diego maradona nel documentario di asif kapadia

IL CINEMA DEI GIUSTI - A QUALCUNO POTRÀ DARE NOIA IL RITRATTO IMPIETOSO DI'MARADONA DI ASIF KAPADIA, MA MOSTRA CON ESATTEZZA IL RAPPORTO DI SCHIAVITÙ CON IL SUCCESSO, CON LA TIFOSERIA E CON LA FOLLIA DEL MOMENTO - A FERLAINO SPETTA DI DIRCI LA VERITÀ, CHE MARADONA ERA COME PRIGIONIERO DI NAPOLI, DEL NAPOLI, DEI NAPOLETANI E DEI SUOI VIZI. CHE ANDARSENE, INSOMMA, FU UNA LIBERAZIONE – VIDEO

 

 

 

Diego Maradona di Asif Kapadia

Marco Giusti per Dagospia

 

diego maradona

Se siete vissuti col culto di Diego Armando Maradona, se pensate che sia meglio di Pelé e di Cristiano Ronaldo, soprattutto se tifate Napoli, non potete non vedere questo spettacolare documentario a lui dedicato di oltre due ore, Diego Maradona, diretto da Asif Kapadia, il regista premio Oscar di Amy e Senna, prodotto dalla HBO, un maestro delle vite difficili da ricostruire al montaggio con quintali di materiali inediti, da oggi a mercoledì nelle nostre sale.

 

diego maradona il documentario di asif kapadia 4

Già presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes, senza la presenza di Maradona, e poi a Napoli qualche giorno fa per un pubblico commosso di fan, questo Diego Maradona vanta la ricostruzione minuziosa del periodo napoletano del campione grazie a qualcosa come 500 ore di materiale mai visto che doveva servire per un film mai fatto,, ma anche l’assoluta libertà nel raccontare i sette anni napoletani di Diego tra calcio, amori, droga e camorra.

diego maradona il documentario di asif kapadia

 

Al punto che potrà dare noia a qualcuno questo ritratto impietoso di Maradona, ma che mostra con esattezza il rapporto di schiavitù col successo, con la tifoseria e con la follia del momento. “A mad film about a mad life” leggiamo sul “Guardian”. Difficile non rimanere avvolti dalla follia geniale di Maradona e dalla tenica di racconto avvolgente di Kapadia, l’asso per raccontare vite complesse e sfortunate come quelle di Senna e di Amy Winehouse.

 

asif kapadia

Qui ha la fortuna di affrontare un mito vivo. Un mito che ha intervistato assieme a molte altre persone, dal capo tifoseria Palummella a Bruno Giordano, da Ferlaino alla moglie Claudia, dall’operatore di fiducia che si porta dall’Argentina, Juan Carlos, che lo segue come un’ombra fin dal suo arrivo a Napoli il 5 luglio del 1984, accolto allo stadio da 60 mila tifosi adoranti. Kapadia tiene le interviste di oggi solo come commento audio, mentre scorrono le immagini del passato.

ferlaino maradona

 

Ne viene fuori un ritratto meno politico e militante di quello di Emir Kusturica, che poteva vantarsi di un Maradona sempre in campo, ma anche molto più documentato e pieno di materiali segreti. Grande spazio ha la storia del figlio non subito riconosciuto, Diego Armando jr, mentre a Ferlaino spetta di dirci la verità, che Maradona era come prigioniero di Napoli, del Napoli, dei napoletanI e dei suoi vizi. Che andarsene, insomma, fu una liberazione. All’anteprima napoletana il pubblico dei fan piangeva. Difficile rimanere indifferenti. In sala da oggi.

maradonamaradonadiego maradona napolidiego maradona il documentario di asif kapadia 1ferlaino maradonaFERLAINO E MARADONAdiego maradona il documentario di asif kapadia 5diego maradona il documentario di asif kapadia 7diego maradona il documentario di asif kapadia 6diego maradona 2maradonadiego maradona il documentario di asif kapadia 2diego maradona il documentario di asif kapadia 2diego maradona il documentario di asif kapadia 8diego maradona il documentario di asif kapadia 3

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...