battistelli mattioli julius caesar

PAZZO PER L’OPERA - ALBERTO MATTIOLI: “COMPLIMENTI AL CORAGGIO DELL’OPERA DI ROMA, CHE INAUGURA CON UNA NOVITÀ (NON ACCADEVA DAL 1901) E ANCHE A GIORGIO BATTISTELLI CHE, CON LA REGIA DI ROBERT CARSEN E LA BACCHETTA DI DANIELE GATTI, RILEGGE “JULIUS CAESAR” DI SHAKESPEARE - LA MUSICA E’ DENSISSIMA, “SCURA”, DI DIFFICILE ESECUZIONE MA NON DI DIFFICILE ASCOLTO. DOVE BATTISTELLI CONVINCE MENO È NELL’AFFRONTARE IL VERO PROBLEMA DEL LINGUAGGIO OPERISTICO CONTEMPORANEO: LA VOCALITÀ… - VIDEO

ALBERTO MATTIOLI PAZZO PER L OPERA

Alberto Mattioli su Facebook

 

Aggiornamento statistico. Ieri sera la mia recita d’opera numero 1.858: “Julius Caesar” all’Opera di Roma - Altra non recensione: soltanto qualche considerazione sparsa. Intanto, complimenti al coraggio dell’Opera di Roma, che inaugura con una novità (non accadeva - pare - dal 1901, con l’aggravante che allora furono “Le maschere”) e anche a Giorgio Battistelli che, con il libretto di Ian Burton e la regia di Robert Carsen, rilegge di nuovo Shakespeare (e che Shakespeare...).

 

Squadra che vince non si cambia dopo il magnifico “Richard III” di Anversa poi visto alla Fenice. Chapeau anche a Burton, che riduce il Bardo di due terzi ma conservandone spesso le parole, specie, con saggia accortezza teatrale di un pragmatismo tutto anglosassone, quelle più celebri: le battute famose ci sono tutte.

giorgio battistelli foto di bacco

 

Battistelli è un vero operista. La sua musica, densissima, “scura”, ritmicamente molto frastagliata, di difficile esecuzione ma non di difficile ascolto, funziona benissimo nella descrizione di atmosfere: la lunga attesa del primo atto (che va fino all’assassinio), le incertezze dei congiurati, le tergiversazioni di Cesare, le ambiguità di tutti sono narrate da un’orchestra che esprime quello che i personaggi non vogliono o non riescono a dire.

 

Raccontare il dubbio è difficilissimo: Battistelli ci riesce. Funziona molto bene anche la scena dell’uccisione e ho trovato bellissima, il vertice della partitura, quella dell’ultima notte di Bruto con l’apparizione del fantasma di Cesare.

 

 

Dove Battistelli convince meno è nell’affrontare il vero problema del linguaggio operistico contemporaneo: la vocalità. Tutti i personaggi cantano allo stesso modo, con un declamato che se da un lato permette di percepire tutte le parole (e che parole...), dall’altro non li differenzia affatto.

 

julius caesar 5

Paradossalmente, Cesare potrebbe cantare la musica di Bruto, e viceversa. Con tutto ciò, l’opera ha un’efficacia teatrale (che poi, a teatro, è quel che ci interessa davvero) indiscutibile, come dimostra alla “seconda” l’attenzione di un pubblico mesmerizzato.

 

Spettacolo di Carsen bello ma non bellissimo (per intenderci: non all’altezza degli ultimi due capolavori visti, “Iphigénie en Tauride” agli Champs-Elysées e “Il ritorno d’Ulisse in patria” alla Pergola). Ambientare il primo atto in un emiciclo parlamentare è un’idea bellissima ma che condanna l’azione a una certa staticità, e mi sembra che la gestione degli spazi e dei movimenti sia meno millimetricamente precisa che in altre occasioni. Con tutto ciò, Carsen resta Carsen, e il suo non meglio è migliore del meglio di quasi tutti gli altri.

julius caesar 11

 

Sul podio, un Daniele Gatti regale riesce non solo a risolvere i rebus esecutivi, ma anche a dare a ogni momento la giusta espressività. Sulla compagnia ho invece dei dubbi, nonostante sia ormai di regola, alle prime assolute, apprezzare tutti (facile, in assenza di termini di paragone).

 

robert carsen

Mi sembrano eccellenti il Cesare di Clive Bayley, che ricorda molto Trump, e soprattutto la rediviva Ruxandra Donose come Calpurnia, unico personaggio femminile. Ma per esempio sia il Bruto di Elliot Madore sia il Cassio di Julian Hubbard mancano di volume, specie quando devono cantare dalle lontane vette di Montecitorio.

 

A proposito, e concludo scusandomi per la prolissità: Cesare è un politico populista, quindi pollice verso. Ma anche i rituali pur necessari di tutti questi peones in abito grigio e ventiquattr’ore appaiono inconcludenti: è il paradosso della democrazia che, come diceva un altro inglese che sapeva usare le parole, resta la peggiore forma di governo, con eccezione di tutte le altre.

julius caesarjulius caesar2

 

julius caesar 55il maestro daniele gatti

 

Ultimi Dagoreport

trump musk xi

DAGOREPORT – DONALD TRUMP HA IN CANNA DUE ORDINI ESECUTIVI BOMBASTICI, CHE FIRMERÀ IL GIORNO DOPO L’INAUGURAZIONE: IL PRIMO INAUGURERÀ LA DEPORTAZIONE DI 9,5 MILIONI DI IMMIGRATI. MA IL SECONDO È ANCORA PIÙ BOMBASTICO: L’IMPOSIZIONE DEI DAZI SUI PRODOTTI CINESI - UN CLASSICO TRUMPIANO: DARE UNA RANDELLATA E POI COSTRINGERE L’INTERLOCUTORE A TRATTARE DA UNA POSIZIONE DI DEBOLEZZA. MA COME REAGIRÀ XI JINPING? CHISSÀ CHE AL DRAGONE NON VENGA IN MENTE DI CHIUDERE, PER LA GIOIA DI ELON MUSK, LE MEGAFABBRICHE DI TESLA A SHANGHAI…

trump musk bitcoin

DAGOREPORT - A.A.A. ATTENZIONE ALLA MONETA: RITORNA MINACCIOSA SULLA SCENA GEOPOLITICA DEL MONDO - SUCCEDE CHE QUELLO SVALVOLATO ALLA KETAMINA DI ELON MUSK, DA QUANDO HA FINANZIATO LA CORSA PRESIDENZIALE DI DONALD TRUMP, SI È MESSO IN TESTA DI TRASFORMARE LA CASA BIANCA IN CASA MUSK. E COME “PRESIDENTE VIRTUALE” DEGLI STATI UNITI, L'UOMO PIU' RICCO DEL MONDO HA IN MENTE DI SOSTITUIRE LA MONETA REALE CON UNA VIRTUALE, CON UNA LEGGE CHE PREVEDA GLI ACQUISTI DI BITCOIN PER LE RISERVE VALUTARIE DEGLI STATI UNITI - MA FATTI DUE CONTI, ALL’AMERICA FIRST DI TRUMP CONVIENE DI TENERSI STRETTO IL SACRO DOLLARO CHE, AD OGGI, RAPPRESENTA LA MONETA DI SCAMBIO DEL 60% DEL MERCATO INTERNAZIONALE -NEL 2025 TRUMP DOVRÀ VEDERSELA NON SOLO COL MUSK-ALZONE CRIPTO-DIPENDENTE: IN CAMPO È SCESO PREPOTENTE IL PIU' ANTICO NEMICO DEL “VERDONE” AMERICANO: L’ORO…

maria rosaria boccia gennaro sangiuliano giorgia meloni

IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO SANGIULIANO FIRMO' IL DECRETO DI NOMINA DI MARIA ROSARIA BOCCIA A SUA CONSULENTE – IL DOCUMENTO SBUGIARDA “GENNY DELON” (CHE AL TG1 MINIMIZZO' IN MODO VAGO “MI ERA VENUTA L’IDEA DI NOMINARLA”) E SOPRATTUTTO GIORGIA MELONI, CHE MISE LA MANO SUL FUOCO SULLA BUONA FEDE DEL MINISTRO (“HA DECISO DI NON DARE L’INCARICO DI COLLABORAZIONE. MI GARANTISCE CHE QUESTA PERSONA NON HA AVUTO ACCESSO A NESSUN DOCUMENTO RISERVATO”) – L’ITER SI BLOCCO', DANDO IL VIA ALL’INCHIESTA DI DAGOSPIA CHE PORTÒ ALLE DIMISSIONI DEL MINISTRO. MA QUESTO DOCUMENTO APRE NUOVE DOMANDE: 1) PERCHÉ, DOPO UN PRIMO STEP, LA NOMINA NON È STATA FINALIZZATA? 2) COSA È AVVENUTO TRA IL GIORNO DELLA NOMINA, E IL 26 AGOSTO, GIORNO DEL DAGO-SCOOP? 3) QUALCUNO È INTERVENUTO A BLOCCARE LA NOMINA A CONSULENTE DELLA BOCCIA? 4) CHI SI È MOBILITATO PER SILURARE L'IMPRENDITRICE? 5) DAVVERO TUTTO È AVVENUTO A COSTO ZERO PER LO STATO? 

pierferdinando casini e matteo renzi nel 2009

DAGOREPORT – RENZI CI AVEVA VISTO GIUSTO: VOLEVA COME LEADER DEL CENTRO PIERFERDINANDO CASINI - PECCATO CHE L’EX PRESIDENTE DELLA CAMERA ABBIA DETTO DI NO NELLA SPERANZA DI ARRIVARE, UN DOMANI, AL QUIRINALE. MA IL SUCCESSORE DI MATTARELLA VERRÀ ELETTO SOLTANTO NEL 2029 E FINO AD ALLORA, CAMPA CAVALLO, PUÒ SUCCEDERE DI TUTTO E DI BRUTTO -  “PIERFURBY” POSSIEDE I CROMOSONI PERFETTI PER FEDERARE LE DIVERSE ANIME ORFANE DI UN PARTITO LIBERALE CONSERVATORE A FIANCO DEL PD: DEMOCRISTIANO, BUONI RAPPORTI CON IL VATICANO, POI NELLE FILE DEL BERLUSCONISMO FINO ALL'ARRIVO COME INDIPENDENTE, GRAZIE A RENZI, NELL'AREA PD, IL BELL'ASPETTO, L'ELOQUIO PIACIONE E I 40 ANNI IN PARLAMENTO... (SE L’AMORE PER IL DENARO NON L'AVESSE RINCOJONITO, CHISSÀ DOVE SAREBBE OGGI RENZI)

antonio tajani cecilia sala giorgia meloni ali khamenei

DAGOREPORT - CON UN MINISTRO DEGLI ESTERI (E UN GOVERNO) ALL'ALTEZZA, CECILIA SALA NON SAREBBE FINITA IN UNA GALERA DI TEHERAN - LA NOTIZIA DELL'ARRESTO A MILANO DELLA ''SPIA'' IRANIANA ABEDINI, SU "ORDINE" USA, E' DEL 17 DICEMBRE. DUE GIORNI DOPO LA SALA VIENE IMPRIGIONATA - BENE, CONOSCENDO LA "DIPLOMAZIA DEGLI OSTAGGI" PRATICATA DALL'IRAN (ARRESTI UNO DEI MIEI, IO SEQUESTRO UNO DEI TUOI), PERCHE' LA FARNESINA E PALAZZO CHIGI, SOTTOVALUTANDO I "SEGNALI" DELL'INTELLIGENCE-AISE, NON SI SONO SUBITO ATTIVATI PER METTERE IN SICUREZZA GLI ITALIANI IN IRAN? - SCAZZO CROSETTO-TAJANI - NON SAREBBE LA PRIMA VOLTA CHE IL GOVERNO MELONI SI TROVA A GESTIRE NEL PEGGIORE DEI MODI UN DETENUTO NEL MIRINO DI WASHINGTON (NEL 2023 IL RUSSO ARTEM USS). IL VICEMINISTRO AGLI ESTERI, EDMONDO CIRIELLI (FDI), GIÀ ANNUNCIA CHE LA “SPIA” IRANIANA ''POTREBBE NON ESSERE ESTRADATA, HA COMMESSO UN REATO SOGGETTIVO, NORDIO STA STUDIANDO LE CARTE” (A NORDIO E MELONI CONVIENE FARE IN FRETTA, PRIMA CHE TRUMP SBARCHI ALLA CASA BIANCA) - VIDEO