L’ALMERIA DEI GIUSTI - REPORTAGE DAL FESTIVAL SPAGNOLO SUL CINEMA WESTERN - NELL’INCREDIBILE REGIONE CARA A DUE SERGI, LEONE E CORBUCCI, SI AGGIRA UN NUOVO BOUNTY-KILLER: GMAX…

Marco Giusti per Dagospia

Cronache dell'Almeria. "Ringo? Me lo avevano chiesto di farlo", mi dice l'unico vero cowboy dei nostri western, Robert Woods. "Dopo il successo del mio primo film, ‘5000 dollari sull'asso', che usci' anche in America, Duccio Tessari mi chiese di girare Una pistola per Ringo, ma non lo feci, avevo almeno venti offerte e scelsi quella dove mi pagavano di piu'. Tessari allora uso' il mio nome, Woods, gli tolse una s, ci mise prima un Montgomery e lo fece fare a Giuliano Gemma, che allora faceva i film di Maciste e aveva gia' un nome per quelli".

Le storie del nostro west che si sentono in questi giorno nel piccolo ma appassionato festival western d'Almeria, la regione incredibile dove la maggior parte di questi film vennero girati, ma anche kolossal come "Lawrence d'Arabia" o "Conan il barbaro" e dove gira il suo ultimo film in questi giorni Ridley Scott, sono spesso cosi'. Grandi incontri e grandi occasioni mancate.

"Charles Bronson, quando stava presentando a Londra La sporca dozzina", racconta sempre Robert Woods, "mi chiese degli spaghetti western. Non poteva credere che Clint Eastwood prendesse 100 000 dollari a film dopo che lui aveva rifiutato 14 000 dollari per girare Per un pugno di dollari. Si inferoci' con me, mentre cercavo di farmi aiutare da Lee Marvin, completamente ubriaco. Qualche anno dopo 100 000 dollari glieli davano anche a Bronson". Fra i tanti cowboys di casa nostra Robert era quello che andava meglio a cavallo. Era cresciuto in un ranch come un vero cowboy. Solo che era troppo alto, un metro e 91, e non riusciva a trovare in Almeria in cavallo adatto. Troppo piccoli questi cavalli arabi.

Monica Randall, bellissima donna di Barcellona che in Spagna e' un mito per il teatro, la tv, il cinema di Berlanga e Saura e non per i suoi tanti primi film di coproduzione, ricorda bene le troupe degli italiani nei primi anni 60. "Appena scendevano all'aeroporto chiedevano subito: Dove si scopa, dove si mangiano gli spaghetti? Erano cosi', come dei bambini affamati, come se fossero appena usciti dalla guerra. Ero giovane, ma non li capivo."

Monica, che aveva cambiato il suo vero nome, Aurora Julia, perche' il mercato italiano non gradiva le attrici con un doppio nome, aveva scelto Randall, fra i tanti che le avevano proposto, perche' la doppia l esisteva in certi cognomi castigliani e Monica in onore della sua attrice preferita, Monica Vitti. Nella Spagna di Franco la censura non permetteva di girare o di distribuire certi film come quelli d'autore italiano. "Ci si sfogava in questi film di avventure, che erano quasi per bambini". Gira anche i primissimi film comici western con Walter Chiari, Raimondo Vianello, Lando Buzzanca.

Ha un buon ricordo di tanti, come Alberto De Martino, che giro' qua "El septimo de caballeria" e "100 000 dollari per Ringo", partecipo' a follie come "Superargo contro Diabolikus" del calabrese Nick Nostro. Ma a volte qualche attore e qualche regista esagerava con le avances e veniva rimesso a posto. "Erano delle suore", mi racconto' anche Lando Buzzanca parlando delle donne spagnole dei primi western. Ma la sua storia piu' bella riguarda un celebre attore western messicano dei film di Sam Peckinpah, Emilio "Indio" Fernandez, che ando' a intervistare per la tv spagnola in galera in Messico dove lo avevano rinchiuso per il suo quarto omicidio.

"Si sono sbagliati", spiego' senza preoccuparsi, visto che era sempre uscito. Erano I primi anni 80. In cambio dell'intervista chiese una pistola particolare che Monica poteva procurargli alla Torre di Madrid, un celebre albergo del tempo, bussando in una certa stanza. "Sono il miglior pistolero del Messico", spiegava Indio, "posso colpire al cuore un uomo due volte in due secondi".

Nei villaggi western d'Almeria dove Sergio Leone e Sergio Corbucci girarono i loro capolavori western, si svolge in gran parte il festival, quest'anno in edizione ridotta per la crisi, ma la sindachessa, la alcandesa di Tabernas, il paesino che governa i villaggi e questi incredibili set naturali di tanti film, ci crede all'operazione.

E in tanti sognano, magari dopo il "Django Unchained" di Quentin Tarantino, un ritorno del genere. Ma nella Spagna della Merkel la crisi si fa sentire e i villaggi western di Mini Hollywood e Forte Bravo, perfettamente tenuti, sembrano ormai soprattutto dei parchi a tema per turisti che vengono a farsi le fotografie con i cavalli e i cowboys.

Anche i vecchi attori sembrano far parte della scenografia di questi parchi mentre firmano autografi ai pazzi fan del genere che per l'occasione rispolverano le loro vecchie locandine. Incredibile, uno dei miei vecchi soci, Nick Roman alias Nicola Di Gioia, ha ricevuto la richiesta di un western d'autore, una sorta di "Cosi' parlo' Zarathustra" di Nietzsche in salsa spaghetti, appena ha aperto la bocca. "Sei il mio protagonista", gli ha detto il regista, uno svedese esaltato. "Ma ci sono i soldi?", gli chiedo. "Quasi", mi risponde.

 

 

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