FRANCO DEI RICCHI E POVERI NON ACCETTA LE VOCI DELLA PRESUNTA OVERDOSE CHE AVREBBE UCCISO IL FIGLIO - “È MORTO PER QUALCOS’ALTRO, FORSE UN INFARTO, UNA CONGESTIONE, NON SO. MA NON VOGLIO CHE SIA INFANGATA LA SUA MEMORIA. LUI AVEVA ORRORE DELLE DROGHE” - “ERA STRESSATO PER IL SUO LAVORO. DICEVA CHE IL SUO ERA UN LAVORO VERO, IL MIO NO, ERA DIVERTIMENTO. MA È NORMALE PER I RAGAZZI CONTESTARE IL PADRE”...

Alessandra Pieracci per "la Stampa"

«È contro natura che un figlio di 22 anni sia morto quando un padre di 70, pieno di acciacchi, è ancora vivo. Cerco di tener dentro il mio dolore, ma sono disperato, disperato. Lo so, lo spettacolo deve andare avanti anche con la morte nel cuore, ma ditemi voi: come faccio? Ho detto agli altri due di andare senza di me, per rispetto per il pubblico che ci ha amato e ci ama, ma anche loro si sono rifiutati».

La voce si spezza, il pianto ricacciato in gola con un singhiozzo sembra frantumare Franco Gatti, il volto bonario e baffuto dei Ricchi e Poveri raggelato in una maschera tragica. Ha appena visto suo figlio Alessio, morto nella notte, alla vigilia del festoso ritorno dei Ricchi e Poveri a Sanremo. Un'ombra ha rabbuiato ieri il Festival quando in sala stampa Fazio ha annunciato: «Mi ha appena chiamato Angelo dei Ricchi e Poveri: è mancato il figlio di Franco, un ragazzo di 22 anni. Stasera non ci saranno e basta».

Contemporaneamente, a Genova, nella bella Villa Novascone dove abita la famiglia Gatti-Picasso, gli uomini della scientifica erano al lavoro per cercare di capire i motivi di una morte così repentina. Ieri mattina la collaboratrice domestica che non riusciva a entrare ha avvertito una zia che a sua volta ha allertato una vicina. Le donne sono riuscite a scorgere attraverso una finestra il corpo del ragazzo riverso a terra, in salotto. Immediate le telefonate al 113 e ai vigili del fuoco. Quando i soccorritori sono entrati in casa, non hanno potuto che constatare il decesso, avvenuto intorno alle 2.

Sarebbe stata la presenza di tracce di polvere bianca a far diffondere in un primo momento l'ipotesi di un decesso provocato da un'overdose. Ma familiari e amici, tanti amici accorsi per essere vicini ai genitori e alla sorella, smentiscono che Alessio facesse uso di sostanze stupefacenti.

«Siamo cresciuti insieme, come una grande famiglia - dice Luca Brocherel, figlio di Angela Brambati, che con Angelo Sotgiu completa la storica formazione pop - L'ho visto un mese fa. Era un ragazzo squisito, semplice, allucinante parlare di droga».

Un ragazzo entusiasta, che amava gli animali e adorava il suo cocker spaniel. Dopo il liceo agli Emiliani di Nervi, studiava a Lugano e stava facendo uno stage in trading in borsa. Una passione per la finanza che lo aveva portato a citare, sul suo profilo Facebook, la celebre frase di Gekko-Michale Douglas: «greed is good».

Proprio per smentire il rapporto con la droga il padre vuole parlare, nonostante la disperazione, dopo il tremendo rientro in auto da Sanremo. «Aspettiamo risposte dall'autopsia, ma mio figlio è morto per qualcos'altro, forse un infarto, una congestione, non so, non sono un medico. Però non voglio che sia infangata la sua memoria. Lui aveva orrore delle droghe, un orrore che gli avevo trasmesso fin da bambino».

E ricorda: «Gli ho parlato ieri sera. Di solito era più sbrigativo, invece mi aveva raccontato di aver lavorato, di aver prima guadagnato e poi purtroppo perso. Diceva che il suo era un lavoro vero, il mio no, era divertimento. Ma è normale per i ragazzi contestare il padre. Era stressato, proprio per il suo lavoro. Non stava bene.

Qualche volta magari beveva qualche bicchiere, ma come tutti i ragazzi, è più che normale. Ma droga no. Aveva un carattere difficile, ma non era un drogato. Studiava in Svizzera perché lì c'è una buona scuola. Mi aspetto che l'autopsia confermi che è morto per cause naturali. Forse aveva bevuto qualcosa». E' stato aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo, per consentire gli approfondimenti necessari.

 

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