PURGA MEDIASET PER LA GIALAPPA'S - DOPO 25 ANNI DI ONORATO SERVIZIO, È STATA MESSA IN PANCHINA A RICICCIARE LE BOIATE DEL ‘’GRANDE FRATELLO’’ - “NON PIACCIONO LE NOSTRE PROPOSTE. TIRABOSCHI HA TRASMESSO “TAMARREIDE”, DI CUI CI VERGOGNIAMO, E “UMAN-TAKE CONTROL”” - “ALLA SCADENZA DEL CONTRATTO LA RAI E LA7 SONO ARRIVATE CON CONVINZIONE MA TARDISSIMO. SI FOSSERO MOSSI PRIMA AVREMMO POTUTO FARE CON SERENITÀ UNA SCELTA DIVERSA”...

Chiara Maffioletti per il "Corriere della Sera"

Per molti fan è un mistero. «Come mai la Gialappa's non ha più un suo programma in tv?», si chiedono da anni senza darsi pace. Perché è vero che ogni lunedì, in tardissima serata, vanno in onda su Canale 5 con «Mai dire Grande Fratello». Ma per chi li ha seguiti da sempre - vedendo nascere nei loro show comici come Fabio De Luigi, Crozza, Antonio Albanese, Aldo Giovanni e Giacomo - l'attuale collocazione del trio sa un po' di relegazione.

La domanda sul perché Marco Santin, Giorgio Gherarducci e Carlo Taranto siano confinati in quell'unico contesto è stata fatta direttamente a Luca Tiraboschi, direttore di Italia 1, che a «Tv Talk» ha risposto: «Quella è anche una scelta loro».

Una versione che non accettano. «Con serietà Tiraboschi potrebbe dire la verità. Che non gli piacciamo particolarmente. Legittimo, però non dica che siamo noi che non vogliamo fare altro».

Avete fatto delle proposte?
«Sì. Il problema è che con la crisi i soldi sono meno e preferiscono destinarli altrove». Parlano serenamente perché odiano «chi firma i contratti e poi si lagna».

Ma non accettano le motivazioni con cui viene spiegata la loro assenza: «Non è un problema, rinnovando il contratto sapevamo sarebbe stato così. Non incolpiamo nessuno, neanche Tiraboschi che è libero di fare le sue scelte. Ma non dicano che siamo noi che non abbiamo voglia di fare».

La dimostrazione, sostengono, è il programma che ogni giorno Marco Santin e Giorgio Gherarducci conducono dalle 13 su R101 con Flavia Cercato, «Stile Libero»: «Non esiste solo la tv. Crediamo in questa trasmissione, ci divertiamo molto e c'è meno stress. Carlo non aveva voglia di un impegno quotidiano, per questo non è con noi».

Sanno però di poter fare di più in tv: «Ci scrivono di continuo lamentandosi perché facciamo solo "Mai dire Grande Fratello". Un altro programma quest'anno lo avremmo dovuto fare, "Mai dire amici", ma non abbiamo più sentito nessuno. Visto che siamo a fine febbraio non lo faremo più, immaginiamo».

Lavorate in Mediaset da 25 anni: è una prassi normale?
«Beh ma ci sono cose più gravi: ci sono programmi che vengono annunciati e che poi vanno anche in onda. È la calamità più grave di Mediaset al momento», ridono.
«Il nostro programma non costa nulla e va bene. Preferiscono usarci così». Santin va nel dettaglio: «Tiraboschi ha trasmesso "Tamarreide", di cui io mi vergogno. Evidentemente non siamo sulla stessa lunghezza d'onda: non mi ritengo più intelligente di lui o viceversa. Ognuno ha il suo punto di vista».

Le proposte che avete fatto erano simili ai «Mai dire» a cui eravamo abituati? «Completamente diverse. Uno era un reality comico. Ci avevano fatto tanti complimenti dicendoci: lo faremo senz'altro. Poi hanno preferito "Uman-Take control". Un altro era "Parlomat" di cui in rete c'è il numero zero. Dopo che non hanno accettato queste proposte, passa la voglia di farne altre».

Però si capisce che il «Grande Fratello» ormai vi fa orrore. Avete chiamato i concorrenti delle «inutili ciofeche»: «Non siamo ipocriti e lo abbiamo detto ma con ironia. Questo cast ha un livello...».

Non avete nessun ruolo nella scelta dei concorrenti?
«Non che dovremmo averne, ma siamo totalmente ignorati. Il nostro punto di vista non è tenuto in considerazione. Riteniamo un errore prenderli tutti uguali, dai 20 ai 30 anni: o pr da discoteca palestrati o bellocce. Vorremmo un surfista ogni anno, sono la categoria che ci ha dato di più, da Ottusangolo in poi».

Personaggi entrati nella storia della Gialappa's, a sua volta entrata nella storia della tv come dimostrano i cofanetti celebrativi usciti di recente sul gruppo. Ma se a Mediaset era chiaro che non avreste fatto altro, perché non andare altrove?
«Alla scadenza del contratto ci sono stati segnali da La7 e Rai. La Rai è arrivata con convinzione ma tardissimo. Anche a La7 si sono svegliati un po' tardi. Se si fossero mossi prima avremmo potuto fare con serenità una scelta diversa».

 

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