giovanni bianconi fiorenza sarzanini giovanni bianconi nicola porro dossier giacomo amadori

“VEDERE I CRONISTI CHE ALZANO I CALICI DI FRONTE ALL’INDAGINE SU UNA FONTE GIORNALISTICA UN PO’ CI PREOCCUPA” – CON UN ARTICOLO BOMBA GIACOMO AMADORI SPUTTANA TUTTI SUL CASO DEL PRESUNTO DOSSIERAGGIO ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA: LA COPPIA BIANCONI & SARZANINI, NICOLA PORRO E LA COMPAGNIA “GEDI” - "L’INVIATO DEL CORRIERE HA INSERITO RENZI TRA LE PRESUNTE VITTIME, SENZA RICORDARE CHE LA STORICA COMPAGNA AVEVA PUBBLICATO UNA SOS SULL’EX PREMIER” – “TRA GLI ULTRÀ DELL’INCHIESTA SI SEGNALA NICOLA PORRO CHE..."

Estratto dell’articolo di Giacomo Amadori per “La Verità”

 

GIACOMO AMADORI

[…] Ieri […] i principali quotidiani per raccontare l’iscrizione sul registro degli indagati di Pasquale Striano, un finanziere alla vigilia della pensione, per accesso abusivo a banche dati informatiche (neanche, almeno per ora, una piccola rivelazione di segreto di Stato) hanno scomodato titoli degni di tempi peggiori: «La fabbrica dei ricatti», «La Repubblica dei dossieraggi», «È caccia ai mandanti», «Una centrale dei dossier screditava politici e vip», «Da Pecorelli al Sismi la storia d’Italia da spioni e ricatti».

 

Eppure, ad oggi, non risultano iscritti altri soggetti a parte il militare e all’orizzonte non si scorgono grandi vecchi o burattinai di sorta. Ma solo una delle tante storie di fonti più o meno qualificate che passano notizie riservate ai giornalisti.

 

Rapporti un po’ borderline su cui da sempre campa il giornalismo d’inchiesta, piaccia o non piaccia. Anche se la vicenda odierna non sembra nemmeno lontanamente paragonabile a quelle dei dossier stampati con il ciclostile dalla security Telecom di Giuliano Tavaroli o dell’archivio segreto dell’ex 007 Pio Pompa.

 

giovanni bianconi foto di bacco

Giovedì i colleghi dei cosiddetti giornaloni […] hanno dato in pasto all’opinione pubblica la storiella in versione comunicato stampa di una centrale di dossieraggio alla Direzione nazionale antimafia su cui sono saltati subito politici di ogni colore. Ma nello sfizioso pastiche, buono per rivitalizzare i languidi notiziari agostani, è entrato un po’ tutto e anche il suo contrario.

 

E così i cronisti, […] hanno iniziato a propalare la fòla della centrale dei dossier, mettendo in unico calderone tutte le segnalazioni di operazioni sospette uscite in questi mesi su diversi quotidiani.

 

L’inviato del Corriere ha pure inserito Matteo Renzi tra le presunte vittime, senza ricordare che la storica compagna aveva pubblicato una Sos sull’ex premier. E chi scrive è testimone oculare di una telefonata del fu Rottamatore in Procura per segnalare ai vertici dell’ufficio la presentazione di una querela contro la giornalista per una presunta rivelazione di segreto, forse per trovare una scorciatoia che i normali cittadini non possono percorrere.

 

FIORENZA SARZANINI

Tra gli ultrà dell’inchiesta si segnala Nicola Porro che quando c’è da festeggiare insieme con qualche potente è sempre in prima fila. Ma in questo caso sbaglia bersaglio e prova a insinuare che saremmo diventati garantisti con il tenente per chissà quali oscuri motivi. Lui che una decina di anni fa minacciò di scatenare «i segugi» contro la Confindustria poco berlusconiana.

 

Tranquillizziamo Porro: Striano non è mai stata una nostra fonte. E lo sfidiamo a provare il contrario. Detto questo, il conduttore ci accusa di pubblicare «schifezze». Evidentemente meglio il suo tranquillo chiacchiericcio salottiero e pettinato a notizie-zero (così non inquina).

 

Il Riformista di Renzi, dopo aver ribattezzato l’indagine «Killeropoli», ha indicato i bersagli e stilato un elenco di articoli contenenti Sos e relativa testata di pubblicazione con questa chiosa: «Negli ambienti politici (sic, ndr) si fa notare come a essere coinvolti siano sempre due o tre giornali e pochissimi giornalisti».

 

conferenza stampa di matteo renzi al senato 7

Insomma a compilare le liste di proscrizione dei cronisti «cattivi» sono i membri della Casta. Davvero poco rassicurante. L’articolo era firmato da Alessio De Giorgi, noto alle cronache per aver fatto parte della Bestiolina renziana, la squadretta che a un certo punto aveva persino teorizzato la mascariata social degli avversari politici, magari con l’ingaggio di «almeno due giornalisti d’inchiesta e un investigatore privato di provata fiducia e professionalità (costo medio-altro)».

 

alessio de giorgi 2

I consiglieri di Renzi ipotizzavano una «contropropaganda» fatta anche di pedinamenti del nemico di turno e di «character assassination» ovvero «notizie, indiscrezioni, rivelazioni mirate a distruggere la reputazione e l’immagine di Grillo, Di Maio, Di Battista, Fico, Taverna, Lombardi, Raggi, Appendino, Davide Casaleggio (e la sua società), Travaglio e Scanzi». Ma adesso l’ex premier fa la verginella.

 

nicola porro

Ieri mattina il non memorabile pezzo di De Giorgi è stato aggiornato con un attacco personale contro chi scrive, in stile Porro. Ma se il conduttore Mediaset aveva alluso, in questo caso i kamikaze del Riformista ansiosi di perdere altri soldi in cause civili scrivono: «E come si mormora tra i palazzi romani potrebbe essere proprio il giornalista de La Verità (verità che piace a loro) ad aver ricevuto ghiotte informazioni proprio da parte di questo maresciallo sotto inchiesta o da altri personaggi dello stesso affaire».

 

Dunque chi comanda ha trovato il capro espiatorio ideale per le proprie disavventure mediatiche: un finanziere prossimo alla pensione accusato di «spiare» i potenti e magari di passare qualche velina all’amico cronista (che non sta nella nostra redazione).

 

Una lezione inviata a reti unificate ai pochi che sentono come un dovere civico far emergere possibili conflitti di interesse o altre magagne della classe dirigente anche a costo di commettere un reato (in questo caso ancora tutto da accertare) e di rischiare la carriera.

 

giovanni bianconi foto di bacco

Ma mentre il finanziere viene bastonato […], è passata sotto silenzio la notizia che abbiamo scritto ieri, ossia che, secondo l’indagato, alla Direzione nazionale antimafia una toga importante gli avrebbe commissionato un report sugli affari di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri. Ovviamente in via riservata.

 

In passato sono diventate icone progressiste Edward Snowden e Bradley Manning (poi divenuto Chelsea) che, comunque, hanno diffuso documenti coperti da segreto militare, ma il finanziere che spiava gli affari quanto meno degni di approfondimento del ministro della Difesa quello va sotterrato. Meglio trasformare in eroi da film i militari altrui.

 

[…] I vari consorzi internazionali di giornalismo investigativo di cui si pregia di far parte La Repubblica da tempo diffondono sui media carte rubate nei computer di questa o quella società privata da impiegati infedeli, ma «democratici». Si va dai Panama e Pandora papers sino all’ultimo caso degli Abu Dhabi secrets. E tutti si spellano le mani.

 

LA REPUBBLICA - IL GIORNALE - IL RIFORMISTA - TITOLI SUL PRESUNTO DOSSIERAGGIO

Ma adesso il finanziere che non passava le notizie a loro, ma ad altri giornalisti (ex dipendenti proprio dello stesso gruppo Gedi) merita la gogna e un titolo di apertura a nove colonne come il già citato «La fabbrica dei ricatti».

 

Anche se in passato il quotidiano di Largo Fochetti aveva enfatizzato le segnalazioni di operazioni sospette, per esempio quella che riguardava fondi destinati allo staff di Matteo Salvini. Ieri hanno iniziato a circolare sulle chat di Fiamme gialle e magistrati dossierini già confezionati su Striano.

 

SILVIO BERLUSCONI MARCELLO DELL'UTRI

[…]  Come ciliegina è stato postato un articolo scritto dal tenente, per far «notare il tenore di alcuni suoi interventi». La magistratura stabilirà se Striano abbia commesso reati ed, eventualmente, quali. Ma vedere i cronisti che alzano i calici insieme con i politici di fronte all’indagine su una fonte giornalistica un po’ ci preoccupa.

NICOLA PORROLE OPERAZIONI DI DOSSIERAGGIO IN ITALIANICOLA PORRO GIORGIA MELONI

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!

roberto tomasi – andrea valeri blackstone – gianluca ricci macquarie – scannapieco – salvini autostrade

DAGOREPORT - DUE VISIONI CONTRAPPOSTE SUL FUTURO DI AUTOSTRADE PER L’ITALIA (ASPI) SI SONO CONFRONTATE AL CDA DI QUESTA MATTINA. DA UNA PARTE CDP (51%), DALL’ALTRA I FONDI BLACKSTONE (24,5%) E MACQUARIE (24,5%). IN BALLO, UN PIANO CHE HA COME PRIORITÀ LA MESSA IN SICUREZZA DELLA RETE AUTOSTRADALE. ALLA RICHIESTA DEI DUE FONDI DI VARARE UN SOSTANZIOSO AUMENTO DELLE TARIFFE, CHE PORTEREBBERO A UNA IMPENNATA DEI PREZZI SU OGNI GENERE DI MERCI E UN TRACOLLO DI CONSENSO PER IL GOVERNO MELONI, OGGI IN CDA CDP HA RISPOSTO CON UN CALCIONE DECIDENDO CHE NON SARANNO PIÙ DISTRIBUITI DIVIDENDI PARI AL 100% DELL’UTILE: PER L'ESERCIO 2024 SI LIMITERANNO AL 60% - CHE FINE FARA' IL CEO ROBERTO TOMASI?