
LA CANNES DEI GIUSTI - SVEGLIATE SOLLIMA E I REGISTI DI "GOMORRA": DOPO "SICARIO", LA LORO NAPOLI VIOLENTA RISPETTO A JUAREZ SEMBRA UNA SALA DA BALLO PER PENSIONATI DI RICCIONE
Marco Giusti per Dagospia
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Buone notizie. A parte che e' arrivata Conchita De Gregorio e gia' c'e' chi freme per la proiezione di domattina di "Youth" di Paolo Sorrentino, terzo e ultimo film italiano del concorso (ma non doveva venire Matteo Renzi?), il thrillerone di stamane "Sicario" con un Benicio Del Toro da urlo, la poliziotta Emily Blunt che piagne troppo e il grande Josh Brolin come uomo della Cia, e' un firmone girato benissimo con una grande fotografia di Roger Deakins, l'occhio dei capolavori dei Coen, musica paurosa di Johan Johansson che lancia il regista canadese Denis Villeneuve, autore di "Incendies" e del ben piu' modesto "Prisoners", tra i grandi cineasti d'azione di questi ultimi anni.
Grandi applausi, ovviamente, perche' e' un grande film popolare, da noi uscira' il 17 settembre, e un buon film da festival. Niente di veramente nuovo come storia, un gruppo di poliziotti e uomini dell'FBI e della Cia assortiti cercano di eliminare un boss della droga messicano entrando e uscendo dal confine, ma Villeneuve ha un gran gusto per la costruzione dei personaggi e delle situazioni piu' drammatiche.
L'attraversamento della citta' di Juarez e' pazzesco, e la grande sequenza dell'operazione nel deserto, ripresa con i visori notturni dell'esercito, a dimostrazione che la guerra sul confine messicano e quelle in Iraq e Afghanistan non sono cosi' diverse, e' memorabile.
Emily Blunt, soldatino coraggioso e fedele alla legge e al proprio paese, avra' qualche difficolta' a accettare le regole fuori dalla legge di Josh Brolin e del suo partner colombiano, Benicio Del Toro, ma saranno loro a dare un senso alla missione. Ripeto, niente che non si sia gia' visto in "Trafic" o in "Non e' un paese per vecchi", magari, ma Villeneuve e il suo cast tecnico mettono in scena un film che segnera' la prossima stagione. Quindi svegliate Stefano Sollima e i registi di "Gomorra - La serie", la loro Napoli violenta rispetto a Juarez sembra una sala da ballo per pensionati di Riccione.