L’EROS NON INVECCHIA MAI - SE OGGI LA NOSTRA SESSUALITA’ E’ PIU’ LIBERA DOBBIAMO RINGRAZIARE DRAG, BISEX, PIN UP, PORNOGRAFI E LESBICHE PROTETTE DALLA MAFIA, CHE APRIRONO LA STRADA GIA’ NEGLI ANNI TRENTA
P.W.Dolphin per “Paper Magazine”
Grazie al cielo viviamo in ‘un’epoca in cui la nudità e il fenomenale atto della scopata vengono ripresi in vari modi nei film. I moralisti possono ancora parlare della degradazione della società e dello sfruttamento della sessualità, ma sono argomenti vecchi. Oggi pornostar come Sasha Grey e James Deen sono ingaggiati anche in pellicole mainstream ma non è sempre stato così. I puritani hanno bandito il sesso e ciò che consideravano oscenità, la pornografia non si è fermata, si è solo nascosta. Il sogno del corpo esposto senza vergogna lo hanno reso possibile alcune persone che meritano di essere ricordate.
Lena Nyman fu l’attrice svedese protagonista di “I am Curious (Yellow)” del 1967, film che propose le scene di sesso più esplicite mai viste negli Stati Uniti e infatti finì a processo. A differenza di Brigitte Bardot, Isabel Sarli o Anita Ekberg, Lena non è mai stata venduta come un sex symbol. Era lei stessa senza censura, mostrava i seni, baciò davvero il pene del suo partner in video. In poche parole era una persona reale che faceva sesso reale, nonostante seguisse parzialmente il copione.
La cantante e ballerina afro-americana Baby Esther è nota per tre parole: boop-oop-a-doop. O forse si tratta di una parola sola. Insomma era stata inventata da lei, poi rubata
dalla cantante bianca Helen Kane e a sua volta rubata Max Fleischer, che creò Betty Boop. Baby Esther lavorava al Cotton Club di Harlem negli anni venti, e la sua voce infantile ma sexy, i capelli ricci e i riferimenti erotici ispirarono il cartone animato.
Nel 1950, prima ancora di James Dean, il criminale francese marxista e grande scrittore gay Jean Genet fece un film di 26 minuti intitolato “Un chant d'amour”, storia di un detenuto che si prodiga in fellatio in cella, guardato dai secondini. Il protagonista era il suo amante Lucien Sénémaud, sposato, ma pare che sua moglie non fosse turbata dalla relazione extra. A 18 anni Sénémaud aveva quella perfetta miscela di rabbia e pettorali che rese il film omoerotico al punto che nemmeno i francesi ammettevano pubblicamente di averlo visto.
joe dallesandro musa di warhol
Nato Gary Paradis, Gayle Sherman è la affascinante brunetta che sembra una giovane Sophia Loren. Negli anni ’60 fu assunta al famoso grag bar “Nite Life” di Chicago, dove diventò una stella e una escort di lusso. E’ apparsa in molti film porno e, dopo essersi rifatta le tette, cambiò il nome in Brandy Alexander.
Bunny Yeager era fotografa e pin up, lavorò con Bettie Page e comparve su “Playboy”. Che fosse dietro o davanti la cinepresa, restava una donna molto sexy, in grado di far girare la testa anche ai moralisti che cercavano di mettere i pornografi dietro le sbarre. Quando lei morì, il mondo divenne un posto più freddo.
Pur dichiarandosi vergine, Andy Warhol sapeva riconoscere bene un uomo attraente. Per un attimo dimentichiamo gli addominali scolpiti e i capelli di seta di Joe Dallesandro, concentriamoci sulla sua vita ribelle. Prima di diventare la parodia di James Dean, si unì a una gang, la polizia gli sparò mentre rubava una macchina, insomma oltre che bello era maledetto e Warhol lo elesse a protagonista del film “Flesh”. Di sicuro Joe era bisessuali, se non altro perché sarebbe stato estenuante dire no a tutti quelli che lo desideravano.
E Blackie Dennis? Era una crooner lesbica del “Howdy Club” di New York, gestito dalla mafia tra il 1935 e il 1944. Indossava completi da maschio e la mafia la proteggeva.
bunny yeagerbunny yeager in rossobaby estherblackie dennis
andy warhol con paul morrissey joe dallesandro e candy darlingJOE DALLESANDRO JOE DALLESANDRO JOE DALLESANDRO JOE DALLESANDRO JOE DALLESANDRO JOE DALLESANDRO JOE DALLESANDRO JOE DALLESANDRO JOE DALLESANDRO JOE DALLESANDRO JEAN COCTEAU ILLUSTRAZIONE DI JEAN GENET QUERELLE DE BREST