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IN VINILE VERITAS - BOWIE E BEYONCÉ RIPORTANO LE VENDITE AI LIVELLI DI 25 ANNI FA (QUANDO CI FU IL BOOM DI “STARS” DEI SIMPLY RED) - NELLO SCORSO NOVEMBRE PER LA PRIMA VOLTA NELLA STORIA I GUADAGNI DELLA VENDITA DEI DISCHI IN VINILE HANNO SUPERATO QUELLI DELLA MUSICA DIGITALE - DA JUSTIN BIEBER AI ROLLING STONES: TUTTI PUNTANO SUL 33 GIRI - VIDEO

Ernesto Assante per la Repubblica

 

VINILEVINILE

Nello scorso novembre per la prima volta nella storia i guadagni della vendita dei dischi in vinile avevano superato quelli della musica digitale. E ora, con i dati della fine dell’anno resi noti dall’associazione dell’industria fonografica britannica, si scopre che la vendita degli album in vinile nel 2016 è cresciuta del 53%, con tre milioni e duecentomila copie entrate nelle case degli appassionati. Più di trenta album hanno venduto oltre diecimila copie in vinile, cifra ragguardevole se si pensa che sette anni fa, nel punto più basso della sua storia, il vinile vendeva in totale 200mila copie.

 

Era da 25 anni, da quel 1991 quando Stars dei Simply Red fu album più venduto dell’anno, che in Inghilterra non si vendevano così tanti trentatré giri. E se le vendite di cd continuano a declinare incessantemente anche negli altri mercati, Stati Uniti in testa, cala anche il download, visto che la proprietà digitale di un file diventa sempre meno sensata davanti all’avanzata dello streaming che è cresciuto del 500% in soli tre anni, 63% nelo solo 2016 è cresciuto ancora del 63%.

DAVID BOWIE 1DAVID BOWIE 1

 

Le cause della crescita del vinile? Bisogna guardare soprattutto ai piccoli produttori e ai negozianti, perché i margini di guadagno su dischi che hanno prezzi piuttosto elevati rispetto al digitale sono superiori, il che spiega il “sorpasso” avvenuto nel mese scorso in termini economici tra vinile e digitale.

 

Il dato di fatto è che, almeno in Inghilterra, l’unico paese ad aver reso pubblici i dati del 2016, il vinile non è solo tornato di moda ma è una delle realtà più solide del mercato. Si sta realizzando lo scenario che avevamo ipotizzato sulle pagine di questo giornale esattamente sette anni fa: un mercato musicale fatto principalmente di musica digitale ma nel quale il vinile aveva il ruolo determinante di “oggetto” musicale primario, con i cd a far da contorno e destinati via via all’estinzione.

 

Un mercato in cui la musica tornasse, attraverso il vinile, ad avere un valore, in cui i dischi, non i file, tornassero ad essere amati per la loro importanza emotiva e culturale, comprati e conservati così come si comprano e si conservano i libri di carta. 

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Un mercato che lasciasse ai consumatori la possibilità di ascoltare tutto ovunque, attraverso il digitale, ma anche di conservare opere complete e importanti nelle loro case. Ed è quello che sta accadendo, non per merito di vecchi nostalgici, di reazionari dell’ascolto analogico, ma soprattutto dei ragazzi, dei giovani che dopo aver scoperto e ascoltato quello che vogliono nei loro smartphone, scelgono di acquistare album in vinile da conservare.

 

SIMPLY REDSIMPLY RED

E ancheper merito degli artisti, che pubblicano tutte le loro nuove opere anche in vinile, sia quelli delle ultime leve, da Justin Bieber a Beyoncé, che le vecchie glorie, come i Rolling Stones che hanno pubblicato in un album doppio il loro ultimo lavoro Blue and lonesome. Nella classifica inglese degli album più venduti del 2016 domina David Bowie (del quale in molti hanno voluto acquistare in vinile non solo l’ultimo album, il bellissimo Blackstar, ma anche i vecchi capolavori) ma nella classifica ci sono anche il recentissimo album dei Radiohead,

 

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A moon shaped pool, o artisti come Kanye West. E c’è moltissimo rock, il genere che ha trasformato l’album in vinile in una forma d’arte, ma anche pop, tantissima dance e il jazz. C’è sostanzialmente la musica che ognuno di noi decide valga la pena conservare, quella alla quale leghiamo la nostra vita, non quella “usa e getta” con la quale ci divertiamo ma che non aggiunge emozioni e sentimenti alla nostra esistenza Ecco, questo è il disco in vinile, con la sua copertina (altra forma espressiva e artistica che con il cd si era persa), con i suoi fruscii e rumori, con la sua fisica fragilità, specularmente opposta all’indistruttibilità degli evanescenti file digitali. Il vinile sta ritrovando il suo posto nel mercato e nei nostri cuori, speriamo anche che l’industria musicale torni ad essere almeno in parte “discografica”.

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