PER SPIARCI NON SERVE L’NSA, BASTANO I “COOKIES” - I MICRO-FILE CHE ARCHIVIAMO DURANTE LA NAVIGAZIONE POSSONO ENTRARE NELLA POSTA E SCOPRIRE I NOSTRI GUSTI - IL BUSINESS GESTITO DA COLOSSI SCONOSCIUTI COME “ATLAS”, “DOUBLECLICK” E “GNIP”

Massimo Sideri per il “Corriere della Sera

 

GOOGLE PRIVACYGOOGLE PRIVACY

Sul computer dal quale sto scrivendo ci sono 6.172 cookies, biscotti come sono chiamati i file che archiviano le nostre informazioni quando navighiamo su Internet o usiamo una qualche applicazione o servizio email. Molti di questi cookies sono soltanto delle immagini dei siti: servono per non dovere ricaricare tutto dall’inizio e velocizzare la navigazione. Ma la maggior parte di essi sono semplici file di testo alfanumerici da «4Kb» archiviati con anche la username di accesso al computer (che in nove casi su dieci coincide con il cognome).

 

Se volete sapere quanti biscotti stanno archiviando i vostri metadati andate alla voce opzioni del vostro browser: per Explorer è sufficiente cliccare su «Generali», «Impostazioni», «Vedi file». Benvenuti nel grande business dei cookies dominato da società poco note al grande pubblico come DoubleClick di Google, Atlas di Facebook e Gnip di Twitter (unico rivenditore autorizzato di dati sui nostri tweet). Xaxis, del gigante della pubblicità Wpp, gestisce circa 42 milioni di «biscotti» solo in Italia, quasi l’intera popolazione adulta.

 

GOOGLE MOTORE DI RICERCAGOOGLE MOTORE DI RICERCA

La pianificazione media ormai si gestisce così, pagando circa 5 euro per «cpm», un’unità di misura che corrisponde a mille visualizzazioni. Possono sembrare tante ma quando navighiamo su un sito Internet ne facciamo centinaia senza accorgercene. È un vero e proprio affitto temporaneo dei nostri profili da consumatori. Il prezzo dipende dal livello di metadati che la società può offrire su di noi: con un «dossier» accurato si può salire anche a 20 euro per «cpm».

 

I cookies non sono delle novità sul web. Anzi, hanno appena compiuto 20 anni: furono usati nel ’94 da Lou Montulli, un dipendente del glorioso Netscape, il primo browser commerciale, per sviluppare un’applicazione di ecommerce (il cookie è anche stato brevettato da Montulli: US5774670).

 

Ma, da allora, le cose sono molto cambiate. In generale, i metadati che i cookies possono raccogliere su di noi riguardano un po’ tutto, tranne il nome e il cognome (la privacy è salva). Ma la pesca di queste informazioni è molto più profonda di quanto si immagini: sia Gmail che Outlook, per citare i due servizi di email commerciali più noti, sono autorizzati da noi a «guardare» anche dentro ciò che scriviamo.

gmailgmail

 

La stessa Google — che, a onor del vero, è anche la società più trasparente nello spiegare che cosa può fare nei termini di utilizzo dei servizi — scrive nero su bianco che potrebbe anche collegare il numero di telefono al profilo, guardare dentro le email, geolocalizzare l’utente anche con il Gps spento (recentemente è scoppiato lo scandalo di Uber che segue gli utenti quando la loro app è spenta, ma anche altre società di carsharing come Car2Go lo fa se non si blocca l’opzione).

 

logo twitter logo twitter

In particolare la lettura delle email può porre dei casi limite: se un utente A con Gmail scrive a un utente B con un altro servizio condividendo, per esempio, il link a un sito su delle particolari cravatte, anche l’utente B finisce profilato senza avere mai dato il consenso.

 

Le società si difendono sottolineando che la lettura è «automatizzata», cioè fatta da un server. Magra consolazione. Anche la capacità di spesa viene scannerizzata dai cookie, senza considerare i social network dove i biscotti passano da un utente all’altro proprio come il raffreddore. I dati vengono condivisi con i partner o venduti e il giro di affari sta diventando enorme. AppNexus, che ha acquistato una tecnologia di Xaxis, è stata valutata 1,2 miliardi di dollari. Unica soluzione: a fine giornata ricordarsi di fare pulizia.

logo facebooklogo facebook

 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…