UNA VITA DA SIR ALEX FERGUSON – “BECKHAM? VIA DAL MAN UTD PERCHE’ SI CREDEVA PIU’ GRANDE DI ME” – LA SBAGLIO DI MANCINI CON TEVEZ, IL RAPPORTO CATTIVO CON BENITEZ..

Enrico Franceschini per "La Repubblica"

Forse è la prima conferenza stampa nella storia del football in cui ai giornalisti è vietato indossare scarpe da ginnastica: si svolge in uno dei club privati per gentiluomini di Pall Mall, la più aristocratica strada della capitale. E a rispondere c'è "sir Alex", come lo chiamano tutti con deferenza, Alex Ferguson, 71 anni, 27 sulla panchina del Manchester United fino al maggio scorso, 38 trofei, tra cui 13 Premier e 2 Champions.

Adesso, dirigente dei Red Devils, pubblica la sua autobiografia in contemporanea mondiale (in Italia per Bompiani) e nella sala rimbombano domande. Anche sull'Italia: con chi si è trovato meglio tra Capello, Ancelotti e Mancini, chi dei tre gli ha regalato il miglior vino (una tradizione a fine partita)?

«Ho avuto buoni rapporti con tutti, il vino migliore me l'ha regalato Mancini, fantastiche bottiglie di Sassicaia, peccato se ne sia andato». Il vino lo avrà gustato meglio la scorsa stagione, quando si è ripreso il titolo che Mancini gli aveva strappato all'ultima giornata della precedente: la voglia di riparare l'affronto, confessa Fergie nel libro, lo ha spinto a rinviare le dimissioni, per andarsene da vincitore.

Chi sono stati il nostro giocatore e la nostra squadra più forti? «Maldini, lo volevo a Manchester, suo padre disse no. E la Juve, che per noi è stata un modello quando dominava l'Europa negli anni ‘90. Battendola in semifinale di Champions abbiamo dimostrato di essere cresciuti». Poi a ruota libera di tutto. Beckham: «È diventato un altro quando ha sposato Victoria, a quel punto abbiamo fatto bene a venderlo al Real, ma è un'icona mondiale e ha saputo rinascere al Milan e al Psg». Rooney: «Non lo facevo giocare perché non era in forma, a differenza di Beckham non è un talento naturale, deve lavorare molto per migliorarsi, ora è tornato in condizione».

La panchina della nazionale inglese: «Mi è stata offerta. Non ci ho pensato 10 secondi: come sarei tornato in Scozia?». E il suo successore David Moyes: «Ha avuto una partenza difficile ma successe anche a me nel primo anno, lo United è bravissimo a recuperare nel finale, può ancora vincere. David è in gamba, lo sosteniamo tutti, farà bene». Se lo dice sir Alex, chi può contraddirlo?


FERGUSON: BECKHAM VIA PERCHE' SI CREDEVA PIU' GRANDE DI ME
Da "repubblica.it"

"Beckham e' andato via dal Manchester United perche' si credeva piu' grande del manager". E a quei tempi, come negli ultimi 26 anni, il manager dei "red devils" era Alex Ferguson che oggi ha presentato la sua autobiografia, affrontando diversi temi e tornando sul discusso addio dello "spice Boy" (con tanto di lite con "Sir Alex") dal Manchester United. "David e' stato l'unico giocatore che ha scelto di essere famoso al di fuori dal calcio, per lui era una missione e io mi sono sentito a disagio nel gestire questo aspetto della sua vita, la sua celebrita'", ha proseguito Ferguson che poi ha parlato anche della sua lite nello spogliatoio con Beckham, dopo la sconfitta in FA Cup contro l'Arsenal.

"Era a circa 12 metri da me, a terra c'era una fila di scarpe, ne ho calciata una e l'ho colpita proprio sopra l'occhio, poi i compagni lo hanno fermato perche' stava venendo verso di me. Il giorno dopo la storia era sui giornali e fu allora che ho detto al club che Beckham doveva andar via".

Dopo Beckham, che secondo "Sir Alex" "e' cambiato dopo il matrimonio", ma che comunque merita tutta la sua "stima per quello che e' stato capace di fare", Ferguson ha cresciuto e lanciato un altro grande numero 7: Cristiano Ronaldo. "Il giocatore piu' dotato che ho avuto al Manchester e ne ho avuto tanti. Gli unici che possono avvicinarsi a lui sono Paul Scholes e Ryan Giggs, sono cresciuti con noi e hanno contribuito in modo prodigioso ai successi del Manchester United per due decenni".

Ferguson rivela che ha rifiutato due volte la panchina dell'Inghilterra, senza pensarci piu' di tanto, poi racconta che per lui "la Juventus di Marcello Lippi e' stata fonte di ispirazione, era una squadra da prendere come modello ed esempio da seguire e quando riuscimmo a batterla per noi fu molto importante".

Da quel momento arrivarono tanti trofei per il suo Manchester United che aveva tra i leader della squadra, Roy Keane, l'irlandese che secondo Ferguson come Peter Pan non accettava il passare degli anni e che aveva "la lingua piu' selvaggia che si possa immaginare". Ma tornando a Lippi e agli italiani, Ferguson parla bene di Ancelotti e Mancini ("Roberto mi portava sempre dell'ottimo vino, ma ha sbagliato a far giocare di nuovo Tevez dopo che Carlos se ne era andato in Argentina"), elogia Mourinho e Guardiola per la loro personalita', mentre conferma che i rapporti con Rafael Benitez, attuale tecnico del Napoli ed ex rivale alla guida del Liverpool, non erano e non sono buoni.

"Con me l'ha messa sul piano personale e ha sbagliato", ha detto Ferguson che invece apprezzava Paolo Maldini ("lo volevo nel mio Manchester United") e che rimpiange la cessione di Stam alla Lazio: "e' stato un mio errore". Ferguson parla anche di Rooney, spiega che lo scorso anno non lo faceva giocare perche' non lo riteneva in forma, ma assicura di credere "nelle sue straordinarie qualita' e nella sua capacita' di fare la differenza". "Sir Alex" smentisce anche le indiscrezioni circa un suo pentimento dopo il ritiro, assicura che non tornera' ad allenare e chiede tempo e fiducia per il suo successore, David Moyes, e per la squadra, per il suo Manchester United.

 

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