"HO ANCHE PENSATO DI RITIRARMI. HO PASSATO UN PERIODACCIO. PIANGEVO DAVANTI AL PIANOFORTE E AL COMPUTER, BUTTAVO VIA TUTTO QUELLO CHE SCRIVEVO... " - GIORGIA PARLA DEL SUO RITORNO SUL PALCO DELL'ARISTON DOPO 20 ANNI DI ASSENZA: "SENTIVO UNA PRESSIONE ALLUCINANTE" - "L'ASSENZA DI DONNE TRA I FINALISTI? NON CREDO CI SIA VOLONTÀ DI NON FAR EMERGERE LE DONNE. NEGLI ANNI ’90 ERA PEGGIO" - ROSA CHEMICAL, IL RICORDO DI MAURIZIO COSTANZO E ALEX BARONI, I RIMPIANTI E IL MEME "ANCHE IO SONO GIORGIA MA NON ROMPO I COGLIONI A NESSUNO…"
1. GIORGIA: HO PENSATO DI RITIRARMI «BUTTAVO TUTTO E PIANGEVO DAVANTI AL PIANOFORTE E AL PC ORA RINASCO DOPO UNA BRUTTA CRISI»
Estratto dell'articolo di Andrea Laffranchi per il “Corriere della Sera”
«Ho passato un periodaccio. Piangevo davanti al pianoforte e al computer, buttavo via tutto quello che scrivevo... Ho anche pensato di ritirarmi». Troppo classica per essere giovane e troppo giovane per essere classica. «Non avevo più punti di riferimento. Molti sono morti. Adele e Beyoncé sono dei mostri... fra le nuove amo Cleo Soul e Rosie Lowe ma ero disorientata. È cambiato tutto in questi anni e mi sono dovuta reinventare. Mi sono messa a studiare e ho capito che il mio posto è il passato, ma con uno sguardo contemporaneo».
Ecco come è nato «Blu ¹», il nuovo album che arriva a 7 anni dall’ultimo di inediti, e che è stato lanciato da «Parole dette male», il brano che l’ha riportata in gara a Sanremo dopo due decenni. «Il Festival è stato un viaggio sentimentale che sto ancora elaborando: rivedere luoghi, persone, Elisa... E poi c’è la performance: su quel palco non sai mai come finirà». […]
[…] A Sanremo Marco Mengoni ha sottolineato la scarsità di donne nella competizione. Lei era in gara. «A Sanremo è andata così. Non credo ci sia volontà di non far emergere le donne. La presenza femminile nella musica riflette quello che accade nel Paese. Ma il clichè sta cambiando: sempre più donne sono anche musiciste, produttrici e autrici». […]
[…]Nei giorni scorsi Francesca Michielin (che qui firma con Ghemon «Tornerai») ha detto che gli artisti non devono compiacere il pubblico ma saper essere scomodi. Il testo di «Senza confine» tocca i temi dell’emergenza climatica e quello dei migranti: «L’ho scritta con Elisa, sono argomenti che condividiamo. Francesca ha ragione. Gli artisti devono schierarsi e non pensare solo a follower e cuori».
Anche contro Giorgia Meloni? «Spero che il primo ministro sappia cosa fare. Se le cose giuste le fa chi non ho votato va bene lo stesso». La questione del meme («Anche io sono Giorgia ma non rompo i cogl... a nessuno») che fece arrabbiare Meloni è archiviata? «Era un meme che ho riportato, non l’ho fatto io... Pensavo che avremmo riso tutti, lei compresa, invece abbiamo riso in tre... Spero che quando mio figlio crescerà saprà che mamma credeva in qualcosa».
2. GIORGIA: «ECCO BLU1, DENTRO C'È UN'ALTRA GENERAZIONE DI ARTISTI. I MIEI RIMPIANTI? LA LAUREA E IL MATRIMONIO MANCATI»
Estratto dell'articolo di Rita Vecchio per www.leggo.it
«Maurizio Costanzo è stato tra i primi a credere in me. Ero poco più che ventenne, fu dopo il mio primo Sanremo, e l'ospitata nel suo show è stata una delle mie primissime apparizioni». Il ricordo di Giorgia, reduce dall'ultimo Festival, per il giornalista scomparso tre giorni fa, corre indietro ai primi anni ‘90. […]
Cielo e terra: c’è una dedica ad Alex Baroni?
«Fa parte del mio vissuto, gli ho dedicato tante canzoni e una parte della mia vita è andata via con lui. Ma in questo disco c’è dell’altro che va oltre».
[…]
Francesca Michielin in una recente intervista, commentando la cinquina tutta maschile del podio sanremese, ha detto che siamo ancora lontani dalla parità e che forse, a parità di canzoni, c’è «un po’ di misoginia nel votare più i maschi che le femmine».
«E’ bello che una cantautrice giovane come lei ne parli. Non so se nel voto dell'ultimo Festival c'è stato questo. Dei passi avanti ci sono stati, negli anni ’90 era peggio. Allora, quando entravo in uno studio di registrazione dovevo guadagnarmi la fiducia del fonico e del produttore. Oggi la donna musicista è anche una donna che suona e produce. Non è che prima non ce ne fossero. Io, Elisa, Carmen Consoli. E prima ancora da Patty Pravo a Loredana Bertè. Ma siamo costrette a confrontarci perennemente con una mentalità sedimentata da millenni. La chiave è parlare alla nuova generazione dei maschi in modo diverso».
Che pensa dei monologhi del Festival dedicati alle donne?
«Ritagliare uno spazio al femminile è giusto. Ma dovremmo iniziare a parlare meno e a fare di più. Il mio momento con Elisa, oltre che musicalmente bello, è stato un esempio di come ci possa essere cooperazione femminile dove non c’è invidia e competizione».
Al di là degli orientamenti politici, è stata contenta dell’elezione di Giorgia Meloni come prima presidente del consiglio donna?
«In questo particolare momento in cui si parla di parità, meritocrazia e misoginia, lo trovo importante. Mi auguro faccia un buon lavoro visto che il nome Giorgia è una garanzia (scherza, ndr). Come grandi donne in politica ricordo Nilde Iotti, di cui nutrivo grande stima».
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Cantando Meccaniche Celesti, quali sono i suoi “sogni bucati come palloncini”?
«Ce ne sono tanti (sorride, ndr). Volevo fare l’insegnante di letteratura straniera, ma ho il grande rimpianto di non essermi laureata, come se mi sentissi in difetto. Avrei voluto suonare il pianoforte bene. E mi sarei voluta sposare».
Si sente in difetto anche su questo?
«No, non tanto. Mi sentivo più a disagio quando mi chiedevano se avrei fatto un figlio. Prima di Samuel ho avuto due aborti, e sentir ripertere la domanda mi ha fatto soffire. Dopo che è nato, hanno ricominciato a chiedermi quando avrei fatto l'altro. E’ un inconscio collettivo che ti assale, misto di retaggio culturale. Una donna deve essere libera di fare la sua vita come vuole. Non è tollerabile sentire che non sei donna se non hai figli».
Da madre di un adolescente, che pensa delle critiche alla troppa fluidità sul palco dell'Ariston per Rosa Chemical scatenato?
«Lui lo trovo molto intelligente e il resto l'ho visto come uno spettacolo. Le cose vanno conosciute e spiegate. La prima regola è parlare con i ragazzi. Da demonizzare è la violenza, non il bacio».
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Un esempio?
«L’essere tornata a Sanremo dopo 30 anni portando il fardello delle aspettative e il peso di non deludere. Sentivo una pressione allucinante. Ma fa parte della crescita personale, il senso della vita è cambiare. E’ stato quindi un atto di coraggio (ride, ndr).
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