
“IL FESTIVAL? FACCIAMOLO AL COLOSSEO, SAI CHE INVIDIA PER ELON MUSK” – MATTIOLI IRONIZZA SUL POSSIBILE TRASLOCO DELLA KERMESSE DA SANREMO: “SE IL COMUNE E LA RAI NON SI METTERANNO D'ACCORDO SULLA QUESTIONE ARTISTICA CHE PIÙ STA A CUORE A ENTRAMBI, I SOLDI, SI PUÒ ORGANIZZARE IL FESTIVAL A ROMA, ALL’ANFITEATRO FLAVIO, IL CLIMA È MITE E IL SITO GIÀ ATTREZZATO PER LE BESTIE: AL POSTO DEI FIORI DELLA RIVIERA, UN BEL BOUQUET DI CARCIOFI…” - IL COMUNE DI SANREMO VUOLE PIU’ SOLDI E LA RAI NON CI STA: “CE STANNO A PROVA’, VOGLIONO FARE CASSA, ANDREMO ALTROVE...”
1. FACCIAMOLO AL COLOSSEO, SAI CHE INVIDIA ELON MUSK
Alberto Mattioli per “La Stampa” - Estratti
Se davvero il Comune e la Rai non si metteranno d'accordo sulla questione artistica che più sta a cuore a entrambi, i soldi, allora è arrivato il momento di pensare dove traslocare il Festival di Sanremo.
La soluzione più ovvia sarebbe Roma, che diventerebbe così la capitale anche della canzone e non obbligherebbe più la tivù di stato a onerose transumanze di dirigenti e maestranze in Riviera. Si potrebbe sistemarlo al Colosseo, sai che invidia per Elon Musk, e poi il clima è mite e il sito già attrezzato per le bestie: al posto dei fiori della Riviera, un bel bouquet di carciofi.
Ci vogliono però ulteriori e sostanziosi contributi pubblici al Campidoglio, così almeno nella settimana festivaliera si potrebbero far funzionare i mezzi pubblici e addirittura raccogliere la monnezza.
Altrimenti la sede ideale potrebbe essere qualche località termale come Salsomaggiore (risarcita così dall'abbandono di Miss Italia), Montecatini, Abano, Fiuggi: ci sono gli alberghi e le acque potrebbero migliorare anche l'intonazione dei cantanti, si sa che sono miracolose. Oppure, Venezia, nuova capitale culturale della destra, che dopo la Biennale si è pappata pure la Fenice, così si allunga anche il Carnevale.
elon musk gladiatore al colosseo - immagine creata con ai
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In ogni caso, non fare a Sanremo il Festival di Sanremo aprirebbe tutta una serie di surreali possibilità di rimescolamento generale di istituzioni, in un Paese già abbastanza distopico di suo come l'Italia.
Fateci sognare: il Giro d'Italia in Svizzera, la prima della Scala al San Carlo, i derby calcistici che non si giocano nelle relative città, dunque Milan-Inter all'Olimpico, Roma-Lazio a Torino, Juventus-Toro a San Siro, il Palio di Siena a Firenze e il Calcio storico a Siena, la Mostra del Cinema di Venezia spostata a turno nelle altre tre repubbliche marinare e i migranti irregolari mandati in Albania, ah no, scusate, questo succede già (in teoria, almeno).
Per finire: la Presidenza della Repubblica a San Marino e quella del Consiglio nella masseria pugliese di Vespa. Meraviglioso. E invece vedrete che, come al solito, si metteranno d'accordo, e il Festival di Sanremo si celebrerà appunto a Sanremo, che barba che noia…
2. FESTIVAL DI SANREMO, IL COMUNE ALZA L'ASTICELLA LA RAI NON CI STA: "ANDREMO ALTROVE"
Michela Tamburrino per “La Stampa” - Estratti
Festival di Sanremo ancora nelle mani della Rai? Certo, certissimo, anzi, probabile. Che tirasse un'aria non proprio serena, gli osservatori più attenti lo avevano percepito già in pieno Festival 2025, era restaurazione, Conti quater. Che il Comune volesse di più, molto di più rispetto al «risicato» assegno Rai di 5 milioni di euro, era abbastanza chiaro nonostante le prese ufficiali di posizione a favore della Rai a telecamere accese. Gli sgamati osservatori interni Azienda dicono alla romana, «Ce stanno a provà, vogliono fare cassa...».
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Cosa potrebbe succedere? «Si può spostare altrove il Festival Rai. Siamo in ballo e balliamo. Inizieremo a sentire altre città». Ipotesi già avanzata agli esordi del caso. Ma non basta, in delibera si legge pure che la «società distributrice», avrebbe l'obbligo di trasmettere altre manifestazioni, tra cui SanremoInfiore e quant'altro, che di fatto annienterebbe la libertà editoriale Rai: «Un'assurdità. La Rai non funge da passa carte. Non è mai successo che noi si sia presa una cassetta mandandola in onda senza i nostri contenuti. Noi possiamo fare tutto ma solo dietro autonoma o condivisa decisione editoriale».
A questo punto l'Azienda sarebbe pronta a impugnare le delibere comunali.
carlo conti alessia marcuzzi 33
In attesa, il Comune si è portato avanti e ha anche stabilito che la procedura si svolgerà in due parti: la prima (selettiva) riguarderà la pubblicazione di un avviso pubblico per individuare il partner; la seconda (negoziale) consentirà di negoziare i termini finali della convenzione direttamente con il partner individuato.
Potranno partecipare alla gara solo gli operatori a diffusione nazionale in chiaro, titolari di un canale generalista nazionale e che possiedano dimostrate capacità di organizzazione di eventi di particolare rilevanza. Qui, ecco quello che in Rai oramai viene chiamato «Il voltafaccia di Sanremo»: il partner dovrà riconoscere al Comune un corrispettivo non inferiore a 6 milioni e 500mila euro - rispetto ai 5 milioni previsti attualmente dalla convenzione con la Rai - oltre a una percentuale non inferiore all'1 % su tutti gli introiti pubblicitari.
Il sindaco di Sanremo Alessandro Mager con il vincitore del Festival olly
Ogni ulteriore costo sarà a carico del partner, tra cui le spese di un palco esterno su cui dovranno esibirsi artisti del Festival o di pari importanza artistica, con collegamento in diretta durante le serate. Resterà invece a carico del Comune la scelta della sede dell'evento e il relativo pagamento dell'affitto.
Il sindaco di Sanremo Alessandro Mager, lo stesso che plaudiva ai successi Rai, si è detto soddisfatto: «Ritengo che gli indirizzi espressi in delibera rispecchino le nostre aspettative di sviluppo, in linea con la grande crescita del Festival di Sanremo registrata negli ultimi anni». E la Rai? La risposta è serafica: «Che partecipi, di certo ha le carte in regola per vincere». E il Ceo dei discografici, Fimi, Enzo Mazza, aumenta il carico: «Chiunque vinca deve provvedere al raddoppio dei rimborsi per le case discografiche, ad oggi, irrisori rispetto a quanto investiamo».
enzo mazza
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