bruce springsteen

IL GRANDE ROMANZO AMERICANO? È QUELLO DI BRUCE SPRINGSTEEN – IL “BOSS” E LA GRANDE ARTE TUTTA AMERICANA DI FONDERE CULTURA POP E CULTURA “ALTA”. IL LIBRO “COME UN KILLER SOTTO IL SOLE” DI LEONARDO COLOMBATI RACCOGLIE TESTI SCELTI DI SPRINGSTEEN – VERSI E STROFE CHE DIVENTANO INQUADRATURE, SCENE, PERSONAGGI SFACCETTATI E EPICI. IN UNA PAROLA: L’AMERICA, OGGI

Marco Cubeddu per “il Giornale”

 

LEONARDO COLOMBATI COME UN KILLER SOTTO IL SOLE

«È una semplice verità, da tempo riconosciuta negli Stati Uniti, dove la musica popolare è considerata parte integrante di una sola tradizione nella quale coabitano in perfetta armonia Herman Melville e Walt Whitman, Robert Johnson e Louis Armstrong, John Ford e Bruce Springsteen».

 

Così scrive nella prefazione al volume Bruce Springsteen. Come un killer sotto il sole, il maestro Ennio Morricone. Che precisa, non senza qualche polemica: «Qui da noi in Europa, invece, la frattura tra cultura popolare e cultura per così dire nobile, creatasi secoli fa, ancora non si è saldata.

 

un selfie con bruce springsteen

Come il cinema, nonostante l' abbondanza di capolavori impressi nella memoria di tutti noi, stenta ancora a essere accettato semplicemente per quello che è ossia un' arte sviluppatasi a partire dalla narrativa, dalle arti visive e dalla musica così, nel campo musicale, tra la musica colta e il pop vi è ancora un abisso».

 

bruce springsteen

Leonardo Colombati, scrittore, saggista, appassionato di musica rock e pop e affettuoso stalker ai live del Boss fin dall' 85, si propone di colmare quest' abisso dando alle stampe un volume a dir poco poderoso. Quasi 850 pagine in cui sono raccolti in gran numero testi scelti (accuratamente tradotti e arricchiti di un' utilissima, quanto severamente arbitraria, punteggiatura), una fedele cronologia, un apparato critico imponente e un' introduzione che, da sola - come scrive il critico musicale Dave Marsh, maestro di Colombati - è in grado di «trasformare il nostro modo di pensare a Bruce, al rock, alle relazioni profonde della cultura popolare con la cultura classica e ai rapporti di Springsteen con la cultura americana».

 

bruce springsteen

Colombati, nel ripercorrere la storia della musica rock nel suo insieme, si premura di far emergere prepotentemente la qualità letteraria dei primi quarant' anni di carriera del Boss, animando con trasporto il labirintico intreccio di fonti e divagazioni di quello che potremmo definire il Grande Romanzo Americano di Springsteen, «o come dice lo stesso Springsteen, la sceneggiatura del grande film per un drive-in americano».

 

the boss

Versi e strofe di questo straordinario storyteller (a metà tra un vecchio bluesman e un instancabile folksinger) diventano nella nostra testa inquadrature e scene, ritratti di personaggi sfaccettati presi nei momenti cruciali della loro vita - quelli in cui bisogna saper prendere o lasciare, andare o restare, vincere o perdere tutto restituendoci tutta l' epica di cui è capace un working class hero fuoriuscito dall' acciaio nelle paludi del Jersey alcuni nebbiosi anni fa, sobborghi dove la rabbia e i sogni del Jersey - metà stato giardino, metà stato spazzatura - si mescolano alla rabbia e ai sogni di riscatto, celebrazione e critica del sogno americano, e quindi occidentale, contemporanea Spoon River di una generazione stretta tra brucianti fallimenti e smisurate ambizioni.

 

bruce springsteen

«Quando Bruce Springsteen canta non è divertente; è un fottuto trionfo!», dice di lui Pete Townshend, degli Who. Un trionfo che diventa il mito born in the U.S.A per definizione, prisma di rifrazione dei tanti miti raccontati in queste pagine: il mito biografico dell' ascesa di Bruce Springsteen, paladino dei tanti nati per correre lontano da una città piena di perdenti, il mito americano, i miti della cultura alta e bassa, il mito dei fan e del rapporto con il loro idolo, il mito del rock 'n' roll. Soprattutto il mito del rock 'n' roll.

 

medaglie di obama bruce springsteen

Il rock che è vivo, il rock che è morto, il rock che non si sente troppo bene. E il Nobel a Dylan, e i testi delle canzoni che sono o non sono poesie, eccetera eccetera. Colombati non lesina domande e risposte, anche insolubili, tra musica e letteratura: «a furia di concentrarsi sull' incolmabile distanza tra poesia e canzone ora in nome dell' autosufficienza del testo poetico, che ha già in sé una propria musica, ora facendo leva sulla dipendenza delle lyrics dalla melodia e dall' armonia si è finito col sottovalutare il terzo elemento costitutivo della canzone: la performance.

 

BRUCE SPRINGSTEEN

Nell' importanza fondamentale della voce risiede l' unica drammatica differenza tra canzone e poesia». La sintesi del Boss è ancora più efficace: «parlare di musica è come parlare di sesso. Meglio darne una dimostrazione pratica». Se è vero che, della morte del rock, come della morte del romanzo, non si può non parlare, ma al bar cascano le braccia, è anche vero che, a leggerne in forme così organizzate e appassionate, ci si sente un po' come ai concerti di Sprinsgteen, al cospetto di una potente esplosione di pubblica intimità. E più vivi che mai.

BRUCE SPRINGSTEEN AL BOLOGNESEjimmy fallon bruce springsteen

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…