IL CINEMA DEI GIUSTI - "ROVAZZI COL TRATTORE IN TANGENZIALE ANDRÀ A COMANDARE ANCHE AL CINEMA? PER IL SUO ESORDIO SUL GRANDE SCHERMO UNA GRAZIOSISSIMA FAVOLETTA MORALE IDEATA E DIRETTA DA GENNARO NUNZIANTE, "IL VEGETALE" – I CRITICI HANNO STORTO LA BOCCA. MA IO HO TROVATO IL FILM BEN SCRITTO E BEN DIRETTO" – VIDEO
Marco Giusti per Dagospia
Rovazzi col trattore in tangenziale andrà a comandare anche al cinema? Chissà? Stavolta davvero non riesco a capire se questa graziosissima favoletta morale ideata e diretta da Gennaro Nunziante, Il vegetale, per l’esordio cinematografico di Fabio Rovazzi e della sua costar, la piccola Rosy Franzese, possa trascinare tanta gente al cinema. Probabilmente sì.
Anche se all’anteprima romana i critici in generale hanno storto la bocca, definendo il film fragile, non divertente. Bocciato! A me, però, è piaciuto, l’ho trovato ben scritto, ben diretto, preciso nel suo voler fare qualcosa di davvero diverso, di controcorrente, civile, garbato. Un po’ come sono Rovazzi e Nunziante. Senza scordare quante centinaia di milioni di visualizzazioni hanno in rete i video di Rovazzi, e quanto lo adorino i bambini.
Ricordiamo, inoltre, che è un film targato Walt Disney, che la piccola e saccente Rosy Franzese, che nel film fa la sorellina di Rovazzi, è la star di Sirene in tv. E ricordiamo, infine, quanto valga Gennaro Nunziante al cinema, coi quattro film che ha scritto e diretto per Checco Zalone. E male ha fatto Pietro Valsecchi a staccarlo da Checco, perché una squadra da 50-60 milioni di incasso a film non si cambia, fosse solo per scaramanzia.
L’operazione, insomma, è molto più complessa di come sembrerebbe. Non è il solito film costruito in fretta su uno youtubber di successo con un piccolo budget, insomma. E’ una ricca produzione Disney Italia che lancia una star musicale potente come Rovazzi in un film di un regista da incassi miliardari come Gennaro Nunziante. E il tutto non è rivolto ai critici, ma ai ragazzini, anche a quelli molto piccoli, al pubblico di Coco e di Sirene. Senza rinunciare, però, all’autorialità dei suoi due autori. Perché Gennaro Nunziante inserisce Rovazzi, senza togliergli o cambiargli nulla del suo carattere, al centro di una storia con morale un po’ politica alla Checco Zalone.
Il suo giovane protagonista, 24 anni giovedì prossimo, si ritrova a cercar lavoro nella Milano e nell’Italia di oggi, fra adulti banditeschi, compreso un padre manigoldo e assente per anni, Ninni Buschetta, finito in coma, che gli lascia in eredità, oltre a una ditta di costruzioni truffaldina, una sorellina, Rosy Franzese, ricca e viziata, che lui non conosce. Mentre il personaggio di Checco Zalone sconvolgeva la realtà con una cafonaggine da italiano medio ignorante che nascondeva però una purezza d’animo, il personaggio di Rovazzi sconvolge la realtà perché è onesto da apparir stupido, per questo il padre lo chiamava il vegetale, e non accetta nessun tipo di compromesso con la società manigolda che lo circonda. Chiude così l’industria del padre e si ritrova presto senza soldi e senza lavori.
Accetta un lavoro sotto-sottopagato di raccoglitore di pomodori in un paesino, assieme a una massa di immigrati africani, che lui vive come fosse uno stage da impiegatuzzo milanese. Con una faccia immobile alla Buster Keaton, Rovazzi non fa una piega di fronte alla durezza del lavoro, che porta a termine con il solito modello di onestà e rispetto per gli altri. Conoscerà uno strano amico, Armando, interpretato da Luca Zingaretti, che lo aiuterà non poco, si innamorerà di una bella maestra, Paola Calliari, e riuscirà a farsi voler bene dalla sorellina. Alla fine dello stage, diciamo così, dovrà tornare a Milano, ma l’esperienza del ritorno alla terra sarà stata più che fruttuosa. Facile vedere già nella storia molti dei temi dei film di Zalone-Nunziante.
Ovvio che Rovazzi, non essendo un comico, non è divertente come Zalone. Ma porta dentro il film il suo personaggio stralunato e innocente, che i ragazzini suoi fan conoscono benissimo, una logica ferrea di onestà e di rispetto che è davvero controcorrente nell’immaginario del paese di oggi. Se in un video a Rovazzi gli è bastato muovere le spalle per funzionare, cosa potrà fare con tutto un film da protagonista? In sala dal 18 gennaio. ps non male la battuta sull’Arcigay di Giovinazzo detta da un nuovo comico pugliese post-checco, Alesso Giannoni.