DOPPIA LIBIDINE - DALL’ESTATE ETERNA DEGLI OTTANTA RISBUCA JERRY CALÀ: “SONO UN PO’ DI SINISTRA E UN PO’ DI DESTRA, ECCO PERCHÉ MI PIACE RENZI”

Andrea Scanzi per il "Fatto quotidiano"

Tra i molti misteri degli anni Ottanta, c'era quello di vedere Johnny Calà nella parte del gran figo. Le donne, misteriosamente, impazzivano per lui. A tale quesito, poco esistenziale ma trasversalmente condiviso, risponde il 62enne protagonista con lo spettacolo "Non sono bello...piaccio".

Un altro mistero è forse capire perché 2500 persone a sera ridano con l'altro suo show, "Sapore di mare". Ogni mercoledì alla Capannina, Forte dei Marmi. Luglio e agosto. Da 17 anni. Ricordi e aneddotica di un'estate eterna che affascina ancora 15-35enni. Le "doppie libidini" resistono. "Un fenomeno sociologico che andrebbe studiato. I ragazzi trovano nei nostri film quello che oggi non c'è. Si affezionano alla mia epoca e fantasticano".

Quale epoca?
"I mitici Sessanta e Ottanta: "Quando ci batteva il cuore", come dice Virna Lisi in Sapore di mare. I giovani di oggi nascono in un'epoca confezionata. Noi no".

Gli Ottanta, di "mitico", avevano pochissimo.
"Li stanno rivalutando tutti. Nel bene e nel male c'era tanto fermento. La gente faceva due lavori, si ingegnava: desiderava emergere".

Un decennio edonistico, kitsch, disimpegnato.
"Non solo. I tanto detestati yuppies, quelli che avevano Gianni Agnelli come mito, non aspettavano che il mondo decidesse per loro. Se questo decennio avesse metà dell'entusiasmo che avevamo noi, non vivremmo i problemi che abbiamo".

Capannina, Bussola: i luoghi dell'estate da ricchi. Lei c'è ancora.
"La Capannina ha un pubblico più giovane di prima. Si avvicinano a me come allo zio un po' trasgressivo, che gli insegna cosa fare con le donne. E' così anche in Sardegna. Il 2 agosto apro il mio locale, La vita smeralda. E' frequentato da famiglie tradizionali, per sfatare il luogo comune della Costa Smeralda invasa solo da ricconi cafoni e puzzoni".

Il mondo che ha raccontato lei sette anni fa in Vita smeralda.
"Un film sottovalutato, ho raccontato la Costa Smeralda prima degli scandali: tre ragazze ingenue si avvicinano al mondo dei vip e ne restano deluse".

C'erano anche Flavio Briatore e Lele Mora.
"Briatore mi prestò il Billionaire per le riprese. E' stato molto gentile, anche se non ha capito la critica al suo mondo che c'era nel film. Lele si è sempre comportato bene con me. Cosa poi facesse con altri non lo so. Di sicuro non ha fatto tutto da solo. Mi lasci però dire una cosa".

Prego.
"Basta con la demonizzazione del lusso. Il populismo dilagante dimentica che, per costruire le Maserati e le Ferrari, gli yacht e le Porsche, servono migliaia di operai. Se chiudi quel rubinetto, la gente resta senza lavoro".

Vita Smeralda, Pipì Room: li hanno visto in pochi.
"Ho sbagliato ad abbandonare i Vanzina quando stava nascendo la coppia Boldi-De Sica. Dopo i dieci anni con i Gatti di Vicolo Miracoli, non volevo legarmi a un altro gruppo. Però i miei film hanno incassato benino, nonostante le poche copie".

Tutta colpa della distribuzione.
"L'altra sera a San Mauro a Mare c'erano più di 8mila persone: un motivo ci sarà, no? Negli anni sono diventato un bravo attore. Però i Veronesi, i Brizzi e i Virzì non mi chiamano: "Chi? Calà? Naaaaaa".

Forse perché, con Boldi, Greggio e Smaila, è uno dei pochi berlusconiani dichiarati.
"Pago il non essere ‘de sinistra'? Sarebbe triste. Berlusconi l'ho conosciuto con la nascita della tivù privata, ci credevamo solo noi Gatti e Mike Bongiorno. E' un genio che ha dato input a tivù e cinema. In politica non so, ma a qualche evento elettorale ho partecipato. Con piacere".

E' ancora berlusconiano?
"Sono un po' di sinistra e un po' di destra, come questo governo. Grillino proprio no, non sopporto i populismi. Mi piace Renzi: se la sinistra avesse scelto lui, non avremmo vissuto quel teatrino ridicolo dopo il voto".

Nel 2002 ha lavorato con Mario Monicelli.
"Per l'adattamento di Amici miei a teatro. Venti giorni splendidi. Gli chiedevi di La grande guerra e ne parlava come fosse una cosetta. Si esaltava solo quando parlava delle cene, di Tognazzi a tavola, degli scherzi. Ci disse che non poteva essere regista a teatro, perché lui sapeva muovere la macchina da presa ma non gli attori. La sua umiltà mi colpì: i grandi sanno unire genio e semplicità. Io purtroppo sono solo semplice".

E Marco Ferreri? Ci ha lavorato in Diario di un vizio, 1993. La sua prova migliore.
"Diceva durante le riprese: "Vedi, se io per sbaglio faccio passare un nano dietro di te, la critica ci scrive tre libri e si scervella: ‘Perché c'è quel nano? Che significato avrà?' Si fanno le pippe sulle cazzate". La penso come lui: quelli che si fanno le pippe non sono mai dei geni.

Dopo Ferreri, girò Abbronzatissimi 2. Alto e soprattutto basso.
"C'entra ancora Ferreri. Gli chiesi: "Maestro, ma io adesso cosa devo fare? Aspettare che mi chiamino solo quelli bravi come lei?" Lui, col suo milanese romanizzato, mi rispose: "Se non accetti quel film, su quel set ti ci mando io a calci nel culo. L'attore è una puttana".

Negli Ottanta c'era la comicità di qualità: Verdone, Troisi, Nuti, Benigni. E poi c'era lei.
"Una critica superata. Vacanze di Natale è un gioiellino. Non era volgare il film, ma la realtà. Vanzina mi mandò a Milano per studiare tre yuppies. Così entravo nella parte. Quando lessi il copione, consigliai di cambiarlo: troppo garbato. Gli yuppies erano fusi davvero".

Avete aperto la strada ai cinepanettoni.
"Lì la volgarità è meno giustificata. Se però quei film hanno successo, significa che milioni di italiani vogliono ridere guardando e ascoltando stronzate. Si può? Sì. E' un reato? No".

 

jerry cala vita smeralda2jerry cala vita smeraldaJerry Calajerry cala e marco trani allarea di cortina jerry cala vita smeralda1JERRY CALA xv07 jerry cala moJERRY CALA AL BAR DELLO SPORT JERRY CALA jpeg

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…