1. I DUE DELL’OCA CODARDA (MAURO & DE BORTOLI) SPIUMATI DAL POPOLO DEL WEB 2. PER QUARONTOTT’ORE IL CORRIERONE E “LA REPUBBLICA” OCCULTANO LA NOTIZIA DEL CROLLO IN BORSA DELLA MONCLER (-4,88%) DOPO IL SERVIZIO DI SABRINA GIANNINI SU "REPORT" CHE DENUNCIAVA LA VIOLAZIONE DEL CODICE ETICO NELLA LAVORAZIONE IN UNGHERIA DEI PENNUTI 3. TANTO DA PROVOCARE UNA SORTA DI CLASS ACTION SULLA MONCLER, CHE RESPINGE LE ACCUSE 4. AMORALE DELLA FAVA E DELLA RAVA: ANCHE NELL’ERA DIGITALE “ESISTE UNA VITA AL DI FUORI DEI CARTELLONI PUBBLICITARI” A MEZZO STAMPA (IL PROFETICO KARL KRAUS, 1909) 5. NE CONSEGUE CHE IL WEB, FATTO DI (APPARENTI) ANONIMI, MA ANCHE DI GIORNALI ONLINE, È IN GRADO ORMAI DI VEICOLARE CONSENSO E DISSENSO CHE HA RICADUTE SERIE SUGLI AFFARI. E GLI UTENTI PUBBLICITARI (UPA) DEVONO RIVEDERE LA LORO POLITICA DI INVESTIMENTI IN ITALIA 6. E IL MONDO DEGLI AFFARI DOVRA' ACCETTARE LA REALTA': IL WEB HA UCCISO I GIORNALI
1. DAGOANALISI
Giù la faccia (di bronzo), ecco a voi rivelata, ancora una volta, la maschera (vera) dei giornaloni dei Poteri marciti. Per quarantotto’ore sia “la Repubblica” di Ezio Mauro che il Corrierone di Flebuccio de Bortoli hanno occultato la notiziola che una nota marca di abbigliamento di lusso non rispettava il Codice Etico nello spiumaggio delle oche.
Eppure il servizio (tv) realizzato dopo 5 mesi di duro lavoro da Sabrina Giannini e mandato in onda domenica 2 novembre da Milena Gabanelli (“Report”) appariva inattaccabile sotto l’aspetto documentativo.
Invece, niente.
La “notiziola” trovava spazio sulla carta stampata soltanto il giorno dopo a causa di un piccolo “incidente” di percorso: il titolo della Moncler (l’azienda chiamata in causa) crollava in Borsa (-4,88%) sotto l’effetto devastante del popolo del web che aveva rilanciato il servizio della Gabanelli con l’invito a boicottare i suoi piumini modaioli.
Ovviamente nel riferire la debacle dell’azienda guidata da Remo Ruffini, il “Corriere della Sera” e “la Repubblica” omettevano di citare il brand del titolo vittima di una sorta di Class Action da parte degli internauti.
Alla faccia, insomma, della cosiddetta completezza dell’informazione.
Chissà, forse nell’era digitale Ezio Mauro e Flebuccio de Bortoli pensano ancora di stampare fogli - sotto censura non della politica, ma della pubblicità! -, simili alla “Pravda” degli anni staliniani (e anche dopo).
Ma, per dirla con il profetico Karl Kraus (1909): “Esiste una vita al di fuori dei cartelloni pubblicitari”.
2. SPIUMATI DAL POPOLO DEL WEB
Glauco Benigni per Dagospia
Il caso Moncler-Report sta passando ormai dagli oneri e onori della cronaca alle scrivanie dei legali e quasi certamente approderà nei Tribunali. L'azienda dei piumini minaccia imponenti richieste di danni, Milena Gabanelli non trema. Insomma: la faccenda ha attivato molte considerazioni e molte azioni e reazioni su argomenti piccanti e costosi.
L'attacco di Report era anche e soprattutto condotto contro la delocalizzazione del lavoro? Sì. E' abbastanza vergognoso che chi di fatto consegna alla fabbrica i piumini sia pagato molto poco rispetto al prezzo di vendita (circa 1.000 Euro)? Sì. Stefano Gabbana che ha ritenuto di intervenire nel coro dei commenti affermando provocatoriamente "Ma voi sapete cos'è il lusso?" avrebbe fatto meglio a stare zitto? Sì. Etc.. etc .
Ciò che maggiormente interessa in questa sede però è una analisi del rapporto tra alcuni soggetti rilevanti di questa, come di altre vicende mediatiche. Ovvero: l'Azienda, i Media Mainstream, la Rete e gli Investitori in Borsa. Che cosa ci insegna al riguardo lo scontro Moncler-Report?
1) Una porzione molto particolare della Tv nazionale attacca un marchio prestigioso. Vanto (secondo alcuni, Renzi compreso) del Made in Italy e leva delle vendite natalizie; secondo la Gabanelli: una vergognosa operazione di sfruttamento forza-lavoro in territori remoti quali, fra l'altro la Transnistria, nonchè by the way, anche un violento e jurassico operare contro la natura (in questo caso oche e, viene fuori, anche altri pennuti qualsiasi essi siano).
2) I media mainstream all'indomani della denuncia tacciono per molti motivi tra cui quello, serio, che vede la Moncler tra i loro inserzionisti pubblicitari e quindi, come direbbe Wittgenstein, "ciò di cui non si può parlare è meglio tacere".
3) La (cosiddetta) Rete però, intesa nel suo complesso e ramificato intreccio di Social Networks, blogger e Twitter si impegna in una efficace e potente campagna digitale, in parte a sostegno della denuncia, in massima parte contro la Moncler, dipinta come una perversa banda di torturatori di animali.
4) il titolo in Borsa della Moncler, dobbiamo ritenere soprattutto a seguito dell'attacco della Rete, comincia ad oscillare paurosamente, perde circa l'1% (che non vorrebbe dire niente) ma viene prontamente sospeso per eccesso di ribasso e infatti in seguito cumula una perdita superiore al 5%.
Che è successo? Si è innescato un effetto snowball, una palla di neve posta in una posizione alta e strategica ha innescato una valanga. Pensabile? Programmata? Auspicata? Gestita in corso d'opera dai competitors della Moncler? Sta di fatto che gli Investitori, invece di essere rassicurati dal silenzio dei media mainstream, come spesso è stato, sono stati influenzati dal coro della Rete.
Stefano Gabbana sulla sua Vespa leopardata
E in particolare c'è da notare che in quel Coro, ovviamente la voce più forte e agguerrita era quella del Movimento Animalista e dei suoi sostenitori periferici, che sono centinaia di migliaia attivi e milioni in latenza. Probabilmente ha giocato a sfavore del titolo Moncler anche il precedente episodio durante il quale l'Orsa Daniza è stata abbattuta in Trentino. In quel caso non c'era una Azienda ma una regione e il boicottaggio della rete ha provocato effetti molto negativi sulle vendite di ogni prodotto proveniente da quella regione.
stefano gabbana twitta a report su moncler 9
Ma torniamo alla Rete. Se circolano migliaia e migliaia di tweet e la pagina Facebook di un'azienda viene asfaltata a colpi di insulti, è questo un segnale rilevante, come una volta era rilevante un titolone dei grandi quotidiani? Evidentemente sì. Il caso Moncler lo dimostra.
stefano gabbana twitta a report su moncler 8
Ne consegue che questa Rete fatta di (apparenti) anonimi, ma anche di giornali online, è in grado ormai di veicolare consenso e dissenso che ha ricadute serie sugli Affari. Evidentemente sì. Oh, là, là ... ma allora gli Utenti Pubblicitari Associati devono rivedere la loro politica di investimenti in Italia. Beh sì, la Rete è fuori controllo sia normativo che economico. Per molti questo è Bene ma il mondo degli Affari dovrà cominciare a considerarlo.