scappo a casa

IL CINEMA DEI GIUSTI - “FRATELLO? FRATELLO UN CAZZO!” – “SCARAFAGGIO DELLA MINCHIA!” – “QUESTI QUI CI INFESTANO CON LA NEGRITUDINE!” OVVIAMENTE NON SIAMO DI FRONTE A UN FILM RAZZISTA. ANZI, E’ IL CONTRARIO - IN QUESTO “SCAPPO A CASA”, BUON RITORNO AL CINEMA DI ALDO BAGLIO, L’IDEA È QUELLA DI PRENDERE IL PROTOTIPO DELL’ELETTORE SALVINIANO SBATTERLO SENZA DOCUMENTI NE’ SOLDI IN UN TERRITORIO RAZZISTA, DICIAMO L’UNGHERIA DI ORBÁN, E VEDERE COME FARÀ A TORNARE A CASA - VIDEO

 

Marco Giusti per Dagospia

 

SCAPPO A CASA

“Fratello? Fratello un cazzo!” – “Scarafaggio della minchia!” – “Questi qui ci infestano con la negritudine!” Ovviamente non siamo di fronte a un film razzista. Anzi. E’ proprio il contrario. Perché in questo buon ritorno al cinema di Aldo Baglio, proprio l’Aldo di AldoGiovanniGiacomo qui senza i due soci, Scappo a casa, diretto da Enrico Lando, gà regista de I soliti idioti, l’idea è proprio quella di prendere il prototipo dell’elettore salviniano, doverosamente maschio bianco razzista e suprematista, sbatterlo senza un documento e senza un euro in tasca in un territorio totalmente fascista e razzista, diciamo l’Ungheria di Viktor Orbán, e vedere come farà a ritornare a casa.

SCAPPO A CASA

 

Anche perché questo italiano medio del nord di tendenza salviniana è interpretato da Aldo secondo le pù comiche regole del terrone, addirittura siciliano, trapiantato al nord. Un terrone, per giunta ignorantissimo, che è sicuramente più vicino a un tunisino che a un biondo lombardo-veneto. Lui, Aldo, era andato con una Porsche non sua a Budapest con l’idea di spassarsela con escort, pillole e alberghi cafoni.

 

SCAPPO A CASA

E’ bastato l’incontro con due ladri e due poliziotti maneschi, per farlo diventare, senza più documenti, soldi e parrucchino biondo, un migrante tunisino da rinchiudere in un centro accoglienza pronto a essere rimandato subito indietro sul modello salviniano. Insieme a un gruppetto di altri profughi capitanati dal medico Mugambi, Jackie Ido, è ovvio che Aldo tenterà la fuga e il ritorno avventuroso in Italia con ogni mezzo. Nel viaggio incontrerà razzisti di ogni tipo, altri poliziotti poco simpatici, pure Angela Finocchiaro in un ruolo addirittura da cattiva, ma anche la bella Babelle, Fatou N’diaye.

SCAPPO A CASA

 

Si sentirà, grazie a una magica pozione, anche lui nero e davvero migrante. E, ovviamente, capirà come stanno davvero le cose. Più divertente nella prima parte, quella con Aldo leghista con tanto di parrucchino per affrontare con più sicurezza le donne che si ritroverà poi smarriro a Budapest, Scappo a casa è una commedia con qualcosa di molto serio dentro, come pensiamo sarà quella che sta preparando Checco Zalone per Natale 2019 dedicati a scafisti e migranti, che offre a Aldo anche l’occasione per una serie di clownerie di gran livello che ci ricordano la sua formazione teatrale. Funziona al meglio con spalle comiche amiche  come Giovanni Esposito e Angela Finocchiaro, ma si muove bene anche con attori non solo comici e per noi inediti, come Jackie Ido, nato in Burkina Faso e molto attivo sia in Francia che nelle serie internazionali, o la bellissima Fatou D’Diaye, senegalese che recita da anni in Francia.

 

SCAPPO A CASA

Alla fine, diciamo, non solo non è il solito remake, o il solito film con due-tre protagonisti maschi (sempre gli stessi), ma anche una commedia civile con delle idee precise sull’intolleranza e il razzismo di certi italiani e di certi europei. Non piacerà a Salvini. Ottimo invece per milanesi democratici, ragazzini intelligenti e superfan di Aldo. In sala da giovedì 21 marzo.

SCAPPO A CASA SCAPPO A CASA

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA