bloom 9

IN GLORIA DI HAROLD BLOOM, L'ULTIMO SCHIAFFEGGIATORE DELLA CRITICA LETTERARIA – “IL '68 HA DISTRUTTO L'ESTETICA, INTRODUCENDO UNA FINTA CONTROCULTURA POLITICALLY CORRECT IN BASE ALLA QUALE BASTA ESSERE UNA ESQUIMESE LESBICA PER VALERE DI PIÙ COME SCRITTRICE - DICHIARÒ SERISSIMO DI CONSIDERARSI "UN VERO CRITICO MARXISTA", SALVO SPECIFICARE SUBITO: “PIÙ CHE DI KARL, SONO SEGUACE DI GROUCHO, PERÒ, E INFATTI IL MIO MOTTO È QUELLO SUO. QUALUNQUE COSA SI DICA, IO SONO CONTRO'”

1 - L'ULTIMO, CATTIVISSIMO, CRITICO LETTERARIO

harold bloom cover

Costanza Cavalli per “Libero quotidiano”

 

bloom

Per chi segue i sentieri e insegue i pensieri della letteratura occidentale è come se Dante avesse perso Virgilio, come se fossero rimorti Tom Wolfe o George Bernard Shaw, insomma qualcuno di cui ci mancherà sapere che cosa pensa. A 89 anni, lunedì 14 ottobre, è morto Harold Bloom, l' ultimo schiaffeggiatore della critica letteraria mondiale e per questo, in tempo di recensioni che sono poco più di risvolti di copertina, uno degli uomini più fuori moda del mondo.

 

Adoratore di Sophia Loren («ne sono stato innamorato per un terzo di secolo», confessò), ha vissuto «bevendo, fumando sigari e trascurando l' esercizio fisico», non ha acceso un televisore fino a quarant' anni, ha odiato i litigi per tutti i giorni della sua vita perché, diceva, gli rubavano tempo alla lettura.

harold bloom

 

Eppure Harold Bloom è anche colui che, come il poeta Orazio disse di sé molto prima di questo americano, ultimo di cinque figli, nato nel 1930 da una famiglia di ebrei ortodossi immigrati dalla Russia nell' Est Bronx di New York, ha realizzato un monumento più perenne del bronzo, Canone Occidentale: pubblicato nel 1994, il critico scalpellò per sempre i ventisei autori irrinunciabili (tra cui Dante, Chaucer, Cervantes, Montaigne, Molière, Goethe, Jane Austen, Whitman, Dickens, Tolstoj, Joyce, Proust, Ibsen, Freud, Virginia Woolf, Kafka, Borges) «accomunati solo dalla misteriosità, dalla capacità di far sentire il lettore un estraneo in casa sua», coloro che sono stati capaci di «aggiungere bizzarria alla bellezza», dalla Divina Commedia a Finale di partita" di Samuel Beckett.

 

harold bloom

OLTRE IL TEMPO

I canoni, definiti da un altro grande della critica letteraria, l' inglese Frank Kermode nel suo Forme d' attenzione (1985), come «strumenti di sopravvivenza dagli assalti del tempo», in questo tempo di contemporaneità istantanea e "instagrammabile", sono forse destinati a morire con lui? Chi altro avrà l' autorevolezza, la competenza, il tempo per nutrirli e conservarli?

 

stephen king

Harold Bloom se n' è andato in un ospedale di New Heaven, in Connecticut, il 10 ottobre aveva tenuto una lezione all' università di Yale. Nato bambino prodigio - imparò l' inglese da solo all' età di sei anni e si racconta che in un' ora riuscisse a ricordare un libro di quattrocento pagine - è vissuto (si laureò nel 1951 alla Cornell University, e i professori lo congedarono dicendogli che «non potevano insegnargli più nulla») ed è morto da prodigio.

Aedo del Novecento, leggeva in greco, in ebraico, in latino, in inglese, in francese, in spagnolo, in tedesco, in portoghese, in italiano, ha pubblicato oltre venti volumi di saggi di critica letteraria tradotti in più di quaranta lingue, poteva ripetere tutto Shakespeare a memoria, il Paradiso Perduto di Milton, tutto William Blake, la Bibbia ebraica.

harold bloom

 

LA FORMA ALL' OCCIDENTE

Per quel canone di scrittori, lo accusarono si aver imposto «una egemonia culturale e politica». Lui rispose: «Il '68 ha distrutto l' estetica, introducendo una finta controcultura politically correct in base alla quale basta essere una esquimese lesbica per valere di più come scrittrice. Mentre il resto dei critici li buttava alle ortiche in quanto "elitari e non rappresentativi delle altre culture", io ho osato riesumare i cosiddetti "maschi europei bianchi defunti". Beccandomi l' accusa di razzismo, elitismo e sessismo.

Ho osato sostenere che la grande letteratura non ci rende più altruisti o generosi».

dario fo beppe grillo

 

Recuperate l' intera intemerata, è un' intervista ad Alessandra Farkas, nell' ebook Cosa resta della letteratura. E così, come leggere non ci rende esseri umani migliori, gli scrittori non sono morali, tantomeno devono avere una vocazione politica: pretendere responsabilità politica dallo scrittore è come esigerla da un giocatore di baseball, diceva.

 

Shakespeare

Maltrattò la saga di Harry Potter, considerò un oltraggio l'assegnazione del National Book Award alla carriera a Stephen King. Le Clézio, Nobel nel 2008: «Illeggibile»; di Doris Lessing disse che aveva scritto «un solo libro decente quarant' anni fa»; il Nobel a Dario Fo: «Ridicolo»; David Foster Wallace: «Dotato ma la sua opera non arriva da nessuna parte»; Salinger, un giorno verrà dimenticato. I salvati?

dante alighieri 2

 

Tra i contemporanei Roth, Pynchon, DeLillo, McCarthy; tra gli italiani, oltre a Dante, Manzoni e Leopardi, Campana, Saba, Ungaretti, Svevo, Primo Levi; delle donne adorava Emily Dickinson: «Eccezion fatta per Shakespeare, la Dickinson dà prova di maggiore originalità cognitiva di ogni altro poeta occidentale dopo Dante». Suo «dio» (sic), appunto, era Shakespeare: «Chiunque tu sia e ovunque ti trovi, egli è sempre davanti a te, concettualmente e quanto a immaginario», perché «i suoi personaggi hanno dato forma alla percezione occidentale di ciò che è umano».

 

2 - BLOOM, IL FUSTIGATORE DELLE MODE LETTERARIE

Marina Valensise per “il Messaggero”

 

walt whitman

Ha continuato a insegnare fino alla fine il grande critico letterario americano, Harold Bloom. Ebreo russo di origine, professore emerito all'Università di Yale, autore di più di quaranta saggi molti dei quali cruciali, diceva di scrivere per il lettore ordinario, come aveva imparato dal suo maestro Samuel Johnson, vissuto tre secoli prima, che volle emulare tutta la vita, inseguendo anche lui «la vera critica, che aveva la funzione di trasformare opinioni in conoscenza».

 

SHAKESPEARE

È morto vecchio e malato lunedì scorso a 89 anni. Fino all'ultimo riuniva i suoi studenti nella sua casa di Linden Street, per leggere insieme a loro l'Amleto di Shakespeare, autore che venerava («Non c'è Dio all'infuori di Dio e il suo nome è Shakespeare»), i versi del poeta Hart Crane, che aveva scoperto da bambino e considerava uno dei più grandi del mondo.

 

INSOFFERENZA

Era un uomo dall'apparenza dolce e remissiva, ma in realtà irascibile e severo e molti l'amavano proprio per questo, per l'insofferenza epica nei confronti dei cretini, alfieri dei falsi miti del culturame contemporaneo, per l'odio aperto verso le pose alla moda come il neomarxismo, il neostoricismo, il femminismo, l'afrocentrismo, e tutti gli ismi che infestavano la purezza della letteratura, per non parlare del politicamente corretto, frutto bacato della contestazione: «Il 68 ha distrutto l'estetica con una finta cultura politically correct», dichiarò contro il trionfo dilagante della così detta Scuola del Risentimento, che anteponeva i valori ideologici ai valori estetici, allontanando i lettori dalla verità dell'arte e dall'assoluto della letteratura, che per essere tale doveva essere monda di messaggi ideologici.

 

melvillet.s. eliot

Era un cultore dei classici e da cultore esclusivo, intransigente e settario, considerava la cultura umanistica un valore irrinunciabile e una virtù da praticare con la stessa devozione di una religione. E infatti, figlio di un commerciante di stoffe fuggito da Odessa durante la rivoluzione bolscevica per approdare nell'East Bronx, era rimasto un ebreo ortodosso, cresciuto nella lingua e nella cultura yiddish, discepolo di Gerschom Scholem e di quell'antica eresia ebraica che è lo gnosticismo, tant'è che per tutta la vita ha continuato a riversare nella critica quella forma di intelligenza del bastian contrario, allenato sin da piccolo al contenzioso infinito col creatore.

 

LA PERFIDIA

harold bloom 1

Anche per questo, in fondo era un critico senza pietà. Discettava con sicura perfidia di grandi e piccoli, annoverando fra i sommi Dante, («Alighieri è il più aggressivo e polemico dei grandi scrittori occidentali»), e Petrarca, e Shakespeare, «l'insuperabile», «lo scrittore degli scrittori»,, e Marlowe, e Chaucer e Milton, e fra i francesi Montaigne, Balzac, Stendhal, e fra i moderni Kafka e Proust, sino a includere nel suo empireo Philip Roth e Cormac McCarthy, che per il Meridiano di sangue s'avvicinava a Melville, e Thomas Pynchon e Don De Lillo, e persino il conservatore Michel Chabon.

mark twain

 

shakespeare

ACCANIMENTO

Intanto però si accaniva a bollare senza pietà certe star della narrativa contemporanea come Salinger («non resisterà»), David Forster Wallace («uno scrittore dotato, che però non va da nessuna parte») David Franzen (Liberty? una specie di sottoprodotto di Pynchon), Donna Tartt (mai sentita). E infilzava come insetti i maghi del mass market come J.K. Rowling, la mamma di Harry Potter, o Stephen King, indegno vincitore del National Book Award, per non parlare dei Premi Nobel comminati dai socialdemocratici svedesi a certi «idioti di quanti categoria», come il francese Patrice Modiano «uno scrittore che nessuno conosce», l'illeggibile Le Clézio, l'autrice di un unico libro decente come Doris Lessing, scivolata verso fantascienza femminista, una scrittrice indegna di tanti onori come Toni Morrisson, che pure era amica sua, per non citare il caso del nostro amato Dario Fo che ai suoi occhi era «semplicemente ridicolo».

harold bloom

 

j.k. rowling

Dotato di una forma di ironia corrosiva che lo rendeva inviso ai seriosi e apprezzatissimo dagli spiritosi, coltivava il gusto del paradosso. Una volta ammise che l'unica persona che avrebbe voluto conoscere, e non aveva mai conosciuto, non era né Emily Dickinson, né Virgina Wolff, ma Sophia Loren... E un'altra volta dichiarò serissimo di considerarsi «un vero critico marxista», salvo specificare subito: «Più che di Karl, sono seguace di Groucho, però, e infatti il mio motto è quello suo. Qualunque cosa si dica, io sono contro'».

GROUCHO MARX

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...