silk sonic anderson paak bruno mars

FUNK IS NOT DEAD – OGGI ESCE “AN EVENING WITH SILK SONIC” DELLA PREMIATA DITTA BRUNO MARS E ANDERSON PAAK, CHE FA “RESUSCITARE” MOLTE SONORITÀ FUNK E SOUL DEGLI ANNI ’60 E ’70 – NEL DISCO C’È ANCHE LA FIRMA DI BOOTSY COLLINS, IL LEGGENDARIO BASSISTA DI JAMES BROWN E GEORGE CLINTON – UNA BELLA BOCCATA D'ARIA FRESCA NONOSTANTE L’ALBUM SEMBRI ESSERE STATO INCISO PIÙ DI MEZZO SECOLO FA… - VIDEO

Paolo Giordano per “il Giornale”

 

silk sonic 8

Allora sta a vedere che ci sono ancora dischi da ascoltare per intero, canzone dopo canzone, quasi fossero un libro da sfogliare. Oggi esce An evening with Silk Sonic, titolo molto anni Sessanta che raccoglie il duo più scintillante del momento: Bruno Mars e Anderson Paak, che sono fortissimi tra i giovanissimi, sfoggiano numeri da paura e premi da applausi (Bruno Mars da solo ha vinto 9 Grammy Awards, dicesi nove, mica uno) ma sono legati a doppio filo con la tradizione black americana. 

 

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Dal soul al gospel. Dal blues allo spiritual al jazz. In sostanza queste nove canzoni escono oggi ma avrebbero potuto essere pubblicate nel 1974 oppure ancora prima senza che nessuno se ne accorgesse. Corsi e ricorsi. La potenza della musica che si rigenera.

 

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 E non c'entra soltanto il singolo Leave the door open (mitragliato dalle radio in mezzo mondo) per rendersi conto che Bruno Mars e Anderson Paak sono una sorta di ritorno al futuro del pop mainstream, delle canzoni che fanno sfracelli anche in streaming ma hanno un solo minimo comune denominatore: arrivano dal passato. 

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Dopotutto persino il titolo di Smokin'out the windows, che sarà il nuovo singolo, anche iconograficamente non può che essere frutto di un recupero del passato: oggi non si può parlare di sigarette e fumo pena essere banditi dal politicamente corretto. Eppure è un'immagine forte che rende bene l'idea di questo disco. An evening with Silk Sonic è «fumo fuori dalle finestre» del conformismo musicale.

 

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È paradossalmente una boccata d'aria fresca nonostante sembri inciso mezzo secolo fa. Dopotutto, «Put on a smile», ossia indossate un sorriso, come impone la canzone che è davvero il crocevia di questo disco. Sorridete, inizia la musica più calda di sempre. 

 

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Dopo Put on a smile, arrivano 07 777, con una forza funk che James Brown ringrazierebbe e Skate, così potente e così solare che avrebbe potuto essere senza imbarazzi la colonna sonora di un episodio di Starsky & Hutch durante un inseguimento sulle strade della California. In fondo ai Silk Sonic accade ciò che accade ai Maneskin: spiegano a una generazione da dove arrivino i suoni che stanno ascoltando. 

 

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Sono divulgatori della memoria storica. Hanno paradossalmente la funzione pedagogica di spiegare che no, la musica non è soltanto rime e flow, non è soltanto beat e basi prese chissà dove. È fatta soprattutto di strumenti, di accordi, di virtuosismi.

 

silk sonic

 Non a caso nel disco c'è la firma di William «Bootsy» Collins, leggenda che ha suonato il basso con James Brown e George Clinton e che adesso, a settanta anni appena compiuti, passa la lezione a due golden boy delle classifiche mondiali, arrivati al successo per vie diverse e strafavoriti con questo disco ai prossimi Grammy Awards. 

 

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Ecco perché attenti a quei due: Bruno Mars e Anderson Paak, 36 anni il primo, 35 il secondo (perciò in due sono più giovani di Mick Jagger degli Stones). Cantanti e batteristi tutti e due. Ispirato da Michael Jackson il primo. Nato con Dr Dre il secondo, ossia con il padre del rap di maestri come Tupac, Snoop Dogg e soprattutto Eminem. La prima scintilla dei Silk Sonic è arrivata per il 24K Magic World Tour del 2017. Due mondi che si sono incontrati e si sono scambiati le password. 

 

Poi, poco prima che tutti i mondi chiudessero per il Covid, Bruno Mars ha chiamato Anderson Paak: «Ricordi quell'idea che abbiamo avuto nel 2017? Facciamola». Una delizia d'altri tempi, quando si incrociavano talenti e nascevano collaborazioni non prestabilite a tavolino dalla discografia o, peggio, dai social.

 

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E il disco che arriva oggi per Warner è un'euforia di ricordi per chi c'era allora, negli anni Sessanta o Settanta, oppure è una scoperta goduriosa per chi allora non c'era e ha incontrato quella musica solo attraverso la Motown oppure grazie al repertorio di qualche nome come i Funkadelic. Insomma, è un disco che vale il biglietto per un preciso periodo musicale che le mode hanno poi superato ma che è ancora attualissimo. Basta solo spolverarlo un po'. E vestirlo di talento da trentenni. Bravi e basta, non c'è altro da aggiungere, vostro onore del soul.

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