IL CINEMA DEI GIUSTI - CERTO UN FILM CON COSSIGA CACCIATORE DI VAMPIRI, OVVIAMENTE COMUNISTI, INFILTRATI NEL NOSTRO PAESE NON SAREBBE MALE. MA SOLO GLI AMERICANI SI POSSONO PERMETTERE QUESTA TOTALE STRAVAGANZA CHE VEDE ABRAMO LINCOLN A CACCIA DI VAMPIRI RAZZISTI CHE SI ALLEANO COI RICCHI PROPRIETARI TERRIERI SUDISTI NELLA GUERRA DI SECESSIONE - GIOCATTOLO COSTATO 69 MILIONI $, E NON COMPLETAMENTE RIUSCITO, VISTO CHE NE SONO TORNATI SOLO 35 A CASA OLTRE A UNA VALANGA DI CRITICHE NEGATIVE….
Marco Giusti per Dagospia
Certo, se un regista italiano proponesse a un produttore un horror storico-demenziale con De Gasperi o Gronchi o Segni (o Cossiga!) cacciatori di vampiri, verrebbe preso a calci dopo dieci secondi. Ma gli americani sono strani e si possono permettere anche questa totale stravaganza, scritta e ideata da Seth Graham-Smith, prodotta da Tim Burton e diretta dal regista kazako Timur Bekmambetov, già responsabile dell'action movie "Wanted" e del delirante fantascientifico "I guerrieri della notte", che come spiega bene il titolo originale, "Abraham Lincoln: Vampire Hunter" (da noi è tradotto con un più innocuo "La leggenda del cacciatore di vampiri"), vede il grande presidente americano Abramo Lincoln a caccia di vampiri, che riesce a far fuori armato di un'ascia con la lama imbevuta d'argento.
Non solo. I vampiri in questione, non solo sono razzisti, ma si alleano coi ricchi proprietari terrieri sudisti nella Guerra di Secessione e solo l'eroismo del nostro cacciatore di vampiri nonché presidente d'America riuscirà a fermarli nel diabolico piano di impossessarsi del paese. "Non abbiamo mai avuto un paese tutto per noi" esclama con ghigno diabolico il capo dei vampiri, Rufus Sewell, progettando il controllo totale degli Stati Uniti.
Ovvio che non ce la farà , ma intanto un esercito di vampiri con la bandiera confederata sta massacrando i soldati del nord a Gettysburgh e solo un treno carico di pallottole d'argento potrà cambiare il corso della storia. Giocattolo costosetto, diciamo 69 milioni di dollari, e non completamente riuscito, visto che ne sono tornati solo 35 a casa oltre a una valanga di critiche negative, ci diverte parecchio quando è puro fumetto e pura azione, meno quando si tratta di far combinare il delirio ideato da Seth Graham-Smith con la storia d'America.
Così a una prima parte scatenata, con il giovane Lincoln in quel di Springfeld, Illinois, che lavora il giorno come garzone di bottega e la sera la passa a caccia di sporchi vampiri da eliminare inseguendo una sua vendetta personale (un vampiro ha morso e ucciso la sua mamma), segue una seconda un po' più pesante con Lincoln cinquantenne e preoccupato delle sorti della guerra, salvata però da un grande regolamento di conti finale coi vampiri.
Rispetto a "Dark Shadows" di Tim Burton, dotta ma non riuscitissima ricostruzione dei vampiri televisivi della giovinezza di Burton e Johnny Depp, scritta sempre da Seth Graham-Smith, che sarà responsabile anche del nuovo progetto di Burton, "Beetlejuice 2", questo è un film più moderno e camp, che va dritto per la sua strada senza obblighi di sorta col pubblico dei cinefili e dei fan dell'horror.
C'è solo qualche accenno ai grandi Lincoln della storia del cinema, cioè a Henry Fonda ("Alba di gloria" di John Ford) e a Raymond Massey, ma è tutto toccato con la leggerezza dell'action movie. Inoltre sceglie la strada, molto criticata dai cinefili, di mettere in scena la sua folle storia senza nessuna ironia, ma proprio così riesce a farci digerire facilmente le avventure del suo cacciatore di vampiro. Vogliamo credere e impaurirci davanti alle storie dell'orrore, non riderci sempre su.
Gioca bene anche le carte di un cast di attori abbastanza inediti, da Benjamin Walker come Lincoln a Dominic Cooper come Henry, suo padrino nella caccia ai vampiri, dalla vampiretta di Erin Wasson, una stupenda top model già vista in "Somewhere" alla fedele moglie Mary Todd di Mary Elizabeth Wastead (una delle ragazze di "Grindhouse").
Inoltre si inserisce sia nel nuovo filone degli "americana", cioè film di rilettura delle grandi tradizioni americane, che abbiamo visto diretti tutti o quasi da registi provenienti dalle più svariate parti del mondo, come il neozelandese Andrew Dominick o il brasiliano Walter Salles, sia in quello della riproposta del tema della schiavitù e dello schiavo liberato che affronta il suo passato, che vedremo protagonista anche degli imminenti "Django Unchained" di Tarantino e di "Twelve Years a Slave" di Steve McQueen.
Quanto all'uso sfrenato di Bekmamnetov e di Dario Argento dell'argento per far fuori i vampiri se ne potrebbe discutere (non serviva per eliminare i lupi mannari), ma possiamo digerire anche quello. Certo un film con Cossiga cacciatore di vampiri, ovviamente comunisti, infiltrati nel nostro paese non sarebbe male...
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