
IL TITANO DA’ UNA MANO A GABRY PONTE – IL DJ TORINESE SARA’ IL RAPPRESENTANTE DI SAN MARINO ALL’EUROVISION CON IL TORMENTONE COATTO “TUTTA L’ITALIA” – “UN INNO SOVRANISTA? SONO MANIPOLAZIONI, NON BISOGNA CERCARE DIETROLOGIE IN UNA CANZONE. L’ABBIAMO SCRITTA SCHERZANDO, SENZA VOLER FARE POLITICA” – “QUANDO CONTI MI HA DETTO CHE VOLEVA FARNE LA SIGLA DI SANREMO, NON AVEVO CAPITO COSA INTENDESSE. L’HO SCOPERTO LA PRIMA SERA. LA SECONDA SERA RICEVEVO I MESSAGGI DEGLI AMICI: ‘HAI ROTTO!’” (PURE LORO NON NE POTEVANO PIU’?) – E SULLA REUNION DEGLI EIFFEL 65 CON I QUALI HA GAREGGIATO AL FESTIVAL… - VIDEO
Barbara Visentin per il "Corriere della Sera” - Estratti
La strada per Basilea si percorre ballando, a ritmo di quel ritornello contagiosissimo che Gabry Ponte ha piantato in testa all’intero Paese durante Sanremo e con cui ora punta a travolgere l’Eurovision Song Contest. Il dj e producer torinese, 51 anni, si è conquistato un posto in gara come rappresentante di San Marino con il tormentone «Tutta l’Italia» e si esibirà alla prima semifinale del 13 maggio, potendo contare anche sul voto italiano.
Partecipare per San Marino con «Tutta l’Italia»: è un cortocircuito?
«È uno strano meccanismo: l’Italia non potrà votare per l’Italia, ma potrà votare “Tutta l’Italia”. Mi sono chiesto se sarebbe stato recepito male, ma direi di no. È un pezzo che celebra l’italianità nel mondo, ci sarà un sacco di Italia all’Eurovision e credo sia una vittoria per tutti».
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C’è chi si stupisce perché non è lei a cantare...
«Non ci vedo niente di strano. Io faccio il dj, scrivo la musica e la faccio cantare ad altri, così come ci sono i cantanti che cantano musica non scritta da loro. È giusto che ognuno faccia quel che sa fare. Se mi mettessi io a cantare, farei un torto alla musica».
Se arriverà in finale, avrà «contro» Lucio Corsi: l’ha conosciuto a Sanremo?
«No, ma ho molta stima di Lucio. Sono felice che sia ad Eurovision perché credo che la musica definisca l’identità e la cultura di un popolo e la nostra tradizione è molto forte nel cantautorato. Spero di riuscire a conoscerlo presto».
Farebbe un remix di «Volevo essere un duro»?
«Perché no? Dovrei capire se funziona in chiave dance, ma mi piace molto».
Da che spunto è partito per scrivere «Tutta l’Italia»?
«Avevo in mente San Siro (dove si esibirà il 28 giugno, ndr ). Ero in studio con Edwyn Roberts e Andrea Bonomo, amici e autori, e ci siamo immaginati lo stadio pieno con l’Italia che balla. In 2 ore abbiamo costruito il pezzo».
Il testo riassume un po’ di immagini-stereotipo.
«Lo spirito era quello di fare una fotografia di come sono visti gli italiani nel mondo.
Ci siamo divertiti molto».
C’è chi è stato contagiato dal brano e chi non lo sopporta. Come vive le critiche?
«So che non si può piacere a tutti, mi focalizzo sulle persone che amano quel che faccio».
C’è anche chi parla di inno sovranista, le dà fastidio?
«Sono manipolazioni in cui viene dimenticata una cosa fondamentale: la musica è nata per far divertire. L’ironia qui ha un peso importante, non bisogna prendere tutto sul serio e cercare dietrologie in una canzone. L’abbiamo scritta scherzando, senza voler fare politica né polemica».
E chi invoca un po’ più di profondità nella musica?
«C’è della musica che deve avere profondità, altra invece punta alla spensieratezza. Io faccio dance, musica per chi va a ballare e a divertirsi».
Quando ha sentito il brano così presente a Sanremo cosa ha pensato?
«Quando Conti mi ha detto che voleva farne la sigla, non avevo capito cosa intendesse.
L’ho scoperto la prima sera.
Ho detto: “Ah, l’ha già messa”.
E poi: “Ah, di nuovo”. La seconda sera ricevevo i messaggi degli amici: “Hai rotto!”».
Nel 2003, con gli Eiffel 65, ha gareggiato a Sanremo: che ricordi ha?
«Era la prima volta che partecipava un pezzo così elettronico e infatti siamo finiti tipo 15esimi, ma è stata un’esperienza bellissima. Venivamo dal successo di “Blue”, eravamo stati in tour negli Usa, ma quando ho detto a mio papà che andavo a Sanremo a momenti si metteva a piangere».
Una reunion degli Eiffel 65 a San Siro è possibile?
«Li avevo invitati nel 2024 alla mia prima data al Forum, mi sembrava giusto ci fossero, anche se abbiamo preso strade separate. Alla fine non sono venuti... è andata così».
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