IN NOMINE RAI, IL PATTO PER IL CDA: L’EX PARLAMENTARE LEGHISTA GIOVANNA BIANCHI CLERICI VERSO LA PRESIDENZA, L’AD AI 5 STELLE - SALINI O TAGLIAVIA PER IL DOPO ORFEO – IL PD PRONTO A GIOCARSI LA CARTA SANTORO COME CONSIGLIERE - ALLA COMMISSIONE DI VIGILANZA VA IL FORZISTA BARACHINI
Marco Conti per il Messaggero
I giornalisti che si candidano al Parlamento non piacciono al M5S, mentre vanno bene quelli che si lasciano votare nella piattaforma Rousseau che ieri ha emesso la sentenza: Beatrice Coletti (Mtv Italia) e Paolo Cellini (professore alla Luiss) saranno i nomi che i grillini porteranno oggi in Parlamento. Non ce l' hanno fatta la giornalista Rai Claudia Mazzola, il documentarista tv Enrico Ventrice e l' ex dirigente Rai Paolo Favale.
Così come gli altri 231 che avevano inviato i curriculum e che non sono stati ammessi (da chi?) neppure al voto.
L' EQUILIBRIO Dei sette consiglieri del cda, quattro usciranno dalle votazioni di oggi in Parlamento, due verranno indicati dal Mef probabilmente nel consiglio dei ministri di venerdì, e uno viene votato dai dipendenti Rai. I quattro di nomina parlamentare saranno votati oggi due alla Camera e due al Senato e dovrebbero andare uno al M5S (quindi la Coletti), uno al Pd, uno alla Lega e uno a FdI. Un equilibrio non certamente stabile perchè tutto dipende dall' intesa complessiva che si raggiungerà nella maggioranza e che dovrà tenere conto anche dei nomi che farà il Mef.
Sempre secondo lo schema messo a punto ieri, dovrebbe rimanere fuori dal cda FI che però incassa - oltre alla nomina di un togato al Csm che verrà votato domani - la presidenza della Commissione di Vigilanza che andrà al senatore azzurro Alberto Barachini, già giornalista Mediaset.
Il meccanismo dei voti incrociati non rende certa la soluzione finale ma lo sblocco della trattativa è avvenuto lunedì scorso quando Silvio Berlusconi ha messo da parte il nome di Maurizio Gasparri, duramente osteggiato dal M5S e che potrebbe essere ricompensato con la guida della giunta per le elezioni del Senato. Al posto di Gasparri FI ha indicato il giovane e pacato Barachini che rappresenta quella discontinuità che la maggioranza giallo-verde sostiene di volere imprimere nella scelta di chi dovrà occuparsi soprattutto di servizio pubblico.
Messi da parte i curriculum, come fatto notare da Michele Anzaldi (Pd) e smentita l' intenzione di voler cancellare il tetto agli stipendi posto dal governo Renzi, grillini e leghisti non sembrano aver trovato ancor l' intesa sui due nomi che verranno proposti dal ministero dell' Economia e che andranno a ricoprire - previo voto del cda - le cariche apicali. Alla presidenza di viale Mazzini dovrebbe arrivare Giovanna Bianchi Clerici, già parlamentare della Lega e consigliera Rai per sette anni.
La Bianchi Clerici è ora componente dell' Authority sulla Privacy, ma per il M5S è troppo caratterizzata politicamente per poter poi dire che la maggioranza non ha messo le mani sulla Rai. Ancor più complessa la scelta del direttore generale al quale la riforma attribuisce poteri pesanti e quasi esclusivi. Una sorta di amministratore delegato che, secondo la mega-spartizione, dovrebbe andare al M5S.
L' ACCORDO Il tetto dei 240 mila euro non aiuta i grillini anche se i nomi non mancano. In testa quello di Fabrizio Salini, per un anno direttore a La7 e che ora lavora nella società di produzione Stand By Me di Simona Ercolani, e di Vittorio Colao, già Rcs e di recente uscito da Vodafone.
Possibile anche una soluzione interna con la nomina a direttore generale di Gian Paolo Tagliavia. L' attuale responsabile per le attività digitali di viale Mazzini vanta una sintonia tecnologica con i grillini che potrebbe favorirlo. Sparito dall' orizzonte pentastellato l' uscente Carlo Freccero mentre nel Pd i senatori vorrebbero riconfermare l' uscente Rita Borioni. Non tutti sono però d' accordo. I deputati Dem vorrebbe infatti mettere in difficoltà i curriculum pentastellati proponendo Michele Santoro o Mauro Felicori già noto e acclamato direttore della Reggia di Caserta. Giampaolo Rossi, intellettuale d' area della destra sovranista, è il nome di FdI.
Sempre nella mattinata di oggi si voterà anche il presidente del Copasir. In pole position il deputato ed ex coordinatore Pd Lorenzo Guerini. Alla giunta per le elezioni della Camera dovrebbe andare il Dem Roberto Giachetti e alla giunta per le autorizzazioni il deputato di FdI Andrea Delmastro Delle Vedove.
Un incastro non facile tra tutte le poltrone, non esente da colpi di scena anche perché l' accordo sulla Rai intreccia quello sulla Cassa Depositi e prestiti e financo la trattativa in corso per le nomine nelle Ferrovie dello Stato.