"IL FESTIVAL È UNA GARA A SÉ, NON CONTANO GLI STREAMING. IO SONO CONTENTO DI TUTTO" – GEOLIER MINIMIZZA LE POLEMICHE DOPO IL “GOLPE” DELLA SALA STAMPA E DELLE RADIO CHE HANNO RIBALTATO IL VOTO POPOLARE CHE LO DAVA VINCENTE – “I FISCHI ALLA SERATA DELLE COVER? IL MOMENTO PIU’ BRUTTO DELLA MIA CARRIERA. CANTARE MENTRE TI FISCHIANO È UNA BELLA BOTTA. MA NON ERANO NÉ CONTRO DI ME NÉ CONTRO NAPOLI MA CONTRO LA SCELTA DI CHI AVEVA VOTATO. RAZZISMO? MA VA. CREDO NON CI SIA PIÙ QUESTA COSA DEL RAZZISMO NORD-SUD, NON ESISTE…” - VIDEO
GEOLIER, AL FESTIVAL GLI STREAMING NON CONTANO, È GARA A SÉ
(ANSA) - SANREMO, 11 FEB - "Il cammino mi è piaciuto assai. Mi porto a Napoli dei bei ricordi di Sanremo". Geolier arriva apparentemente tranquillo in sala stampa, il giorno dopo il secondo posto al festival di Sanremo dietro Angelina Mango, nonostante una valanga di voti del pubblico a casa (60%) e le classifiche streaming che volano. "Il festival è una gara a sé, non contano gli streaming. Non funziona in base a questo. Io sono contento di tutto", dice smorzando qualunque polemica, anche relativa a possibile pregiudizio nei confronti di Napoli e dei napoletani. "Forse se parliamo degli anni '50. Penso sia passata questa cosa".
GEOLIER: «NON ERANO FISCHI CONTRO NAPOLI PERÒ MI HANNO INSEGNATO MOLTO»
Estratto dell’articolo di Paolo Giordano per “il Giornale”
È stato il Festival di Geolier. Ma i fischi?
«Sono stati finora il momento più brutto della mia carriera. Cantare mentre ti fischiano è una bella botta. Però...».
Però?
«Rivedendo la scena dal di fuori, ho capito che non fischiavano me, ma la votazione. La platea dell’Ariston ha espresso un parere. Ma per me è stato difficilissimo».
Emanuele Palumbo detto Geolier con l’accento sulla «e» parla come se non fosse al centro di uno dei casi più clamorosi degli ultimi Sanremo. Anche ieri sera prima dell’ultima puntata era saldamente in testa alla classifica grazie non solo a un televoto imponente e a un buon giudizio di critica ma soprattutto al suo ultimo anno. E se i cosiddetti «boomers» se ne sono accorti solo da una settimana, Geolier non è una «instant popstar» perché ha il disco più venduto del 2023 (Il coraggio dei bambini) e sta per esaurire i biglietti anche del suo terzo concerto consecutivo di giugno allo Stadio Maradona di Napoli. Canta in napoletano e per la prima volta un brano cantato al 99 per cento in questa lingua è stato in gara al Festival. […]
[…] E dopo i fischi di venerdì sera?
«Già avevo mangiato come un bufalo prima di essere riconvocato all’Ariston. E dopo sono tornato a mangiare. Stavo tutto abbuffato».
geolier rispone alla domanda di marzia forni 2
Divideva la sua cover con Gigi D’Alessio, Luchè e Guè. Come hanno reagito loro?
«Boh, alla fine Guè è andato a destra, Gigi a sinistra e io me la sono gestita da solo».
Ha parlato con suo padre?
«No, ho sentito solo mia madre che mi ha detto: “Mi raccomando, non ti preoccupare e spacca”».
Sì però essere fischiati quando si vince è una cosa crudele, quasi da social.
«Ma questo è comunque una grande lezione. È giusto a volte ricevere un no, specialmente dopo tanti successi».
L’Italia è divisa. Sono stati fischi contro Geolier, contro la canzone in napoletano o contro Napoli?
«Né contro di me né contro Napoli ma contro la scelta di chi aveva votato.
In sala probabilmente avevano preferito la cover di Angelina Mango e hanno reagito così. Non facciamo troppo casino su questo».
È razzismo?
«Ma va».
Dicono così.
«Credo non ci sia più questa cosa del razzismo Nord - Sud, non esiste».
In sala stampa l’hanno incalzata parlando di vittoria «rubata» perché condizionata dal troppo televoto.
«Ero a disagio a rispondere a questa domanda. Alla fine, la mia “fan base” mi ha sempre supportato. Mi sono esibito e non mi sento di aver rubato. Rubare è una brutta parola...».
Si parla anche di «riscatto sociale storico».
«Ma che esagerato. Io mi diverto facendo musica e facendo quello che amo, tutto quello che capita dipende da questo e non dal resto».
D’accordo, chi è Geolier?
le proteste in sala stampa per geolier 1
«Un ragazzo che rappresenta la Napoli dei ragazzi che ce la vogliono fare. Esiste la Napoli bella e la Napoli brutta come in ogni città. […] io ho fatto la valigia da Secondigliano e sono arrivato a Sanremo. Nessuno ti regala niente. Ma l’importante è mantenere il contatto con la vita reale, che conta più dei dischi di platino». […]