CON L'ADDIO A LUIGI, SI ESTINGUE (A TEATRO) LA DINASTIA DE FILIPPO-SCARPETTA - SE NE VA A 87 ANNI IL FIGLIO DI PEPPINO, DIRETTORE DEL TEATRO PARIOLI - VITA, OPERE E L'ULTIMA INTERVISTA, IN CUI RACCONTA IL SUO PRIMO 'NATALE IN CASA CUPIELLO' E SPIEGA IL GELO TRA IL PADRE ED EDUARDO: ''MIO PADRE DICEVA FIERAMENTE DI NON AVER MAI VISTO I CAPOLAVORI DELLO ZIO. MA LO PORTAI A TEATRO NEL 1972, I DUE SI ABBRACCIARONO MA...''
1.TEATRO: È MORTO LUIGI DE FILIPPO
(ANSA) - E' morto a Roma, all'età di 87 anni, Luigi De Filippo. Ne danno notizia fonti vicine alla famiglia. Attore, regista e commediografo, figlio di Peppino De Filippo, ultimo erede della storica dinastia, era nato a Napoli il 10 agosto 1930. Fino a metà gennaio era stato in scena, con 'Natale in casa Cupiello', al Teatro Parioli di Roma di cui era direttore artistico.
Figlio di Peppino De Filippo e Adele Carloni, nel 1949 Luigi era salito sul palco del Teatro Valle di Roma con una rivista scritta da lui e intitolata 'Questa sera alle nove' e la recita assieme ai suoi compagni di liceo, ottenendo un grande successo; nel 1951, a 21 anni, aveva debuttato nella compagnia paterna e nella pellicola-capolavoro dello zio Eduardo, Filumena Marturano.
Negli anni successivi, nonostante diversi ruoli cinematografici, era tornato sempre sul palcoscenico, debuttando nel 1973 al Teatro Parioli di Roma con la prima commedia scritta di suo pugno, 'Storia strana su una terrazza napoletana', a fianco al padre Peppino. Nel 1978 aveva lasciato la compagnia paterna per fondarne una propria ed oltre a recitare le commedie di famiglia aveva interpretato anche Gogol', Molière, Pirandello. Più volte premiato con il Biglietto d'oro, campione d'incassi, aveva ricevuto diverse onorificenze. Nel 2011 era diventato direttore artistico del Parioli.
2.LUIGI DE FILIPPO: I FUNERALI MARTEDÌ IN CHIESA DEGLI ARTISTI
(ANSA) - I funerali di Luigi De Filippo, morto oggi a Roma all'età di 87 anni, saranno celebrati martedì 3 aprile alle 11.30 nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo.
3.BIOGRAFIA DI LUIGI DE FILIPPO
Da www.cinquantamila.it, sito a cura di Giorgio Dell'Arti
• Napoli 7 agosto 1930. Attore. Regista. Autore. Dal 28 giugno 2011 direttore artistico del Teatro Parioli di Roma. Figlio del grande Peppino De Filippo (1903-1980) e di Adele Carloni (attrice della Compagnia di Vincenzo Scarpetta).
• Studi fra Napoli e Roma: «Da Napoli sono andato via con la mia famiglia nel 1941, quand’ero un ragazzo di 11 anni. Ci siamo trasferiti a Roma a causa della guerra, ma poi a Napoli ci siamo sempre tornati senza mai dimenticarla. Avanti e indietro fra Roma e Napoli come pendolari del cuore».
• Amava scrivere racconti e novelle, pubblicati su diversi giornali. Quindi si dedicò alla sua passione più grande, il teatro. Debuttò nel 1949 al Teatro Valle di Roma con una rivista scritta da lui e intitolata Questa sera alle nove (la recitò assieme ai suoi compagni di liceo ottenendo un grande successo). Dopodiché, come professionista, a 21 anni entrò nella compagnia del padre ed iniziò il suo vero tirocinio di attore che, con gli anni, lo avrebbe portato alla definitiva affermazione.
Nel 1960 sposò a Roma l’attrice inglese Ann Patricia Fairhurst dalla quale si separò dopo qualche tempo. Nel 1970 sposò l’attrice francese Nicole Tessier dalla quale nel 1972 ebbe la figlia Carolina, che lo ha reso nonno di Emma Nicole. Rimasto vedovo, nel 1997 sposò a Roma Laura Tibaldi che ora lo coadiuva nella sua attività teatrale. Dal 1980 ha una compagnia di teatro con la quale ha avuto successo sia in Italia che all’estero, proponendo le sue commedie, quelle del padre Peppino, di suo zio Eduardo, ma anche personali interpretazioni di classici di Molière, Gogol, Machiavelli e Pirandello. Più volte premiato col Biglietto d’oro (campione d’incassi).
Nel 1999 ha costituito con la moglie Laura la società I due della città del sole srl della quale è direttore artistico (produce e distribuisce i suoi spettacoli e quelli di alcuni giovani attori napoletani). L’allora presidente della Repubblica Ciampi lo insignì della onorificenza di grande ufficiale della Repubblica per particolari meriti artistici.
• Come autore, ha avuto successo con le commedie Fatti nostri, Storia strana su di una terrazza romana, Come e perché crollò il Colosseo, La commedia del re buffone e del buffone re ecc.
• Tra i libri: La fortuna di nascere a Napoli (Gallina, 1997) e Un cuore in palcoscenico (Mursia, 2010).
• Cavaliere di gran croce e commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana.
4.«PAPÀ PEPPINO E ZIO EDUARDO LI RIUNISCO IN CASA CUPIELLO». INTERVISTA A LUIGI DE FILIPPO
Paolo Scotti per ''il Giornale'' (Gennaio 2018)
luigi de filippo e la moglie laura tibaldi
Non è solo uno spettacolo di successo. È un appuntamento del destino. Gli spettatori che in questi giorni affollano il teatro Parioli di Roma non assistono solo a Natale in casa Cupiello con Luigi De Filippo; ma anche ad una sorta di ideale riunificazione fra due mostri sacri del teatro del novecento: Eduardo e Peppino – zio e padre di Luigi – la cui clamorosa divisione artistica e umana durò quarant’anni, senza mai ricomporsi. E che ora, inaspettatamente, fino al 14 gennaio si realizza, nel nome dell’ultimo erede della celebre dinastia.
Signor De Filippo: dal 1942 i nomi di Peppino ed Eduardo sono rimasti rigorosamente, polemicamente separati. E vedere il figlio del primo che interpreta uno dei capolavori del secondo, fa un certo effetto...
«Questo spettacolo rappresenta per me un risarcimento della vita. Per una vita intera, infatti, ho tentato di rappacificare mio padre con mio zio. E talvolta ci riuscivo anche. Ma durava poco. C’era fra loro una rivalità forse inevitabile: la gelosia di apparire il migliore, la smania di dimostrarsi il più bravo. E due galli nello stesso pollaio...»
Ma oggi mi pare di rivederli finalmente affratellati. Anche se solo per interposta persona. Come ha ottenuto i diritti di rappresentazione di un testo che alla sua famiglia è sempre stato precluso?
Luigi De Filippo con la moglie Laura Tibaldi
«Ne parlai con Luca, figlio di Eduardo, prima della sua scomparsa. Me li concesse subito, entusiasta».
Natale in casa Cupiello è il testo più amato di Eduardo. Nell’interpretarlo, lei che tentò di fare da ago della bilancia fra i due, tiene più a mente la lezione di suo padre o quella di suo zio?
«In realtà questo testo i due lo crearono assieme, fra il 1931 e il 36, nei mitici anni del loro Teatro Umoristico. L’umorismo è la parte agra della comicità. E la storia dell’infantile Luca Cupiello, che si ostina a vivere il suo Natale in un presepe che nella realtà non esiste, continua a far ridere e a commuovere. Il contributo di mio padre è evidente nel personaggio di Tommasino: il figlio bastian contrario, quello a cui il presepe non piace. Da parte mia, in scena li sento vivi entrambi. Anche perché l’antagonismo fra Tommasino e Luca ricalca il reale, estenuante odio et amo che c’era fra gli stessi Peppino ed Eduardo».
Per quanto incredibile appaia, suo padre dichiarava orgoglioso di non aver mai visto nessuno dei capolavori del fratello. Ma è vero che non assistette mai a Filumena Marturano, Napoli milionaria, Questi fantasmi?
«Verissimo. Vide solo Napoli milionaria, e solo perché lo spinsi io, nel 1972 a Napoli, in uno degli ennesimi tentativi di riconciliazione. Fra i due ci fu un abbraccio affettuosissimo. E poi tutto riprese come prima».
Oggi, fatta salva la grandezza dell’Eduardo autore, si riconosce però la superiorità del Peppino comico.
«Credo che mio padre sia stato il più grande attore comico del 900 italiano. Aveva una vena di comicità pura che Eduardo non possedeva. Per questo, dal punto di vista artistico, il divorzio non li danneggiò: al contrario. Peppino divenne un magistrale interprete di Plauto, Machiavelli, Molière, Goldoni. Ed Eduardo potè creare i suoi amari scenari, facendo di Napoli la ribalta della commedia umana universale».
Monsignor Vallejo Luigi De Filippo e Laura Tibaldi
Dica la verità: magari di nascosto, ma lei agli spettacoli di Eduardo ci andava?
«Ma certo! E mio padre lo sapeva. Assistevo addirittura alle prove; e ricordo perfettamente le intenzioni di regia con cui mio zio rendeva attuale Natale in casa Cupiello quando il testo aveva già quarant’anni sulle spalle. Sono le stesse che lo fanno attuale ancora oggi, che ne ha ottanta. Perché i pregi e i difetti dell’uomo non cambiano. I suoi slanci di generosità, la sua gretta meschinità, sono sempre gli stessi».
A cosa pensa ogni sera all’alzarsi del sipario su uno spettacolo così speciale?
«Mi emoziono. E l’impressionante partecipazione del pubblico mi ripaga di tanti sacrifici, di tante fatiche. Prima e dopo la recita mi tornano in mente due insegnamenti di mio zio. All’inizio: Il teatro è il racconto della lotta quotidiana per dare un senso alla propria esistenza. E alla fine: È il pubblico che ti giudica. E il pubblico non sbaglia mai. Se ti applaude, te lo sei meritato. Se non lo fa, ben ti sta».
laura tebaldi luigi de filippo enrico vanzinaLuigi_De_Filippo