CYBER-STALKER! - NUOVE RIVELAZIONI DI SNOWDEN: I SERVIZI SEGRETI INGLESI E AMERICANI HANNO VIOLATO MILIONI DI SIM CARD - E CON IL VIRUS STUXNET, PENSATO PER L’IRAN, SPIANO COMPUTER E SMARTPHONE
1. NUOVE RIVELAZIONI DI SNOWDEN: VIOLATE MILIONI DI SIM CARD DELLA PIÙ GRANDE AZIENDA PRODUTTRICE AL MONDO DA PARTE DI 007 USA E BRITANNICI
Il suo motto è: "Security to be Free", sicurezza per essere liberi. Ma la più grande azienda produttrice di sim card al mondo è stata hackerata dagli 007 Usa e britannici. Le "spie" hanno così rubato i codici criptati per proteggere la privacy di decine di milioni di persone su smartphone e tablet: non solo i dati di telefonate, messaggi, chat, e-mail, ma anche i contenuti delle conversazioni. Si tratta dell'ultima rivelazione di Edward Snowden, la "talpa" del Datagate.
In base a un documento segreto del Government Communications Headquarters (Gchq) - datato 2010 e dato da Snowden al sito specializzato The Intercept - i servizi britannici insieme ai colleghi dalla Nsa americana (che nel marzo 2010 formarono il cosiddetto Mobile Handset Exploitation Team) avrebbero violato i sistemi informatici della Gemalto, la multinazionale basata in Olanda e presente in 85 Paesi che ogni anno produce due miliardi di sim card. Tra i suoi clienti giganti delle tlc come AT&T, Verizon, T-Mobile, Sprint, e altri 450 operatori nel mondo.
Non solo: la Gemalto produce anche i chip utilizzati nelle carte di credito di ultima generazione. "Pensiamo di avere in mano la loro intera rete", scrivevano gli 007 britannici in uno dei rapporti segreti sull'attività con la quale insinuavano virus "malware" nei computer di oltre una decina di impianti della Gemalto (ce ne sono 45 in tutto il mondo). Tra gli stabilimenti nel mirino anche quelli in Italia, Germania, Spagna, Russia e Cina.
Per meglio carpire le informazioni di cui erano a caccia, gli 007 britannici ed americani avrebbero anche violato le e-mail e gli account Facebook di decine di dipendenti della Gemalto, introducendosi anche nella posta elettronica di altri big di internet come Yahoo! e Google. Si tratta del cosiddetto 'cyberstalking', per rubare tutto ciò che potesse essere utile a violare i server e, dunque, il sistema informatico della Gemalto.
Per capire quanto il team di spie fosse efficiente, basti pensare che intrufolandosi in appena 6 e-mail si riuscivano a "rubare" oltre 85.000 "chiavi criptate". Un documento segreto della Nsa rivela che i servizi sono stati in grado di "processare" tra i 12 e i 22 milioni di codici al secondo che poi venivano messi da parte per essere utilizzati al momento necessario. Ma con delle nuove tecniche le previsioni erano di oltre 50 milioni di "chiavi" processate al secondo.
2. STUXNET, L’ARMA SEGRETA USA PER SPIARE TUTTI I NOSTRI COMPUTER
Carlo Antonio Biscotto per “il Fatto Quotidiano”
Ormai è quasi senso comune: le guerre del futuro si combatteranno con lo spionaggio elettronico e il sabotaggio dei sistemi informatici. Nulla a che vedere con la fantascienza. Non sono passati molti giorni da quando il presidente Obama ha pubblicamente teso la mano a Silicon Valley, con i cui cervelloni in passato c’era stata più di qualche frizione, allo scopo di fare fronte comune per il bene degli Stati Uniti e la sicurezza dei cittadini americani. Per non parlare delle accuse e contro-accuse di incursioni di hacker tra Stati Uniti e Russia o tra Stati Uniti e Corea del Nord.
A tutte le latitudini ci si sta attrezzando per proteggere i propri sistemi informatici, per impedire il furto di dati sensibili e per annientare un potenziale nemico senza sparare nemmeno un colpo di cannone. La guerra – come tutto il resto – sta lentamente slittando dal reale al virtuale, dal sudore, merda e sangue alla distruzione dell’economia del nemico attraverso la manipolazione dei mercati finanziari.
La National Security Agency (NSA) è stata tra le prime organizzazioni nel settore della sicurezza a prepararsi ai futuri scenari. Molti studiosi sostengono che da ormai 15 anni organizza cyber-attacchi che hanno come obiettivo accademici islamici, aziende specializzate nel settore della crittografia, enti pubblici e multinazionali di alto profilo.
ROBERT HANNIGAN DIRETTORE GCHQ
A lanciare l’ennesimo allarme sono questa volta i ricercatori russi del Kaspersky Lab secondo i quali i servizi di sicurezza americani avrebbero sviluppato un software che consente all’NSA di spiare i computer nelle case dei cittadini in ogni parte del mondo. Sempre secondo i ricercatori russi, il nuovo software sarebbe un gigantesco orecchio in possesso dei servizi di sicurezza americani, un orecchio capace di “ascoltare” tutto quello che si dice e si scrive utilizzando dispositivi elettronici.
IL QUARTIER GENERALE DEL GCHQ IL SERVIZIO DI INTELLIGENCE INGLESE
Il nuovo software potrebbe essere installato su qualunque Pc o tablet, o smartphone, spiandone e registrandone l’attività senza che il proprietario se ne accorga. Il Kaspersky Lab, una azienda informatica specializzata nello sviluppo e nella produzione di antivirus e sistemi di protezione informatici, non ha fatto direttamente il nome del Paese che avrebbe sviluppato il software-spia di nuova generazione: ha chiamato però in causa lo Stuxnet, il virus informatico creato dal governo USA nell’ambito dell’Operazione “Giochi Olimpici” avviata da Bush nel 2006: una ondata di attacchi digitali contro l’Iran.
Il nuovo software avrebbe molte analogie con Stuxnet e sarebbe direttamente riconducibile all’NSA. In sostanza il programma informatico utilizzerebbe gli stessi sistemi già impiegati da Stuxnet per penetrare nei computer.
Per questa ragione i russi e molti esperti del settore sono giunti alla conclusione che dietro il software-spia non possa che esserci la National Security Agency o, comunque, uno dei servizi di sicurezza degli Stati Uniti. Per evitare polemiche, il Kaspersky Lab ha indicato il gruppo con il nome di Equation Group per il tipo di crittografia utilizzata per sferrare i cyber-attacchi. Il gruppo sarebbe attivo dal 2001, dicono gli esperti, ed è probabilmente “uno dei più sofisticati del mondo”, è scritto in un rapporto del Kaspersky Lab.
Lo stesso rapporto sottolinea che gli strumenti utilizzati dagli hacker sono quanto mai complessi e difficili da sviluppare: servono ad infettare i computer “nemici” rubando i dati e sono progettati in maniera da renderli praticamente invisibili. La maggior parte dei virus sono del tipo Trojan e consentono di entrare in un computer, svuotarlo e distruggere fisicamente il drive.
Finora il gruppo avrebbe utilizzato il software per infettare migliaia o, forse, decine di migliaia di computer compromettendo le informazioni personali di altrettante vittime, scrive il Kaspersky Lab, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Italia, in Germania, in Olanda e in molti altri Paesi. Il software non è stato impiegato solo contro governi, ma anche contro studiosi e attivisti islamici , media, industrie aerospaziali, compagnie energetiche e centri di ricerca nucleare. Inoltre è stato impiegato contro aziende che sviluppano software di crittografia, per impedire lo sviluppo di efficaci contromisure.