IL GURU DELLA COCAINA - MATTEO CAMBI: ''QUANDO ERO IN ASTINENZA GRATTAVO I MURI CON LA BIBBIA, E SIMULAVO CHE L'INTONACO FOSSE BAMBA. MI FACEVO DIECI PEZZI AL GIORNO. SONO VIVO PER MIRACOLO'' - L'AUTOBIOGRAFIA DEL FONDATORE DEL MARCHIO GURU, DAI MILIONI ALLA GALERA, FINO ALLA DISINTOSSICAZIONE
“La cocaina gestiva le mie emozioni. Quando ero in astinenza grattavo i muri pensando fossero di cocaina”: è una confessione choc quella di Matteo Cambi, inventore del marchio GURU, quello con la nota margherita, diffuso alcuni anni fa.
Nel suo libro “Margherita di spine. Ascesa e caduta dell’inventore di GURU”, scritto da Gabriele Parpiglia, edito da Mondadori e in vendita dallo scorso 9 febbraio, Matteo Cambi confida:
“La cocaina gestiva le mie emozioni. I miei alti e i miei bassi. Mi facevo dieci pezzi al giorno e quando ero in astinenza, grattavo il muro con la bibbia. Simulavo che il bianco della parete fosse bamba. Sono vivo per miracolo”.
L’imprenditore racconta le feste faraoniche di Lele Mora e Flavio Briatore, il mondo della Formula Uno, l’alcol e la cocaina. E poi il suo percorso professionale, dai primi successi aziendali all’esplosione del marchio GURU in Italia e nel mondo. Fino al crollo, quando l’azienda fallisce, Cambi è costretto a dichiarare bancarotta e finisce in prigione, con una condanna pesantissima.
Infine, la rinascita, soprattutto in termini di salute, attraverso la disintossicazione, e il ritorno ad una vita “normale”, o quanto meno senza gli eccessi di prima.
Come recita la recensione su Amazon:
Soldi, belle donne, suite principesche nei più costosi alberghi del mondo, e ancora ville, auto private, elicotteri, yacht… e un’azienda che continua a crescere aumentando vertiginosamente il fatturato mese dopo mese: le sue sette carte di credito strisciavano pagamenti per oltre 200.000 euro e le donne strisciavano ai suoi piedi. Una vita esagerata, condita da una creatività fuori dal comune, un istinto naturale per il marketing e una predisposizione all’eccesso, che portano Matteo Cambi a passare dal coraggio all’incoscienza, dalla lucidità manageriale al delirio di onnipotenza, fino ad arrivare a un passo dal precipizio.