1. “ACCUSE FALSE E VERGOGNOSE”: WOODY ALLEN RISPONDE ALLE DURISSIME ACCUSE DELLA FIGLIA ADOTTIVA: “MI MOLESTÒ SESSUALMENTE A 7 ANNI, PERCHÉ L’AVETE PERDONATO?” 2. PER L’AVVOCATO DEL REGISTA SI TRATTA DI “UNA STORIA INVENTATA DA UN'AMANTE VENDICATIVA” (L’EX MIA FARROW), “GIÀ RESPINTA 20 ANNI FA DA AUTORITÀ INDIPENDENTI” 3. NELLA LETTERA, DYLAN SI RIVOLGE DIRETTAMENTE AGLI ATTORI CHE LAVORANO CON LUI E LO ADORANO: “CATE BLANCHETT, ALEC BALDWIN, SCARLETT JOHANSSON. E SE AVESSERO MOLESTATO I VOSTRI FIGLI? E TU, DIANE KEATON, CHE MI HAI CONOSCIUTO DA BAMBINA?” 4. CATE BLANCHETT, CHE GRAZIE A WOODY STA PER VINCERE L’OSCAR: “PER LA FAMIGLIA È STATO UN MOMENTO LUNGO E DOLOROSO. SPERO CHE TROVINO UN PO' DI PACE" 5. SIAMO DAVVERO PRONTI A GIRARCI DALL’ALTRA PARTE SE L’ACCUSATO È UN GENIO BRILLANTE CHE CI FA RIDERE? SUCCESSE ANCHE CON CHAPLIN E LE SUE SPOSE-BAMBINE

1 - "COSÌ WOODY ALLEN ABUSÒ DI ME AVEVO SETTE ANNI NON PERDONATELO"
Nicholas Kristof per il "New York Times", pubblicato e tradotto da "la Repubblica"

Alcune settimane fa, quando alla cerimonia dei Golden Globe Woody Allen ha ricevuto un riconoscimento alla carriera, si è acceso un dibattito che verte sull'opportunità di rendere onore a un uomo che è sì un grandissimo artista, ma anni fa è stato anche accusato di molestie sessuali su bambini.

I difensori di Allen giustamente hanno fatto notare che il regista respinge le accuse, non è mai stato condannato e dovrebbe essere presunto innocente. La gente è intervenuta esprimendosi pro o contro, ma a non essere stata ascoltata è Dylan Farrow, 28 anni, scrittrice e artista che Allen è accusato di aver molestato sessualmente.

Dylan, figlia adottiva di Allen, oggi è sposata, vive in California sotto un'altra identità e mi ha detto di essere rimasta traumatizzata per oltre vent'anni dall'accaduto. L'anno scorso, assai tardi, le è stato diagnosticato un disturbo post-traumatico da stress. Quando ha sentito che ad Allen era stato assegnato il Golden Globe, dice si essersi raggomitolata sul letto e di essere scoppiata a piangere in modo isterico.

Mentre tutti commentavano la notizia, anche lei ha deciso di intervenire. (È giusto che vi dica che sono amico di sua madre Mia e di suo fratello Ronan, ed è così che Dylan si è messa in contatto con me.) Ha scritto una lettera che ho postato nella sua forma integrale sul mio blog nytimes. com/ontheground. Ho cercato per parecchi giorni di mettermi in contatto con Allen, ma lui si è rifiutato di commentare in modo ufficiale.

Dylan scrive: «Mi ha tormentato per anni che lui l'abbia passata liscia per quello che mi aveva fatto. Ero trafitta dal senso di colpa, per avergli permesso di avvicinare altre bambine. Ero terrorizzata all'idea che un uomo mi toccasse. Ho sviluppato un disordine alimentare. Ho iniziato a infliggermi tagli da sola.

Questo tormento è stato aggravato da Hollywood. Tutti, tranne poche magnifiche persone (i miei eroi), hanno fatto finta di non vedere. La maggior parte della gente ha ritenuto più facile accettare l'ambiguità della situazione, affermare "Chi può dire che cosa è successo veramente?", fingere che non ci fosse niente di male. Nelle cerimonie di conferimento dei premi, gli attori lo esaltavano.

I network televisivi mandavano in onda la sua immagine. I critici ne parlavano nelle riviste. E ogni volta che su un poster, una maglietta, in televisione vedevo il volto di chi aveva abusato sessualmente di me, tutto quello che riuscivo a fare era soltanto nascondere la mia sensazione di panico, finché non trovavo un posto nel quale rinchiudermi da sola e crollare».

Nel 1992 esplose un'enorme tempesta in seguito all'accusa di «molestie inappropriate» - anche se ciò di cui parla Dylan è di gran lunga peggio: una violenza sessuale vera e propria. All'epoca lei aveva sette anni. Ci furono accuse e controaccuse. Un gruppo di psichiatri si schierò dalla parte di Allen, un giudice scelse di stare dalla parte di Dylan e di sua madre.

Un procuratore del Connecticut affermò che c'erano prove sufficienti a procedere a un'accusa penale nei confronti di Woody Allen, ma aggiunse che avrebbe lasciato cadere il caso per "risparmiare" Dylan. Nessuno di noi può essere sicuro dell'accaduto. Il parametro che si adotta per mandare qualcuno in prigione è ritenerlo «colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio».

E lo standard per rendere onore a qualcuno non dovrebbe essere che come minimo quel qualcuno deve essere irrefutabilmente esente da ogni accusa e, quindi, meritevole di onore? Malgrado ciò, i Golden Globe si sono schierati dalla parte di Allen, di fatto accusando Dylan di aver mentito o di non avere voce in capitolo.

Questo è il vero messaggio che troppo spesso le star del mondo del cinema, della musica e dello sport fanno pervenire alle vittime di abusi. «Lo so, tutto si riduce alla mia parola contro la sua» mi ha detto Dylan. «Per me, invece, la faccenda è chiarissima, perché io ero lì».

Le ho chiesto perché ha deciso di parlarne adesso. Lei mi ha risposto che ci tiene a mettere le cose in chiaro e infondere coraggio alle altre vittime. «Ho pensato che se non avessi detto niente, in punto di morte lo avrei rimpianto».

Queste sono faccende estremamente complesse e delicate, e una certezza assoluta non c'è mai. Tuttavia, ogni anno centinaia di migliaia di bambini e di bambine subiscono abusi sessuali e meritano sostegno e sensibilità. Quando le prove sono controverse, è davvero indispensabile balzare in piedi e acclamare un presunto molestatore?

Voglio lasciarvi con un'idea della risolutezza di Dylan, che dichiara: «Questa volta mi rifiuto di crollare. Per troppo tempo l'approvazione di cui gode Woody Allen mi ha messa a tacere. Mi sono sentita rimproverare personalmente, come se i premi e i riconoscimenti fossero un modo per dirmi di stare zitta e andarmene altrove. Ma i sopravvissuti di abusi sessuali che mi hanno contattata - per darmi il loro sostegno e condividere la paura di farsi avanti per denunciare i molestatori, di sentirsi accusare di essere bugiardi, di sentirsi dire che ciò che ricordiamo non è la verità - mi hanno dato una ragione in più per non tacere. Se non altro, così anche gli altri sanno che non devono più tacere.

Oggi mi considero fortunata. Sono felicemente sposata. Ho il sostegno dei miei meravigliosi fratelli e sorelle. Ho una madre che dentro di sé ha scoperto una riserva inesauribile di forza che ci ha salvati dal caos che ha travolto la nostra casa per opera di un predatore sessuale. Altri, però, sono tuttora segnati, vulnerabili, e lottano per trovare il coraggio di uscire allo scoperto e dire la verità. Il messaggio che manda Hollywood per loro è molto importante».

Ecco una cosa su cui tutti noi, anche chi non è una star, può riflettere.


2 - L'INDIMENTICABILE ORRORE NELLA STANZA DEI TRENINI
Dylan Farrow per il "New York Times", pubblicato e tradotto da "la Repubblica"


Quando avevo 7 anni il mio patrigno, Woody Allen, mi prese per mano, mi portò in una stanza, mi disse di stendermi e di giocare con il trenino di mio fratello. Poi abusò sessualmente di me, sussurrandomi che ero una brava ragazza, che era il nostro segreto, promettendomi che sarei andata con lui a Parigi e sarei stata una star nei suoi film. Ricordo che fissavo il trenino mentre girava nella stanza: ancora oggi, mi è difficile guardare i treni.

Da quando ho memoria, mio padre mi ha fatto cose che non mi piacevano: spesso mi separava da mia madre, dagli amici e dai miei fratelli perché restassi sola con lui. Non mi piaceva che mi mettesse la lingua in bocca, quando dovevo infilarmi sotto le lenzuola con lui in mutande, quando mi metteva la testa sul mio grembo nudo e ansimava.

Mi nascondevo sotto i letti o nel bagno ma mi trovava sempre. Queste cose accadevano in maniera così regolare, in modo così nascosto da una madre che altrimenti mi avrebbe protetto, che pensavo fossero normali. Ma quello che mi ha fatto in quella stanza era diverso, non potevo più tenere il segreto.

Quando ho chiesto a mia madre se suo papà le faceva quello che Woody Allen aveva fatto a me, non conoscevo la risposta né immaginavo l'incendio che avrebbe appiccato. Non sapevo che mio padre avrebbe usato la sua relazione sessuale con mia sorella per coprire gli abusi che aveva commesso su di me, non sapevo che avrebbe accusato mia madre di avermi fatto il lavaggio del cervello.

Non sapevo che avrei dovuto raccontare la mia storia ancora e poi ancora, dottore dopo dottore, per farmi ammettere che stavo mentendo in una guerra di avvocati che nemmeno potevo capire. Chiedo a Cate Blanchett, a Alec Baldwin come si sarebbero comportati se a subire abusi sessuali fosse stato un loro figlio. Se fosse capitato a te, Emma Stone? O a te Scarlett Johansson? E tu, Diane Keaton, tu che mi hai conosciuto quando ero ancora una bambina? Ti sei dimenticata di me?

3- CATE BLANCHETT A FIGLIASTRA ALLEN, SPERO FAMIGLIA TROVI PACE
(ANSA) - L'attrice australiana Cate Blanchett ha risposto alla figliastra di Woody Allen Dylan Farrow che, in una lettera al New York Times in cui accusa il patrigno di abusi sessuali, l'aveva chiamata in causa in quanto protagonista dell'ultimo film del regista.

"E' ovvio che per la famiglia è stato un momento lungo e doloroso. Spero che trovino una soluzione e un po' di pace", ha detto l'attrice candidata all'Oscar per Blu Yasmine, cui Dylan si era rivolta nella lettera. "Chiedo a Cate Blanchett, a Alec Baldwin come si sarebbero comportati se a subire abusi sessuali fosse stato un loro figlio. Se fosse capitato a te, Emma Stone? O a te Scarlett Johanson?", aveva scritto citando altre stelle che hanno lavorato col patrigno.


4- WOODY ALLEN: ACCUSE DI MOLESTIE A MINORI SONO FALSE E SCANDALOSE
LaPresse - "False e scandalose". Così Woody Allen ha definito le accuse di molestie a minori che gli sono state rivolte dalla figlia adottiva Dylan Farrow in una lettera aperta pubblicata sabato dal New York Times. Allen ha espresso la sua posizione tramite la propria agente Leslee Dart, che in una e-mail afferma che "il signor Allen ha letto l'articolo e lo trova falso e scandaloso".

Anche l'avvocato del regista, Elkan Abramowitz, ha espresso il proprio parere sulla vicenda: "È tragico che una storia inventata da un'amante vendicativa torni a galla dopo 20 anni e dopo che le autorità indipendenti l'hanno esaminata e respinta. La responsabilità della sofferenza di Dylan non è né di Allen né della stessa Dylan".

Il caso era già stato sollevato nel 1992, poco dopo l'inizio della relazione fra Allen e Soon-Yi Previn, un'altra figlia adottata dalla sua ex compagna Mia Farrow. Nei confronti di Allen venne aperta un'inchiesta, che si rivelò inconcludente e non portò alla formulazione di alcuna accusa nei confronti del regista. La stessa Dylan, che ora ha un altro nome ed è sposata, era stata adottata da Allen e dall'attrice.


5- SE IL SUCCESSO FA RIMUOVERE OGNI COLPA
Giordano Bruno Guerri per "Il Giornale"

Pochi giorni fa, guardando il bellissimo ultimo film di Woody Allen, Blue Jasmine, mi veniva in mente quanta gratitudine gli debbo - gli dobbiamo - per l'intelligenza e il divertimento che ha prodotto, per le risate e le riflessioni provocate film dopo film. Neanche per un attimo mi è passato per la mente il ricordo dello scandalo di tanti anni fa, quando si scoprì che aveva una relazione con la figlia adottiva Soon Yi, poi sposata probabilmente per metterci una pezza.

Oggi le accuse di un'altra figlia, Dylan, costringono alla riflessione anche i più entusiasti ammiratori di Woody (fra noi lo chiamiamo così, come fosse un amico). Riflessione amara. Perché ci si rende conto che il fascino dell'intelligenza, e la gratitudine per quel che se ne è ricevuto, finiscono per far sbiadire anche il senso della giustizia. Intendo dire che se si venisse a sapere qualcosa di simile su un personaggio qualsiasi - potente, ricco e famoso, ma che non ci ha fatto ridere e riflettere insieme - probabilmente gli daremmo addosso senza alcuna remora.

Con lui no, non viene spontaneo, scatta una sorta di autocensura, e prima di arrivare alla conclusione razionale che Allen è una canaglia passano ancora nella testa le immagini e le battute meravigliose di Manhattan, di Io e Annie, di Provaci ancora Sam eccetera eccetera. Accadde qualcosa di simile anche con Charlie Chaplin, che scandalizzò l'America con le sue spose-bambine, senza che il suo successo di genio venisse intaccato, e che alla fine venne perseguitato per l'antiamericanismo, più che per le vicende private.

Che io sappia, non è mai scattata la molla di una benevola rimozione, invece, per Errol Flynn, più volte accusato di stupro e di rapporti con minori; né, più di recente, per Roman Polansky, alle cui spalle non ci sono risate, ma una condanna per avere avuto rapporti sessuali con una tredicenne e la tragedia della morte della moglie Sharon Tate, uccisa - incinta - da una banda di pazzi nel corso di un rito satanico.

Se loro se la cavarono, fu più per il denaro, garanzia di avvocati e risarcimenti eccellenti, che per la simpatia e l'ammirazione che sapevano suscitare. Alla base della nostra rimozione delle colpe - infamanti - di Woody e di Charlot non c'è dunque il loro successo, ma le risate che dobbiamo loro.

Dev'essere lo stesso principio per cui molti bravi venditori - di cose o di se stessi - piazzano più facilmente la loro merce dopo avere inanellato una serie di barzellette azzeccate. Figuriamoci se la merce è ottima. Sì, va bene, ma Dylan Farrow, che ora ha 28 anni, all'epoca dei fatti ne aveva sette, era sua figlia adottiva, si fidava di lui, era una bambina. Alla fine viene da sperare che abbia ragione chi, appena saputa la notizia, ha commentato: «Vorrà dei soldi da lui».

Se così non fosse, se fosse vero quel che racconta Dylan, sarà difficile vedere serenamente il prossimo film di Allen, anche se a quasi ottant'anni riesce ancora a regalare bellezza, ironia, intelligenza. Ma sarà un lutto.

 

WOODY ALLEN DYLAN FARROW ALLEN MIA FARROW RONAN FARROW IL FIGLIO DI MIA E WOODY O SINATRA SUL PADRE MOLESTATORE DYLAN FARROW CON IL MARITO dylan-farrowmia farrowMIA FARROW CON I FIGLI DIANE KEATON PRESENTA IL GOLDEN GLOBE ALLA CARRIERA PER WOODY ALLEN ronan_farrowLUKE RUSSERT SU WOODY ALLEN MOLESTATORE DI MINORENNI MIA FARROW E RONAN article C x ALLEN MIA FARROW CATE BLANCHETT E ALLEN pmmain ALLEN, MIA E LA FIGLIA DYLANRONAN FARROW CON LA MADRE MIARONAN FARROWALLEN E DYLAN article D C x ALLEN E MIA E DYLAN article D x IL PICCOLO RONAN FARROW E NELSON MANDELAcharles chaplinALLEN CON LA FIGLIA DYLAN mia farrowFRANK SINATRA E RONAN FARROW

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