IN RAI VANNO IN ONDA LE PROVE GENERALI PD-5 STELLE - IL CASO FAZIO È UNA MANOVRA A TENAGLIA PER COLPIRE SALVINI: L'INEDITA COPPIA DI BATTISTA E BERLUSCONI SI SCHIERA COL MILIONARIO FABIOLO PER INDEBOLIRE LA DE SANTIS. MA SALINI SAPEVA BENISSIMO DELLA DECISIONE DELLA DIRETTRICE DI RAI1 DI TAGLIARE LE TRE PUNTATE, HA FINTO DI CADERE DAL PERO PER TRASFORMARE FAZIO IN UN MARTIRE DEL TRUCE. E ORA I LEGHISTI SONO IN MINORANZA NEL CDA
1. PD E 5S, IN RAI VA IN ONDA LA PROVA GENERALE DELLA NUOVA MAGGIORANZA
Paolo Delgado per ''Il Dubbio''
La Rai è lo specchio d'Italia e l'immagine che riflette è quella di una paralisi totale. Determinano lo stallo permanente di viale Mazzini, proprio come quello dell'intero Paese, lo stato di conflittualità endemica e permanente tra i soci di maggioranza e i giochi di avvicinamento tattico e distanziamento ricattatorio tra i due partiti di governo, in odor di divorzio, e i rispetti papabili come futuri partner, il Pd per i 5S, Fi per la Lega. Contribuiscono infine a far impazzire la crema del servizio pubblico radiotelevisivo i giochi di potere, le rivalità, le tensioni personali.
Il caso della ' censura' contro Fabio Fazio non ha neppure in minima misura creato questa situazione. La ha però portata alla luce. Parlare di censura, in questo caso, implica una certa iperbole. Due delle tre puntate ' cancellate' di Che tempo fa sono in realtà saltate per le elezioni europee e sarebbe successo probabilmente con qualsiasi direzione di rete. Dell'eliminazione di quelle due puntate l'ad Salini, quota M5S, era al corrente e pare avesse approvato.
Il problema si è posto per la terza trasmissione, in realtà non prevista e decisa per rimpiazzare quella saltata per Pasquetta. In questo caso, invece, l'ad non era stato messo al corrente della cancellazione decisa dalla direttrice di Raiuno Teresa De Santis, quota Lega pur essendo sempre stata una donna di sinistra, prima per una quindicina d'anni redattrice del manifesto, poi donna-Rai da manuale ma vicina al Pd.
teresa de santis foto di bacco
Dati i numerosi precedenti attacchi di Salvini rivolti al ' golden boy' di Raiuno, le accuse di censura politica sono state immediate e riprese, oltre che dall'Usigrai, dai partiti d'opposizione ai massimi livelli: il capo del Pd, Zingaretti, e per Fi Berlusconi in persona.
I 5S tengono un profilo basso non volendo esporsi troppo a favore di un conduttore superpagato, considerato di area Pd e dunque non troppo gradito al loro elettorato. Ma è su questo terreno che procede la marcia di avvicinamento tra il partito di Zingaretti e quello di Di Maio: verso una possibile alleanza futura smentita con indignata virulenza da entrambi ma che secondo moltissimi osservatori rischia di rivelarsi invece prima o poi inevitabile. Il calcolo di Berlusconi è diverso: dimostrare anche nel laboratorio di viale Mazzini, dopo le elezioni siciliane, che senza Fi al fianco la Lega non può andare troppo lontano.
Dunque non solo Berlusconi solidarizza con Fazio definendo ' grave' la censura nei suoi confronti, ma Gasparri annuncia che voterà per l'incompatibilità delle cariche ricoperte da Marcello Foa, quota Lega: presidente del cda Rai nominato anche presidente di Raicom. I 5S si erano scagliati contro il doppio incarico, sembravano decisi a votare la mozione del Pd sull'incompatibilità. Ieri hanno frenato, puntando a rinviare il voto a dopo le elezioni ma nel frattempo Fi era uscita allo scoperto. Tanto per ricordare a Salvini quanto ancora abbia bisogno del partito azzurro.
Tra l'ad e la direttrice, sul caso Fazio, sono volate parole molto forti, i toni si sono alzati di parecchi decibel. Non si è sfiorata la rissa fisica come era successo qualche tempo prima tra il direttore del Tg1 Giuseppe Carboni, targa 5S, e il suo vice Angelo Polimeno, indicato dalla Lega ma quasi solo in omaggio al gentil sesso della peraltro grintosa direttrice di rete. La durezza del confronto si spiega in realtà con la tensione preesistente tra i due: Salini boccia la programmazione estiva ideata da De Santis, in particolare non vuole l'arrivo di Pierluigi Diaco, considerato in quota Lega.
Ma neppure il braccio di ferro sull'estate televisiva basta a rendere conto di un Vietnam combattuto soprattutto sul fronte dei palinsesti delle diverse reti. Gli episodi incandescenti sono numerosi ma il più clamoroso è probabilmente il ' prestito' a Mediaset di due star della prima rete Rai come Raffaella Carrà e Mara Venier.
Scappatelle da contratto, sia chiaro, e da contratti firmati non da Salini ma, nella precedente era Rai, dai renziani Orfeo e Teodoli. Solo che il prestito è piombato sulla serata più combattuta, quella del sabato, e ha siglato la vittoria di Mediaset nell'eterna battaglia dello share. Ma soprattutto c'è il nodo dei vicedirettori vacanti: sono sei, più una capostruttura pensionata di fresco. Le nomine sono in sospeso da mesi e probabilmente, dopo la zuffa tra Salini e De Santis slitteranno ancora, sempre sino a dopo le fatidiche elezioni di maggio.
Ma se l'attacco alla Lega passa per l'offensiva contro Raiuno, la campagna leghista cinge invece d'assedio proprio Salini. La dichiarazione di guerra del consigliere d'amministrazione, quota Lega, Igor De Biasio, appena un paio di giorni prima che esplodesse la grana Fazio, non poteva essere più esplicita: ' Salini non ha cambiato le vecchie politiche di gestione del personale. Ma il tempo della fiducia a priori è finito'.
Con questo clima si capisce perché muoversi in qualsiasi direzione diventi un'impresa. E' la Rai bellezza. Anzi, è l'Italia.
2. RAI, DI BATTISTA CON FAZIO. NEL CDA ANCHE I 5S CONTRO LA LEGA
Giovanna Vitale per “la Repubblica”
E ora all' interno della Rai si allarga il fronte anti-De Santis, la direttrice della prima rete che, senza informare i vertici, ha deciso di chiudere in anticipo il talk di Fabio Fazio al lunedì sera.
Ieri, a schierarsi a sorpresa a fianco del conduttore di Che tempo che fa non sono stati soltanto Silvio Berlusconi («La censura è un episodio grave, se l' avessi fatto io sarebbe stato l' inferno», ha detto a L' aria che tira ) e Alessandro Di Battista: «Fazio deve continuare a fare la sua trasmissione, la politica non deve mettere bocca, gli editti bulgari li fanno gli altri», ha tagliato corto il grillino.
Quattro consiglieri di amministrazione su sei - Coletti del M5S, Borioni del Pd, Rossi di FdI e Laganà in rappresentanza dei dipendenti - si sono riuniti in gran segreto e hanno messo in minoranza la componente leghista del board: il collega Igor De Blasio e il presidente Marcello Foa, entrambi tagliati fuori. In una lettera formale i quattro "congiurati" hanno infatti chiesto la convocazione urgente di un cda straordinario per discutere sia del caso Fazio, sia della bufera mediatica che sta investendo la tv di Stato. Alimentata anche da interviste, tra cui quella rilasciata proprio da De Blasio, contro l' ad Salini, i dirigenti del servizio pubblico accusati di essere troppi e in larga parte nullafacenti, i 13mila dipendenti che andrebbero ridotti.
Una sponda trasversale e inaspettata per il numero uno di Viale Mazzini, che intanto al riparo da occhi e orecchi indiscreti sta lavorando per mettere a segno il colpo della stagione: riportare in Rai Rosario Fiorello.
La trattativa con il mattatore siciliano, a otto anni da Il più grande spettacolo dopo il weekend che fece il boom di ascolti, è in fase avanzatissima. Dovrebbe essere lui il nuovo volto di RaiPlay, il canale multipiattaforma su cui ruota l' intero piano industriale firmato Salini. Protagonista di un programma innovativo in grado di essere poi "spalmato" sulle reti generaliste, la radio, il digitale.
Un esperimento che, se dovesse andare in porto, rappresenterebbe quel cambiamento finora dai gialloverdi solo predicato.
Almeno a giudicare dai palinsesti estivi, i primi della nuova gestione.
silvio berlusconi e fabio fazio
Quelli di Rai1 talmente deludenti - inzeppati come sono di format vecchi e conduttori a prevalente fede lumbàrd - da guadagnarsi la bocciatura preventiva dell' ad. Al punto da costringere la direttrice De Santis (che ieri sera ha incontrato di nuovo Salini) a rinviare al 7 giugno la conferenza stampa prevista oggi per illustrare i programmi del day-time insieme a chi avrebbe dovuto presentarli. Un tempo necessario per rivederli tutti, magari eliminando qualche innesto imbarazzante: almeno fino a ieri, a guidare UnoMattina era stato indicato l' ex direttore di Radio Padania Roberto Poletti, per gli speciali di Linea Verde l' ex forzista Nunzia De Girolamo. Se sopravviveranno al repulisti lo diranno forse le europee.