beruschi carella

IL FIORE DI BERUSCHI E "LA RAPINOSA" BARBARA DI CARELLA: IL SANREMO DEL 1979 AVVERTE CHE GLI “ANNI DI PIOMBO” STANNO PER FINIRE - NELL'ALMANACCO DI BARTOLETTI E MAZZI SUL FESTIVAL LA SPIAZZANTE EDIZIONE DEL ’79 VINTA DA MINO VERGNAGHI CON "AMARE": SANREMO NON GLI PORTA SUBITO BENE. VINCE E LA SUA CASA DISCOGRAFICA 'CHIUDE I BATTENTI E LO LASCIA A PIEDI'. MA ZUCCHERO... - VIDEO

 

Vittorio Macioce per “il Giornale”

 

beruschi

Ognuno avrà un suo Sanremo, quello del primo amore o di un inverno fortunato, quello che lo fa piangere ancora adesso o l' ultimo prima di sentirsi vecchi. Il mio non è indimenticabile. Non me lo ricordavo. Forse neppure l' ho visto. Avevo undici anni e pochi mesi.

 

Smarrito. Fuori dalla mappa. Senza traccia. L' ho scoperto adesso. È il Festival di Sanremo del 1979. Per la storia è un fallimento. Le canzoni non venderanno nulla. I presentatori sono Mike Bongiorno e Annamaria Rizzoli. Mike per una volta sembra perfino spaesato. Si guarda in giro come a chiedersi: chi sono questi qui che si aggirano cantando intorno a me? Gli unici ad avere una certa fama sono i Camaleonti e Antoine.

Allora perché proprio il '79? Semplice. È un incantesimo. Ti spiazza.

 

Il merito di questa scoperta, con un viaggio a ritroso in un tempo perduto, è di Marino Bartoletti e Lucio Mazzi. Sono gli autori di Almanacco del Festival di Sanremo (Gianni Marchesini edizioni).

enzo carella

 

Non è che loro parlino solo del 1979. Ti raccontano tutte le sessantanove edizioni, dalla prima nel 1951 con Nunzio Filogamo come padrone di casa e Nilla Pizzi che canta Grazie dei fiori, fino all' ultima edizione firmata da Claudio Baglioni e con Mahmood che scandisce Soldi. Il '79 sta lì in mezzo agli altri. Bartoletti e Mazzi si limitano a lanciare un' esca, in modo quasi distratto: Sanremo, anche quando è un flop, ti stupisce.

 

Il gioco dell' Almanacco è proprio questo: la vita ha una colonna sonora. Bartoletti e Mazzi te la fanno riscoprire.

Franco Fanigliulo canta, quasi recitando. È spezzino. Ha 35 anni ed è figlio di un marconista e di una pianista. Due anni prima è apparso nel film di Giuseppe Bertolucci Berlinguer ti voglio bene. È il cantante di un improbabile gruppo musicale, «Romeo e i Los Gringos», che annuncia in diretta durante un concerto la morte della madre di Mario Cioni, alias Roberto Benigni. Al Festival porta una canzone dal titolo sgrammaticato: A me mi piace vivere alla grande. A metà degli anni Ottanta si ritira in una fattoria a Vezzano Ligure. Non rinuncia però a fare l' autore e collabora fino alla morte, prematura, per un ictus al cervello, con Vasco Rossi, gli Stadio e Zucchero.

bartoletti cover

 

C' è anche Marinella Bulzamini in quella ventinovesima edizione. È bolognese, surreale, disincantata e racconta le disavventure di un' impiegata della Sip, alienata dagli elenchi telefonici. Non sa quanto il posto fisso sarebbe diventato una sorta di miraggio. Il titolo della canzone, scritta dal marito Roberto Ferri, è: Autunno, cadono le pagine gialle. Tornerà all' Ariston due anni dopo, quando la debuttante Elisa vince grazie a Per Elisa, con Ma lascia stare, ma chi te lo fa fare.

 

Mike Bongiorno chiede a tutti di raccontarsi, aggiungendo un malefico: «Visto che non vi conosce nessuno». Tra i presunti nessuno ci sarebbe anche Enrico Beruschi. Non è ancora quello di Drive In, ma da una decina d' anni ha lasciato il posto di ragioniere alla Galbusera per sfidare il pubblico del Derby di Milano. La sua è una canzone d' amore: Sarà un fiore. «Tu sei stesa dirimpetto/ Tu mi dici dolcemente/ Cusa l' è ches chi/ Cusa l' è ches chi/ Ma come/ Non è mica un aeroplano». Arriva quinto, appena dopo i Collage con La gente parla e molto più piazzato dei Pandemonium con un' altra romantica canzone d' amore: Tu fai schifo sempre.

 

beruschi

Il vincitore è Mino Vergnaghi con Amare. Sanremo non gli porta subito bene. Vince e la sua casa discografica «chiude i battenti e lo lascia a piedi». Se ne va in Inghilterra. «Non canta male e scrive ancora meglio - certifica Bartoletti -. Se ne accorge Zucchero che gli affida la musica di Diamante».

 

Mino Vergnaghi

La canzone simbolo di quel Sanremo è Barbara di Enzo Carella. Il testo è di Pasquale Panella che tra qualche anno regalerà a Lucio Battisti, stanco di Mogol, i percorsi dissonanti e meravigliosi di Don Giovanni o Hegel. Gli italiani invece cantano Tu sei l' unica donna per me di Alan Sorrenti e ascoltano i Bee Gees e Julio Iglesias. È l' anno in cui nascono Valentino Rossi e Andrea Pirlo. Mennea con 19 secondi e 72 centesimi fa il record del mondo sui 200 a Città del Messico. La Ferrari torna a vincere il mondiale con Jody Scheckter e i suoi tifosi si innamorano di Gilles Villeneuve. I banditi sardi rapiscono Fabrizio De André e Dori Ghezzi. Margaret Thatcher vince le elezioni, l' Europa battezza lo Sme, il sistema monetario europeo e l' Unione sovietica invadono l' Afghanistan. C' è chi in prima media sogna di fare il giornalista. Gli anni Settanta li ha vissuti da bambino. Il Sanremo del 1979 avverte che gli «anni di piombo» stanno per finire.

ENZO CARELLAENZO CARELLACARELLA 1Mino Vergnaghi sanremo enzo carella barbaraenrico beruschi

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

giorgia meloni gioventu meloniana

DAGOREPORT -  NEL GIORNO DELLA MEMORIA LA MELONI HA SORPRESO FACENDO UNA BELLA ACROBAZIA SUL FAMIGERATO VENTENNIO: “SHOAH, UNA TRAGEDIA OPERA DI NAZISTI CON COMPLICITÀ FASCISTA” - LA DUCETTA CERCA DI EVOLVERSI IN SENSO LIBERALE? PROSEGUIRÀ TOGLIENDO LA “FIAMMA TRICOLORE” POST-FASCISTA DAL SIMBOLO DI FDI? - INTANTO, UNA DICHIARAZIONE CHE DIMOSTRA COME L’UNDERDOG ABBIA GRAN FIUTO POLITICO E  CAPACITÀ DI MANOVRA PER NEUTRALIZZARE LO ZOCCOLO NOSTALGICO DI FRATELLI D’ITALIA - SECONDO: DI FRONTE ALLA IMPETUOSA AVANZATA DELLA TECNODESTRA DI MUSK E TRUMP, LA CAMALEONTE GIORGIA HA CAPITO CHE NON HA ALCUN BISOGNO DI METTERSI IL FEZ IN TESTA. QUINDI VIA DI DOSSO NON SOLO LE SCORIE DEL FASCISMO, A CUI LA SINISTRA SI ATTACCA PER SPUTTANARLA, MA ANCHE MANDANDO IN SOFFITTA POPULISMO E SOVRANISMO E CAVALCARE L’ONDA DELLA TECNODESTRA - L’ABILITÀ DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA È DI SAPER GIRARE LA FRITTATA SEMPRE A SUO FAVORE, AVVANTAGGIATA DA UN’OPPOSIZIONE EVANESCENTE, ANNICHILITA DALLA SCONFITTA

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…