sua madre la chiamava "il bel René", come Renato Vallanzasca. Il suo già allora era carattere deciso, dietro un aspetto, come dire, rassicurante?
«È l'atteggiamento che conta. Io non mi sento sproporzionata, sbilanciata nell'aspetto rispetto a quello che sono. E comunque mi pongo verso gli altri sempre partendo dal rispetto».
Le capita o le è capitato nel lavoro o fuori di esser trattata con poco rispetto? Spesso succede che a non averne siano uomini che non si sentono a loro agio a interagire sul piano della parità con le donne.
«Purtroppo a volte succede che non si riesca ad avere un confronto paritario. In certi casi è evidente che alcuni uomini siano infastiditi dal dover interagire sullo stesso piano con le donne».
Si è molto parlato negli ultimi giorni della sua intervista a "Belve" con Teo Mammucari: non si è trovato a suo agio e se ne è andato in malo modo. Cosa è successo?
francesca fagnani teo mammucari
«Io non volevo assolutamente metterlo all'angolo, ho preparato la sua intervista come tutte. Evidentemente lui non si sentiva realmente pronto per una intervista libera e aperta. Piuttosto mi ha stupito l'ondata incredibile di affetto e solidarietà da parte di ragazze e ragazzi di fronte a un comportamento inaccettabile. Si vede che certi modi di fare iniziano a non essere più condivisibili, specie per i più giovani».
Tra i suoi sostenitori più accesi ci sono effettivamente molti giovani, specialmente ragazze, che magari non vedono di solito la tv generalista, ma arrivano a lei tramite i social e le piattaforme. Secondo lei perché la seguono?
«Questa cosa mi inorgoglisce più di tutto, ricevere affetto e sostegno da ragazzi e ragazze mi fa un piacere enorme. Io penso che succeda perché evidentemente in qualche modo ho intercettato un linguaggio con cui parlare con loro, che li fa sentire vicini. Forse apprezzano un certo tipo di linguaggio spontaneo, diretto senza strutture. Io non è che sono proprio la "brava conduttrice" classica, faccio domande in modo diverso, non nascondo il mio stupore né le mie reazioni in generale. Sono un po' senza pudore, in questo senso, e credo questo piaccia ai giovani che non si riconoscono in certi programmi e modi di parlare un po' paludati».
Gli intervistati apprezzano il suo stile?
«Non faccio nomi, ma ci sono stati personaggi che non ce l'hanno fatta a reggere quel tipo di intervista. Io capisco la timidezza, la ritrosia, per carità. Però ci sono state certe interviste difficili e non sono mai state quelle con litigi o frizioni, ma quelle in cui l'ospite rispondeva a fatica».
Le interviste sono una danza, si fanno in due: se l'intervistato non ci mette del suo, tutto diventa legnoso. Bisogna entrare in sintonia.
«Il che non è facile, perché con l'intervistato il rapporto si stabilisce in 45 minuti, con una confidenza forzata, nel mio caso tutti e due appollaiati su uno sgabello scomodo».
Si lamentano spesso delle sue interviste?
«A dire il vero no, al contrario. Se sono in gamba escono dalla mia intervista con un'immagine migliore di quella che avevano quando sono entrati, perché mostrare le proprie ombre, le debolezze, le fatiche, li rende più vicini al pubblico che li ascolta. Io sono felice quando il giorno dopo mi mandano i messaggi dicendo che sono contenti.
All'inizio, subito dopo la registrazione, sono confusi, escono da un'intervista serrata, piena di parole e di risposte da dare prontamente. Si sviluppa un rapporto accelerato, una amicizia o una inimicizia accelerata, ma le persone vanno comunque messe nelle condizioni di rispondere al meglio, se non funziona la responsabilità è mia. Anche sbagliare ospite è colpa mia».
Alcune interviste le sono rimaste impresse?
«Quella con Claudia Pandolfi è stata speciale, è stata la personificazione del fascino. Tutti siamo un insieme di pregi, difetti e contraddizioni, di momenti di crisi che ci rendono interessanti. I fenomeni non sono interessanti, non hanno fascino, non fanno scattare identificazioni. Raccontare della propria vita in modo onesto è sempre una esposizione rischiosa, ma funziona, danno di loro un'immagine inedita che porta bene. Se arrivi senza voler fare il fenomeno è meglio. Alcuni si siedono sullo sgabello rigidi e intenzionati a difendersi, ma piano piano si allenta la protezione che uno mette in piedi, la tensione si scioglie e tutto va per il meglio».
Domani sera va in onda l'ultima puntata di questa stagione di "Belve". E la prima intervista è con un personaggio che è molto generoso nel raccontarsi.
«Sì, Lorenzo Cherubini, Jovanotti. Ha avuto con me una generosità che mi ha consentito di fare un ritratto molto profondo, è stato bravissimo. Ha raccontato tutte le difficoltà degli ultimi tempi, con sincerità disarmante.
Ma lui ha risorse interiori enormi, che lo aiutano a essere reattivo. Ha talmente coltivato il suo mondo interiore con viaggi, letture, amore per la sua la famiglia che si è creato una capacità di reazione che non tutti hanno».
Lei chiede sempre ai suoi ospiti quale sia il loro peggior difetto. E non sempre danno risposte eccezionali. Ma quando lo hanno chiesto a lei, lei ha risposto "la prepotenza". Non ha dei difetti peggiori?
«Ma la prepotenza non può essere mai un pregio, lo vivo come un modo di essere molto entrante e poco incline al compromesso. La determinazione è una cosa positiva, un pregio, ma la prepotenza no. Dopodiché non è che un difetto causi dei danni a chi ne è portatore: anche l'egoismo è un difetto, ma non è detto che danneggi chi è egoista».
Le è capitato di scoprire durante una intervista che quella persona non le stava piacendo?
«Be', non è che tutte le persone che intervisto mi piacciano. Ma tutte mi incuriosiscono. Più che altro cerco di arrivare all'intervista senza pregiudizi per formarmi un giudizio durante la conversazione. A volte è confermato, altre ribaltato rispetto a quello che mi aspettavo».
Il 21 dicembre 2018 lei ha intervistato Giorgia Meloni. Che persona ha incontrato allora?
«Meloni era la leader di un piccolo partito molto maschile ed era anche allora una leader con lo stesso piglio che ha dimostrato in seguito. In quella intervista aveva tirato fuori una grande umanità, fatta di ironia e autoironia. Era stata molto divertente e molto aperta a ricevere qualsiasi tipo di domanda».
TEO MAMMUCARI SI INCAZZA CON FRANCESCA FAGNANI A BELVE
(...)
A proposito, lei è di destra o di sinistra?
«Non mi interessa un senso di appartenenza politica. Certamente sui diritti individuali sono assolutamente spostata a sinistra. Ma per il resto mi definirei liberale».
Ci sarà una nuova stagione di "Belve"?
«Sì, ci sarà. E credo ci sarà finché capirò che c'è attesa di una nuova stagione. Ma Belve non è come un diamante, che notoriamente è per sempre. Avrà una fine: spero di accorgermene in tempo e di essere io a dire basta».
(…)
Mi sono dimenticato di chiederle che belva è.
«Un punto per lei».
Quando leggerà questa intervista si sentirà a disagio e se ne andrà (a posteriori) perché noi ci diamo del tu e l'intervista è scritta dandoci dei lei?
«In effetti potrei sbroccare».