1. FLEBUCCIO DE BORTOLI SULL’ORLO DELLE DIMISSIONI DOPO CHE L’AZIENDA GLI HA VOLTATO LE SPALLE SUGLI ORGANICI DIMEZZATI CON LA SCURE DELLA CASSA INTEGRAZIONE 2. AL SUO POSTO IL DUPLEX CALABRESI (DIRETTORE) E GIULIO ANSELMI (DIRETTORE EDITORIALE) 3. L’ATTUALE DIRETTORE DE “LA STAMPA” IMPOSTO DA JOHN ELKANN-NAGEL; ANSELMI FORTEMENTE VOLUTO DAI SOCI BANCARI PER IL CURRICULUM PROFESSIONALE E MANAGERIALE
DAGOREPORT
Dopo due giorni di sciopero il Corriere è tornato in edicola. L'astensione dei giornalisti è stata provocata dalla oscena proposta della proprietà di mandare a casa un terzo dei redattori che adesso lavorano in via Solferino. Una decimazione annunciata (un giornalista su tre sbattuto fuori!), con il taglio pure dei benefit che fin qui erano una voce della busta paga.
Il tutto senza uno straccio di piano editoriale da parte dell'improvvido amministratore Pietro Scott Jovane che, secondo quanto riportato dal "New York Times" e subito ripreso da Dagospia, sarebbe finito sotto la lente della Sec (organo di contro della Borsa Usa), dopo che è stato accertato che la Microsoft Europa avrebbe pagato delle tangenti a tre governi oltre Atlantico, Italia compresa. E Scott Jovane per cinque anni è stato a capo della multinazionale americana.
Un'altra tegola pesante, comunque, è venuta giù dal tetto già malridotto di via Solferino dove si danno ormai "per imminenti" le dimissioni di Flebuccio de Bortoli.
Un direttore che forse ha tirato troppo a campare, magari per il bene del Corrierone, negli ultimi mesi in cui si sono consumate anche le sue residue chances politiche: la conferma di Mario Monti a palazzo Chigi, l'elezione del Card. Angelo Scola sul trono di Pietro e la proroga di in un anno di Napolitano al Quirinale.
Così, dopo aver siglato una fragile pax con la redazione in occasione dell'elezione del nuovo papa, l'altro giorno anche lui si è visto abbandonato (tradito?) dall'azienda che invece si è mossa come un bulldozer impazzito.
E su un terreno che, anche contrattualmente, è di stretta competenza di chi dirige la testata: la fissazione del numero dell'organico giornalisti. Per l'Rcs dei Poteri marci ne basterebbero appena duecento. Gli altri tutti a casa. E i tagli al personale non avverrebbero attraverso i "prepensionamenti", ormai "proibiti" avendo l'istituto di previdenza dei giornalisti (Inpgi) esaurito le scorte (cioè i soldi) per far fronte alla crisi devastante dell'editoria. Ma con il ricorso alla cassa integrazione (con i soldi pubblici).
Se le voci raccolte da Dagospia troveranno riscontro, già nelle prossime ventiquattro ore Flebuccio de Bortoli, che il 1 aprile conclude il suo quadriennio in via Solferino, rassegnerebbe le dimissioni. Un abbandono (polemico?) che sarebbe stato preannunciato al comitato di redazione e ad alcuni illustri componenti del "patto di sindacato" (Abramo Bazoli).
Una decisione che, comunque, non coglierà di sorpresa la proprietà che da alcune settimane, come anticipato da Dagospia, stava lavorando sui nomi dei possibili successori di Flebuccio de Bortoli. E il nome più papabile, spinto dall'asse Mediobanca (Nagel) e Fiat (Elkan) era quello dell'attuale responsabile de "la Stampa", Mario Calabresi.
Anche se nelle ultime ore sono salite vertiginosamente le quotazione di un giornalista illustre e di lungo corso, Giulio Anselmi, che ben conosce la macchina organizzativa del Corriere avendo svolto il ruolo di vicaria sia con Ugo Stile sia con Paolo Mieli. Per poi passare alla direzione del "Messaggero" (1993-96), dell'Ansa (1997-99), dell'Espresso (1999-2002) e della "Stampa" (2005-2009).
Sempre secondo risulta a Dagospia, Giulio Anselmi, che attualmente è presidente dell'agenzia Ansa e della Federazione nazionale editori, potrebbe affiancare Calabresi in via Solferino nel ruolo di direttore editoriale.
SEDE CORRIERE DELLA SERA PIETRO SCOTT JOVANE AL CONVEGNO DI A SULLA TELEVISIONE je09 x ceccherini elkann debortolidb25 greco elkann debortolinapolitano mario calabresi elkann GIULIO ANSELMI