1. BLOCCO DUNQUE SONO! POCHI SE NE SONO ACCORTI MA AL GOVERNO C’È ANCHE UN CERTO ALFANO CHE NON VUOL FARE IL CLANDESTINO E BLOCCA LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA 2. CERTO, MANCA LA PAATA BOLLENTISSIMA DELLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE, A PARTE UN PICCOLO ANTIPASTO SULLE CONVERSAZIONI DI TERZI NON INDAGATI. E SULLA PARTE PENALE LA RIFORMA DEL MINISTRO ORLANDO NON BRILLA PER GARANTISMO E SI RISCHIA DI LASCIARE QUESTA BANDIERA NELLE MANI DI FORZA ITALIA, PERÒ QUELLO CHE INTERESSA A RENZIE È PARTIRE SUBITO CON IL CIVILE, DOVE C’È L’ACCORDO DI TUTTA LA MAGGIORANZA 2. PER ALFANO QUESTA È UN’OCCASIONE IMPERDIBILE PER FAR VEDERE CHE ESISTE. NON SOLO, MA ANCHE PER RESTRINGERE IL CAMPO DELLE MEDIAZIONI POSSIBILI TRA PD E FORZA ITALIA 3. AL SENATO LA MAGGIORANZA È DI SOLI 9 VOTI E IL SOCCORSO AZZURRO PUÒ ESSERE DECISIVO. UN SECONDO NAZARENO È IN AGGUATO E ALFANO FARÀ DI TUTTO PER EVITARLO

Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

 

1. BLOCCO DUNQUE SONO

RENZI ALFANORENZI ALFANO

Ha tutte le ragioni di questo mondo, Angelino Alfano, per bloccare la riforma della giustizia preparata dal collega Andrea Orlando. A parte le norme sulla velocizzazione del processo civile, sulle quali non sembrano esserci grandi problemi, ci sono grandi perplessità sulla responsabilità civile dei magistrati, regolata in modo molto “soft” per dare meno fastidio possibile alle toghe.

 

E poi mancano le intercettazioni telefoniche, a parte un piccolo antipasto sulle conversazioni di terzi non indagati. Sul fronte della prescrizione c’è un chiaro allungamento dei processi e ci sono paletti per ridurre le impugnazioni delle sentenze. Un impianto non certo “garantista” e non in linea con le idee dell’Ncd che, va detto, sono in sostanza le stesse di Forza Italia.

RENZI ALFANORENZI ALFANO

 

Però la riforma è chiaramente in due tempi e a Renzie interessa solo partire a razzo con il civile, mentre per il resto c’è ancora tempo per trattare. Invece gli alfaniani hanno dato lo stop su tutto e il motivo è presto spiegato. Questa è un’occasione imperdibile per far vedere che ci sono, che esistono, che hanno un qualche peso nella maggioranza.

 

Non solo, ma è anche un modo per restringere il campo delle mediazioni possibili tra Pd e Forza Italia, visto che il partito del Cavaliere non aspetta altro che di essere coinvolto nella trattativa. Al Senato la maggioranza è di soli nove voti e il soccorso azzurro sulla riforma della giustizia può essere importante. Un secondo Nazareno, ancorché smentito da Renzi, è in agguato e Alfano farà di tutto per evitarlo.

Andrea OrlandoAndrea Orlando

 

2. RIFORMA À LA CARTE

Dopo tanto mediare da parte del ministro Orlando arriva dunque il momento della verità sulla riforma della giustizia. E arrivano i problemi con gli alfaniani. “Riforma della giustizia, la maggioranza si divide sul nodo intercettazioni. Il Ncd critica anche il nuovo regime della prescrizione.

 

Il no di Forza Italia: opposizione dura ai ‘manettari’” (Repubblica, p. 2). Nel retroscena di giornata, il giornale diretto da Ezio Mauro spiega: “La trincea sarà ancora il Senato. Renzi: non farò un Nazareno bis”. E via Twitter il premier annuncia di voler dimezzare a 20 giorni la chiusura estiva dei tribunali e di voler ridurre della metà l’arretrato civile nel giro di mille giorni (p. 3). 

 

Silvio Berlusconi Silvio Berlusconi

Anche il Corriere scrive che la maggioranza è divisa sulle intercettazioni e che la prescrizione è a rischio (p. 2), ma si dedica già a indagare sui margini di accordo con Forza Italia, che al momento sembrano stretti: “Il no di Berlusconi: se resta così, per noi è inaccettabile. Per Forza Italia nessuno dei capitoli illustrati dal ministro “va nella giusta direzione”. Ma il leader si affida a Verdini per la mediazione: no ad accelerazioni” (p. 2). Il  Giornale spiega “I dubbi di Berlusconi: sul processo penale troppi favori alle toghe. L’ex premier perplesso, ma attende il testo definitivo. Oggi il vertice ad Arcore con i big di Forza Italia” (p. 10).

 

DENIS VERDINIDENIS VERDINI

Sulla Stampa, il timore dell’Ncd: “Alfaniani sulle barricate. ‘Questa riforma sbilanciata ci dà in pasto a Berlusconi” (p. 2). La paura è quella di lasciare tutta la bandiera garantista nelle mani dei berlusconiani. Mentre il Messaggero analizza le mosse di Pittibimbo, che anche ieri ha scavalcato un suo ministro fissando le priorità sulla giustizia: “Renzi: senza intesa decido io, non mi faccio impantanare.

 

“E’ il solito vecchio giochino per fermare il cambiamento, ma questa volta sarà un flop’” (p. 3). Il Cetriolo Quotidiano tira le somme così: “Senza l’appoggio di B. la giustizia si impantana. Ncd si mette di traverso, Orlando porterà domani in consiglio dei ministri le linee guida, ma l’unica che va avanti è la riforma del processo civile” (p. 3).

giancarlo padoan  giancarlo padoan

 

3. NON FA SOSTA LA SUPPOSTA

Il governo è sempre a caccia di denari freschi e allora ripartono le privatizzazioni. Repubblica riporta: “Entro novembre sul mercato un altro 5%. Lo Stato si stacca dai colossi Eni-Enel. Sarà scelto il momento più adatto in base alle condizioni di mercato. L’azionista pubblico scenderà sotto il 30%, mettendo a rischio il controllo azionario. L’obiettivo è un incasso di 5 miliardi di euro da usare per il taglio del debito pubblico. I piani originari prevedevano innanzitutto la dismissione del 40% delle Poste” (pp. 6-7). 

mario draghi 1mario draghi 1

 

Intanto si definiscono le misure messe nel decreto “Sblocca Italia”: “Sconto fiscale per chi affitta alloggi nuovi. Vendita ‘forzata’ per le municipalizzate. Nella bozza del decreto Sblocca Italia l’ipotesi di un bonus Irpef del 15% per le abitazioni affittate. Regolamento edilizio unico per i Comuni, 4 miliardi per le grandi opere” (Corriere, p. 8). 

 

Sul fronte internazionale, l’Italia assiste sempre col fiato sospeso al dibattito su flessibilità di bilancio e mosse della Bce di Draghi. Ieri è intervenuto il ministro delle finanze tedesco: “Schaeuble gela Draghi. Ma il Btp supera anche i titoli americani. Il tedesco: male interpretate le parole del presidente della Bce. I grandi investitori scommettono sul piano da mille miliardi dell’Eurotower” (Stampa, p. 8).

stefano bonaccini stefano bonaccini

 

4. LA BELLA POLITICA

Scontro tra renziani per le regionali dell’Emilia Romagna. “Bonaccini-Richetti. In Emilia il primo derby tra due big renziani. Getta la spugna Manca, gradito ai bersaniani. Serracchiani: ora basta con i personalismi” (Repubblica, p. 10). Per il Corriere, “Due renziani contro per il dopo Errani: le primarie d’Emilia diventano un caso. Richetti e Bonaccini sciolgono la riserva. Nel Pd sarà gara a cinque. Esito inatteso, pare anche dal premier. A rischio gli equilibri in una terra a forte influenza bersaniana” (p. 17). Alla fine Renzie potrà dire di aver vinto comunque.

Matteo Richetti Matteo Richetti

 

Intanto in casa grillina non si ferma l’escalation verbale: “Grillo alza il tiro. L’obiettivo di cementare la base. Il leader: ‘Giornalisti falsari’. E il senatore Airola, membro della commissione di Vigilanza, attacca i direttori dei tg Rai. Stampa, welfare e referendum sull’euro. Nel Movimento vince la linea dei falchi” (Corriere, p. 17)

 

5. TELECOM-MEDIA DO BRASIL

Dopo il cda di Telecom Italia è attesa per le decisioni di Vivendi, al centro dell’asta sulla brasiliana Gtv. “Telefonica e Telecom alla resa dei conti per Gtv. Spunta il terzo incomodo. I cda dei due gruppi definiscono offerta e rilancio. Intanto Oi Telemar annuncia le mire su Tim Brasil. Guerra di nervi e contromosse, in terra brasiliana si decide il futuro dei due colossi tlc. Alierta sta giocando la partita a tutto campo sfidando anche l’autorità antitrust sudamericana” (Repubblica, p. 24).

costa smeralda   beppe grillo  10costa smeralda beppe grillo 10

 

Per il Corriere, “Telecom-Telefonica, sfida da 7 miliardi. Consiglio fiume del gruppo italiano per l’offerta a Vivendi sulla brasiliana Gvt. Ieri sera si è tenuto in Brasile anche il board della controllata Tim Brasil” (p. 29). La Stampa ricorda che c’è anche il Biscione, spettatore interessato: “Mediaset, il convitato di pietra del risiko. La convergenza tra tlc e contenuti e il possibile ruolo del Biscione” (p. 23).

 

Secondo il Giornale, infine, “Dietro a Oi c’è l’ombra di Alierta. L’offerta per Tim Brasil porta a quello spezzatino che gli spagnoli aspettano da anni” (p. 20).

 

6. A VOLTE RITORNANO

Il Corriere si mette sulle tracce di Sergio Cragnotti, l’ex patron della Cirio, e scopre un po’ di cosette interessanti: “Dal rosso di Montepulciano al trust. Le tracce della famiglia Cragnotti. La tenuta in Toscana e il mistero della Cirio in Lussemburgo. Triangolazioni tra Panama e Scozia per schermare i beni di famiglia. Il ruolo di Fioranelli”, faccendiere con base in Svizzera (p. 31). Passano gli anni e Cragnotti è sempre Cragnotti.

MARCO PATUANOMARCO PATUANO

 

7. TANGENTI IN INDIA, MEGLIO PATTEGGIARE

In attesa della sentenza, prevista per ottobre, sui manager Orsi e Spagnoletti, Agusta sceglie di patteggiare 8 milioni a Busto Arsizio. Come scrive il Corriere, “accordo tra le società di Finmeccanica e la Procura. Il caso della commessa dei dodici elicotteri, la strategia per non vedersi bloccati i contratti pubblici. Per quanto riguarda la holding Finmeccanica, invece, il pubblico ministero aveva già deciso l’archiviazione” (p. 18). Il processo si è molto sgonfiato, ma questo patteggiamento rappresenta un punto a favore per i pm.

cesar_aliertacesar_alierta

 

8. ULTIME DA UN POST-PAESE

Disavventura con la polizia per il mitico Frati, l’eterno rettore della Sapienza di Roma. La racconta Repubblica: “Roma, urla e spintoni in commissariato. La questura denuncia il rettore della Sapienza. La polizia blocca un romeno che distribuiva volantini contro un candidato alla successione di Frati. Che si scontra con gli agenti e poi accusa: ‘Siete forti coi deboli’. L’irruzione in commissariato: “Questa è la mia università e quest’uomo non ha fatto nulla di male’. Parapiglia finito in carta bollata: abuso d’ufficio, resistenza a pubblico ufficiale e calunnia”. La calunnia è perché Frati si è anche esibito nell’insulto “Polizia di m.”. Un esempio per gli studenti tutti (p. 21).

Vincent BollorèVincent Bollorè

 

LUIGI FRATI LUIGI FRATI sergio cragnotti foto mezzelani gmt sergio cragnotti foto mezzelani gmt

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…