“STELLASSA” DI SAVOIA - TRA I DOSSIER DI MUSSOLINI ANCHE UN FASCICOLO TOP SECRET SULLE FREGOLE GAIE DI UMBERTO DI SAVOIA CHE CORTEGGIAVA MEZZO ESERCITO ITALIANO - LA STAMPA FASCISTA AL TEMPO DI SALÒ LO RIBATTEZZÒ “STELLASSA”

Roberto Festorazzi per “il Giornale

 

pec22April 05 SAVOIA Umbertopec22April 05 SAVOIA Umberto

Tra i dossier «top secret» che Benito Mussolini recava con sé, nel suo ultimo viaggio fino a Dongo, una particolare delicatezza rivestiva il fascicolo scandalistico sugli amorazzi gay del principe di Piemonte, Umberto. Si trattava di un incartamento contenente anzitutto poesie autografe del principe ereditario dedicate a un sottufficiale della marina tedesca basato a Napoli, più altra corrispondenza a luci rosse del futuro re di maggio. Non meno compromettente era il verbale di interrogatorio dell'agente di Pubblica sicurezza Vincenzo Beneduce, «comprovante», così era scritto, «l'invertimento sessuale di Umberto».

 

Beneduce era l'attendente del principe e sapeva parecchio delle sue «amicizie particolari»: anche per esperienza diretta, essendo stato destinatario di tentativi di seduzione. Non vi è chi non veda che materiale del genere, finito in mani sbagliate, avrebbe distrutto la reputazione del principe, determinando un'impasse dinastica che ne avrebbe precluso l'ascesa al trono.

savoia UmbertoII VEmanuele Marinasavoia UmbertoII VEmanuele Marina


Lo spericolato delfino amava scherzare col fuoco, disseminando l'intero esercito italiano di sue corrispondenze sentimentali. Ne seppe qualcosa il tenente dei bersaglieri Enrico Montanari, che nel 1927, a Torino, fu corteggiato con insistenza da Umberto, il quale gli regalò un accendisigari d'argento, con incisa la scritta «Dimmi di sì». Le lettere che ricevette da «sua altezza» gli vennero sequestrate dalle autorità militari, con uno stratagemma. Tra le relazioni maschili che si attribuiscono al principe, vi furono quelle con Luchino Visconti e con l'attore francese Jean Marais. 


Durante le Repubblica sociale italiana, la stampa neofascista cominciò a mettere in dubbio la mascolinità di Umberto, soprannominato «Stellassa». Poi, durante l'infuocata campagna per il referendum istituzionale del 1946, quello in cui gli italiani scelsero la Repubblica, Pietro Nenni, nella foga oratoria d'un comizio, chiese alla folla: «Volete forse un re pederasta?». 

benito mussolini 13benito mussolini 13


È evidente che Mussolini, un vero maniaco del genere «rilievi a carico», sguazzasse in questa fanghiglia. Si confezionò, su misura, come un abito di sartoria, il dossier su Umberto, con finalità ricattatorie, cioè come una vera e propria pistola puntata sui Savoia. Quando i partigiani anticomunisti, a Dongo, tra la fine di aprile e i primi di maggio del 1945, cominciarono lo spoglio dei documenti mussoliniani, a Villa Camilla, dove abitava il loro consigliere occulto, l'agente segreto ed ex fascista Piero Bruno Puccioni, emerse anche il fascicolo sul principe di Piemonte.

 

Benito MussoliniBenito Mussolini

Si avviò a quel punto una delicata partita politica, volta a impedire che quelle carte potessero deflagrare, contribuendo ad affossare la monarchia, il cui prestigio appariva peraltro già minato. I partigiani di orientamento moderato che si raccoglievano attorno a Puccioni, erano quasi tutti monarchici, e anche l'uomo del Sim lo era.

 

Un ruolo di primo piano, in quel frangente, venne svolto da Antonio Scappin «Carlo», figura di partigiano-finanziere il cui nome è ricorrente negli studi sui fatti di Dongo. Puccioni, in una lettera inedita scritta nel 1987 a Renzo De Felice, così descrisse il personaggio: «“Carlo” era una persona intelligente e audace che si mise subito a fianco di “Bill” (Urbano Lazzaro) e “Pedro” (Pier Bellini delle Stelle), di (Stefano) Tunesi e Aldo (Castelli) ed a mia completa disposizione, dichiarandomi riservatamente di essere un fervente monarchico.

UMBERTO II DI SAVOIA RE DI MAGGIOUMBERTO II DI SAVOIA RE DI MAGGIO

 

“Carlo” in pochi giorni conquistò gli esponenti partigiani, collaborò coraggiosamente, si prestò a controllare alcuni avversari, partecipò alle riunioni del Clnai e vide, durante una notte, il contenuto delle due borse (di Mussolini) nella villa di Domaso. Quando rintracciammo, in una delle due borse, fra i tanti inserti, il rapporto del brigadiere di P.S. Beneduce su Umberto, mi fu di valido aiuto per ottenere che il documento non finisse in mani straniere e per provvedere che io stesso lo segnalassi a mio zio Dainelli (Giotto Dainelli, presidente dell'Accademia d'Italia), il cui figlio era un funzionario diplomatico molto legato a Casa Reale. E così avvenne, almeno per qualche giorno; poi portò il documento (o i documenti) a Umberto dopo aver fatto una inutile visita a Cadorna (Raffaele Cadorna, comandante del Corpo volontari della libertà) per informarlo della notizia e chiedere istruzioni».

UMBERTO II DI SAVOIA RE DI MAGGIOUMBERTO II DI SAVOIA RE DI MAGGIO


Nell'ottobre del 1945, Scappin si recò a Roma, con il fascicolo. Fu ricevuto dal luogotenente Umberto, a cui consegnò le carte. Ne ricevette, in segno di gratitudine per l'alto servigio svolto, un'onorificenza sabauda.

 

LUCHINO VISCONTI LUCHINO VISCONTI

Un anno più tardi, Puccioni cominciò a fremere per recuperare i dossier esteri di Mussolini, di cui si erano perse le tracce, dopo il misterioso viaggio a Firenze di cui ci siamo occupati in un precedente articolo. In una lettera a Scappin, del 5 ottobre 1946, pur con mille cautele, l'agente segreto coperto fa trapelare la sua preoccupazione per la sparizione dei carteggi: «A proposito della frase che mi riporta nella sua lettera: a mezzo Dani (Dainelli) le mandai a dire di non consegnare più a nessuno quei famosi fogli, tranne quelli personali che riguardavano la persona che lei sa e che mi risulta averli avuto quando lei venne qua (il riferimento è al dossier su Umberto, ndr). Ma gli altri dove sono?

 

A quanto ho potuto sapere sarebbero oggi di enorme importanza. Più non posso dirle: ma sarebbe veramente indispensabile vederci per questo ed altri motivi». Scappin risponde il 21 novembre successivo, con una frase lapidaria che conferma l'avvenuta dispersione del patrimonio documentario: «Vorrei parlarle di molte cose e anche di quelle carte, che ritengo (e ne ho buon motivo) in mani rosse. Intanto la prego di essere meno parco di parole nelle sue lettere e di dirmi qualche cosa di più in merito a quanto reciprocamente ci interessa».

UMBERTO II DI SAVOIA RE DI MAGGIOUMBERTO II DI SAVOIA RE DI MAGGIOUMBERTO II DI SAVOIA RE DI MAGGIOUMBERTO II DI SAVOIA RE DI MAGGIO


Dunque, i carteggi finirono in «mani rosse», cioè nella disponibilità dei comunisti. Ciò, più che per la scrematura dei materiali di Dongo, che, secondo Puccioni, Bellini avrebbe portato con sé a Firenze nel maggio del 1945, potrebbe valere per la parte maggioritaria della documentazione che venne spartita tra i partigiani e fotoriprodotta a Como durante quello stesso periodo.

 

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!