GOOGLE DAL VOLTO UMANO – D’ASARO BIONDO, MANAGER DI GOOGLE EUROPE: “NOI NON RUBIAMO CONTENUTI A NESSUNO, SIAMO PRONTI A TRATTARE CON GLI EDITORI” – “IL VERO ERRORE È CONSIDERARE L’INDICIZZAZIONE AL PARI DELLA DIFFUSIONE”

Francesco Manacorda per “la Stampa

 

«Diciamo le cose come stanno. Google non ruba i contenuti a nessuno. Siamo stati e siamo sempre disponibili a trattare con gli editori, in Italia come in altri Paesi, ma bisogna basarsi su dati concreti e serve sincerità da entrambe le parti».

 

CARLO DASARO BIONDOCARLO DASARO BIONDO

No, a Carlo D’Asaro Biondo, presidente delle relazioni strategiche di Google in Europa, non è proprio piaciuta l’intervista rilasciata la scorsa settimana a La Stampa dal presidente della Fieg Maurizio Costa. Costa chiede al colosso delle ricerche su Internet di sedersi a un tavolo per trattare i diritti degli editori, domandando anche che Google «ci paghi i nostri prodotti editoriali che immette nel suo sistema».

 

È così D’Asaro? Google usa articoli, foto e filmati dei giornali nel suo motore di ricerca e nel servizio Google News?

«No. Noi facciamo una cosa molto diversa da utilizzare contenuti altrui. Noi indicizziamo quei prodotti, nel senso che permettiamo all’utente che fa richieste su un dato argomento di accedere alle fonti che di quell’argomento trattano. Ma è sempre l’editore che sceglie se e come i suoi prodotti devono essere indicizzati, se chi naviga può disporre di un intero articolo o solo di una parte, se la lettura sul sito dello stesso editore è gratuita o a pagamento... Insomma la nostra è solo una forma di promozione. E ovviamente siamo sempre disponibili a lavorare con gli editori per sviluppare nuovi prodotti che possano massimizzare i loro introiti: sia che si tratti di accessi a pagamento, sia di inserzioni pubblicitarie».

 

Eppure non tutti sembrano soddisfatti. E non solo in Italia, visto che anche in Paesi come la Francia o la Spagna avete avuto problemi...

google news google news

«Capisco che alcuni editori tradizionali abbiano marchi forti e possano dunque non essere interessatissimi, ma altri editori di giornali più piccoli o di stampa locale guardano con grandissimo interesse al nostro modello. Quando il mese scorso abbiamo lanciato la nostra Digital News Initiative con otto grandi gruppi editoriali europei abbiamo visto un numero importante di giornali interessati: sono attratti dal nostro modello di business e dalla nostra volontà di sviluppare prodotti in comune».

 

Nella Dni ci siamo per l’Italia anche noi de La Stampa. I vostri critici sostengono che avete lanciato l’iniziativa anche per rompere il fronte degli editori in Europa. Cosa replica?

«Che non è così. La Dni si basa su tre punti fondamentali: lo sviluppo di prodotti comuni con gli editori, che ci aiuteranno a capire quali sono i modelli migliori per creare fatturato e come misurare e interpretare il traffico di utenti; la formazione dei giornalisti alle nuove tecnologie: infine abbiamo un fondo che siamo felici di offrire agli editori che fanno investimenti a lungo termine in queste tecnologie».

google 3277450bgoogle 3277450b

 

Dal cahier des doléances della Fieg: dovreste condividere con gli editori i ricavi pubblicitari...

«Siamo d’accordo sulla condivisione dei ricavi pubblicitari, tanto che abbiamo sviluppato tecnologie per condividerli attraverso YouTube o attraverso le nostre piattaforme pubblicitarie. E siamo comunque disponibili a discutere con gli editori le condizioni per l’utilizzo delle nostre piattaforme».

 

Altra accusa: dovreste riconoscere agli editori i diritti d’autore per i loro prodotti e invece non lo fate.

«Noi non facciamo nulla senza rispettare il diritto d’autore. Ma considerare l’indicizzazione uguale alla diffusione del contenuto significa essere in errore o in malafede».

 

il progetto  dello schermo di google a times squareil progetto dello schermo di google a times square

Ulteriore punto dolente sollevato da Costa: Google deve condividere con gli editori i dati degli utenti...

«I dati sono degli utenti e noi di Google non li vendiamo a nessuno. Semplicemente, con il consenso dell’utente gli forniamo alcuni servizi, sempre rispettando la sua privacy. Dunque, siamo disponibili a pensare a nuovi prodotti, ma tenendo presente la tutela della privacy degli utenti. I dati non sono nostri e non possono essere nemmeno della Fieg».

 

Ma se la realtà per voi è così diversa da come la dipinge il presidente degli editori sarà difficile che raggiungiate un accordo, no?

Maurizio Costa FiegMaurizio Costa Fieg

«In effetti mi chiedo mi chiedo chi rappresenta oggi la Fieg, perché sento dal presidente Costa discorsi molto diversi da quelli che sento da piccoli editori o anche dalla stampa estera. Abbiamo fatto tante proposte e vogliamo che l’editoria abbia successo: è un valore sociale ed economico importantissimo ed è fondamentale per la democrazia. Con la Fieg ci siamo già incontrati varie volte e siamo disposti a rincontrarci».

 

Ultimi Dagoreport

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...