the guardian john edward taylor schiavitu giornale inglese

LA “CANCEL CULTURE” STA DANDO ALLA TESTA - IL GIORNALE INGLESE “THE GUARDIAN” PUBBLICA UN LUNGO ARTICOLO IN CUI SI SCUSA PERCHÉ JOHN EDWARD TAYLOR, COMMERCIANTE DI COTONE CHE HA FONDATO IL QUOTIDIANO NEL 1821, AVEVA A CHE FARE CON LA SCHIAVITÙ – L’INDAGINE, CONDOTTA DA CASSANDRA GOOPTAR, VA A RIVANGARE UNA STORIA VECCHIA DI 200 ANNI DI CUI A NESSUNO IMPORTA NULLA (E ALL'EPOCA ERA NORMALE) PER LA QUALE SOLO LA REDAZIONE “GUARDIAN” SI SENTE IN DOVERE DI SCUSARSI...

Estratto dell’articolo di Greta Privitera per www.corriere.it

 

LOGO THE GUARDIAN

Un articolo lungo, che in inglese si chiama «long form», per chiedere scusa. Un articolo arricchito di vecchie fotografie, mappe, ritratti, curato con l’attenzione che, di solito, si dedica ai grandi lavori, alle inchieste, ai reportage. E in effetti, si tratta di un’inchiesta durata due anni dal titolo eloquente: «Come abbiamo scoperto i legami dei fondatori del Guardian con la schiavitù».

 

John Edward Taylor

Il The Guardian, il più importante giornale inglese, pubblica le prove che John Edward Taylor, giornalista e commerciante di cotone che fondò il quotidiano nel 1821, «e almeno nove dei suoi undici finanziatori, adottarono pratiche schiaviste principalmente attraverso l’industria tessile».

 

Nell’indagine firmata dalla ricercatrice Cassandra Gooptar, con l’aiuto dei colleghi dell’Università di Nottingham e dal dipartimento Study of Slavery dell’ateneo di Hull, si trovano tutti i passaggi della ricerca indipendente partita nel 2020, dopo le proteste del movimento Black lives matter — nato in America e arrivato fino in Inghilterra — che hanno portato alla conferma del passato del giornale. […]

 

THE GUARDIAN CHIEDE SCUSA PER I LEGAMI DEL FONDATORE CON LA SCHIAVITU

Sempre nell’articolo, si leggono le scuse della società che controlla il The Guardian, la Scott Trust, che ha colto l’occasione per annunciare un programma da 10 milioni di sterline dedicato specificatamente ai discendenti delle comunità colpite dalle attività di Taylor e degli altri commercianti di Manchester che aiutarono la nascita del giornale. […]

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