I CONTI NON SAL-DATI DI RACHIDA: LA PIN-UP DI SARKO NELLA BUFERA
Alberto Mattioli per "la Stampa"
Attualmente, è solo una deputata europea e sindaco di un arrondissement di Parigi, peraltro il più chic, il settimo. Ma Rachida Dati resta una delle donne politiche più popolari di Francia. Qualsiasi cosa faccia, fa notizia. Ieri, ne ha fatte addirittura due. Perché prima ha fatto causa a un editore colpevole di aver scelto come soggetto di un album a fumetti l'incerta paternità di sua figlia Zohra e poi ha annunciato che non correrà per la poltronissima di sindaco di Parigi. E giù servizi nei telegiornali e lanci d'agenzia.
Iniziamo dai fumetti. A scatenare le ire dell'ex guardasigilli di Nicolas Sarkozy è stato un album, «Aux noms des pères», «Nel nome dei padri» che l'editore 12 bis avrebbe dovuto pubblicare domani. Niente di meno certo. Rachida Dati domanda al tribunale di Versailles di vietarlo o almeno di imporgli una fascetta che avvisi che il libro attenta alla vita privata sua e di sua figlia. Dati chiede anche 100 mila euro di risarcimento anche se, bontà sua, in caso di divieto di pubblicazione si accontenterà di un euro simbolico.
La sceneggiatura del fumetto incriminato è di Bernard Swysen e Yves Derai. Nella quarta di copertina, la raccontano così: «Basandosi su un'inchiesta condotta da un misterioso detective che cerca di scoprire l'identità del padre di sua figlia Zohra, gli autori rivisitano con humour l'incredibile percorso della piccola immigrata maghrebina», che sarebbe poi lei, Rachida. Alla quale però non va giù l'ennesimo ritorno del più ghiotto tormentone politico-giudiziario-gossipparo degli ultimi anni: chi è il padre di Zohra, quattro anni?
Quando l'ha partorita, Dati si è rifiutata di rivelarlo. Ma poi ha fatto causa per riconoscimento di paternità al miliardario magnate dei casinò Dominique Desseigne. Lui non nega l'avventura, ma solo che abbia dato frutti. E in un'incredibile intervista ha comunicato al mondo la lista degli amanti della bella Rachida nel periodo in cui lo era anche lui.
Adesso un fumetto riapre l'affaire. Per l'avvocato di Dati, «sono 48 pagine di pestaggio della vita privata». Per quello dell'editore, vietarlo equivarrebbe «a pigiare il bottone nucleare sul diritto di stampa». Oggi il verdetto del tribunale.
Invece è già certo che Dati non parteciperà alle primarie della destra per designare il candidato che il prossimo anno sfiderà a Parigi la socialista Anne Hidalgo, già vice del sindaco uscente, Bertrard Delanoë. A sorpresa, Rachida ha gettato la spugna in un'intervista a «Le Point»: la candidata della destra, accusa, è «già stata scelta dai media e dal sistema». In effetti, l'iperfavorita è Nathalie Kosciusko-Morizet, alias NKM, un'altra delle Sarkogirls, ex ministra dell'Ecologia, «bobo di destra» ed esatto contrario di Dati: bionda, algida, poco chiacchierata e nata molto bene.
Dati spara sul modo in cui il suo partito, l'Ump, ha organizzato le primarie e in particolare sul fatto che si chieda a chiunque partecipi un obolo di tre euro: per lei «è nient'altro che il ritorno del voto per censo», addirittura. Quindi «che l'Ump designi NKM e cominciamo la campagna» cui, giura Dati, «parteciperò ardentemente». Peccato: l'Eva contro Eva dell'Ump sarebbe stato appassionante. Ma anche il match Nathalie-Anne promette assai bene.
bertrand delanoeRachida DatiSARKOZY ALLARCO DI TRIONFO PER CELEBRARE LA VITTORIA NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE Bernard Swysen e Yves Derai