giarrusso paragone

I TELE-GRILLINI DORATI E FRITTI - L’EX IENA GIARRUSSO E L’EX LEGHISTA PARAGONE BOCCIATI NEI COLLEGI UNINOMINALI A ROMA E A VARESE - MA SE L’INVIATO DI ITALIA1 NON AVEVA UN PARACADUTE, PARAGONE PASSA NEL PROPORZIONALE - IN CAMPAGNA ELETTORALE AVEVA DETTO DI VOLERSI PROPORRE COME UOMO DEL DIALOGO FRA CINQUESTELLE E LEGA…

Cr.S. per http://notizie.tiscali.it

 

DINO GIARRUSSO

Nel suo spot elettorale aveva usato la musica del film Il favoloso mondo di Amelie per presentarsi al pubblico degli elettori. Quel brano, famosissimo, si intitola J'y suis jamais allé, cioè "non sono mai andato". A urne chiuse, Dino Giarrusso all'elezione non è mai arrivato. E' fra i giornalisti prestati alla politica finiti trombati da questa tornata elettorale, che pure ha visto un'affermazione epocale del MoVimento 5 Stelle. Ma non nel Lazio, dove Zingaretti (Pd) l'ha spuntata (anche per la divisione dei voti a destra, con Pirozzi, il sindaco eroe di Amatrice, in corsa da solo).

 

Bocciato nell'uninominale, Giarrusso de Le Iene. Che alla vigilia delle elezioni diceva nell'intervista a Tiscali News "corro nell'uninominale, senza paracadute. Se vinco rappresenterò il territorio, se perdo torno a casa". Tornerà a casa e chissà,  probabilmente rivestirà la giacca nera da Iena del giornalismo tv. Trasmissione che aveva lasciato per andare verso la candidatura.

gianluigi paragone

 

"VOGLIO ESSERE COME WOLF, RISOLVO PROBLEMI"

Nel collegio dove era in lizza (presentandosi nel suo spot elettorale alla stregua di Wolf, il tizio che risolve problemi in Pulp Fiction, che è comunque un film di Tarantino un po' diverso da Le Iene), quello del Giancolese, l'ha spuntata Riccardo Magi per i Radicali, appoggiato da Emma Bonino di +Europa che avrà un posto alla Camera. Ma sbaglia chi attribuisce il deludente risultato di Giarrusso ad un non meglio precisato "effetto Raggi" su Roma.

 

DINO GIARRUSSO

Nel Lazio e nella Capitale tutto sommato il MoVimento tiene, e nessuno può negare il trionfo epocale della creatura di Grillo e Casaleggio, che ora si inoltra nel sottobosco intricato delle trattative per la formazione di un governo di cui nessuno, per ora, ha numeri autosufficienti. Giarrusso avrà comunque altre due questioni da affrontare: gli odiatori social che lo hanno ricoperto di insulti (e con lui la sua famiglia) dopo la sua scelta di candidarsi.

 

E attendere l'esito giudiziario (ci sarebbe finalmente almeno una denuncia presentata alle forze dell'ordine nei termini utili per procedere) della sua inchiesta sugli abusi sessuali nel cinema in Italia, che ha messo sulla graticola il regista Fausto Brizzi. Non è andata meglio nell'uninominale all'altro giornalista prestato alla politica e ai Cinque Stelle, che pure aveva avuto non poco peso nel convincere Giarrusso a Candidarsi: Gianluigi Paragone.

 

DALLA PADANIA ALLA GABBIA, AL "PARACADUTE"

PARAGONE LA GABBIA

Nessun seggio a Cinque Stelle in Lombardia. A farne le spese, nel collegio di Varese, è stato Gianluigi Paragone, battuto da quella Lega di cui all'inizio della carriera era stato portavoce via stampa, come direttore del quotidiano La Padania.

 

Nel trionfo del leghista Stefano Candiani, volato a un passo dal 50%, Paragone è rimasto lontanissimo in percentuale. Nel mezzo c'è stata una vera rivoluzione interiore, come l'aveva descritta lui stesso.

 

Nato giornalisticamente all'ombra di Bossi e Maroni, cioè la Lega poi finita tristemente con un danno di immagine e al morale degli attivisti, tra condanne per uso personale dei soldi del partito, titoli di studio pagati all'estero ai figli e altre pratiche poco padane e molto romano-palazzare, Paragone da portavoce ufficiale della Lega Nord e poi vice di Feltri a Libero ha fatto carriera in Rai come vicedirettore della stessa rete e di Rai 2.

 

DI MAIO SALVINI

Erano i tempi del quarto governo Berlusconi, di cui quella Rai era espressione. Rotti i rapporti con l'azienda tv di Stato, con l'arrivo a La 7 si era a suo dire riappropriato della sua identità personale e politica. Ed ecco La Gabbia: temi anti sistema, anti Ue, anti-casta, approfondimenti sulle teorie del complotto, toni polemici inframezzati da esibizioni alla chitarra elettrica, con barbetta e look casual.

 

Poi la presa di posizione anti-Lorenzin sul tema dei vaccini, l'avvicinamento a Di Maio e la candidatura per il M5S. Ma nella Lombardia di Paragone gli elettori vedono solo centrodestra, e la Lega dei suoi esordi si prende tutto. Attenzione però: Paragone ha ancora chance nel proporzionale. In campagna elettorale aveva detto di volersi proporre come uomo del dialogo fra Cinque Stelle e Lega. Convergenza fantascientifica, così pare al momento. Ma la realpolitik sa avere una concretezza sconcertante.

Ultimi Dagoreport

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

vincenzo de luca elly schlein nicola salvati antonio misiani

DAGOREPORT – VINCENZO DE LUCA NON FA AMMUINA: IL GOVERNATORE DELLA CAMPANIA VA AVANTI NELLA SUA GUERRA A ELLY SCHLEIN - SULLA SUA PRESUNTA VICINANZA AL TESORIERE DEM, NICOLA SALVATI, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, RIBATTE COLPO SU COLPO: “DOVREBBE CHIEDERE A UN VALOROSO STATISTA DI NOME MISIANI, CHE FA IL COMMISSARIO DEL PD CAMPANO” – LA STRATEGIA DELLO “SCERIFFO DI SALERNO”: SE NON OTTIENE IL TERZO MANDATO, DOVRÀ ESSERE LUI A SCEGLIERE IL CANDIDATO PRESIDENTE DEL PD. ALTRIMENTI, CORRERÀ COMUNQUE CON UNA SUA LISTA, RENDENDO IMPOSSIBILE LA VITTORIA IN CAMPANIA DI ELLY SCHLEIN…

osama almasri torturatore libico giorgia meloni alfredo mantovano giuseppe conte matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – LA SOLITA OPPOSIZIONE ALLE VONGOLE: SUL CASO ALMASRI SCHLEIN E CONTE E RENZI HANNO STREPITATO DI “CONIGLI” E ''PINOCCHI'' A NORDIO E PIANTEDOSI, ULULANDO CONTRO L’ASSENZA DELLA MELONI, INVECE DI INCHIODARE L'ALTRO RESPONSABILE, OLTRE ALLA PREMIER, DELLA PESSIMA GESTIONE DELL’AFFAIRE DEL BOIA LIBICO: ALFREDO MANTOVANO, AUTORITÀ DELEGATA ALL’INTELLIGENCE, CHE HA DATO ORDINE ALL'AISE DI CARAVELLI DI RIPORTARE A CASA CON UN AEREO DEI SERVIZI IL RAS LIBICO CHE E' STRAPAGATO PER BLOCCARE GLI SBARCHI DI MIGLIAIA DI NORDAFRICANI A LAMPEDUSA – EPPURE BASTAVA POCO PER EVITARE IL PASTROCCHIO: UNA VOLTA FERMATO DALLA POLIZIA A TORINO, ALMASRI NON DOVEVA ESSERE ARRESTATO MA RISPEDITO SUBITO IN LIBIA CON VOLO PRIVATO, CHIEDENDOGLI LA MASSIMA RISERVATEZZA - INVECE L'ARRIVO A TRIPOLI DEL TORTURATORE E STUPRATORE DEL CARCERE DI MITIGA CON IL FALCON DELL'AISE, RIPRESO DA TIVU' E FOTOGRAFI, FUOCHI D’ARTIFICIO E ABBRACCI, HA RESO EVIDENTE IL “RICATTO” DELLA LIBIA E LAMPANTE LO SPUTTANAMENTO DEL GOVERNO MELONI - VIDEO

ursula von der leyen giorgia meloni

URSULA VON DER LEYEN, CALZATO L'ELMETTO, HA PRESO PER LA COLLOTTOLA GIORGIA MELONI - A MARGINE DEL CONSIGLIO EUROPEO INFORMALE DI TRE GIORNI FA, L’HA AFFRONTATA CON UN DISCORSO CHIARISSIMO E DURISSIMO: “CARA GIORGIA, VA BENISSIMO SE CI VUOI DARE UNA MANO NEI RAPPORTI CON TRUMP, MA DEVI PRIMA CONCORDARE OGNI MOSSA CON ME. SE VAI PER CONTO TUO, POI SONO CAZZI TUOI” – LA REAZIONE DELLA SEMPRE COMBATTIVA GIORGIA? DA CAMALEONTE: HA ABBOZZATO, SI È MOSTRATA DISPONIBILE E HA RASSICURATO URSULA ("MI ADOPERO PER FARTI INCONTRARE TRUMP"). MA IL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA NON HA ABBOCCATO, PUNTUALIZZANDO CHE C’È UNA DIFFERENZA TRA IL FARE IL "PONTIERE" E FARE LA "TESTA DI PONTE" – IL “FORTINO” DI BRUXELLES: MACRON VUOLE “RITORSIONI” CONTRO TRUMP, MERZ SI ALLONTANA DAI NAZISTI “MUSK-ERATI” DI AFD. E SANCHEZ E TUSK…

elly schlein almasri giuseppe conte giorgia meloni

DAGOREPORT - BENVENUTI AL GRANDE RITORNO DELLA SINISTRA DI TAFAZZI! NON CI VOLEVA L’ACUME DI CHURCHILL PER NON FINIRE NELLA TRAPPOLA PER TOPI TESA ALL'OPPOSIZIONE DALLA DUCETTA, CHE HA PRESO AL BALZO L’ATTO GIUDIZIARIO RICEVUTO DA LO VOI PER IL CASO ALMASRI (CHE FINIRÀ NELLA FUFFA DELLA RAGION DI STATO) PER METTERE SU UNA INDIAVOLATA SCENEGGIATA DA ‘’MARTIRE DELLA MAGISTRATURA’’ CHE LE IMPEDISCE DI GOVERNARE LA SUA "NAZIONE" - TUTTE POLEMICHE CHE NON GIOVANO ALL’OPPOSIZIONE, CHE NON PORTANO VOTI, DATO CHE ALL’OPINIONE PUBBLICA DEL TRAFFICANTE LIBICO, INTERESSA BEN POCO. DELLA MAGISTRATURA, LASCIAMO PERDERE - I PROBLEMI REALI DELLA “GGGENTE” SONO BEN ALTRI: LA SANITÀ, LA SCUOLA PER I FIGLI, LA SICUREZZA, I SALARI SEMPRE PIÙ MISERI, ALTRO CHE DIRITTI GAY E ALMASRI. ANCHE PERCHE’ IL VERO SFIDANTE DEL GOVERNO NON È L’OPPOSIZIONE MA LA MAGISTRATURA, CONTRARIA ALLA RIFORMA DI PALAZZO CHIGI. DUE POTERI, POLITICO E GIUDIZIARIO, IN LOTTA: ANCHE PER SERGIO MATTARELLA, QUESTA VOLTA, SARÀ DURA...