PIERO ANGELA FOR EVER! (E PURE UN PO' INGRIFATO) - “VIVERE FINO A 120 ANNI SAREBBE UN INCUBO. ARRIVEREI ANCHE A 200 MA SOLO SE POTESSI FARLO IN MOTO E CON UNA BIONDA SULLA SELLA” - “IL FUTURO DEI GIOVANI? NON FACILE PURTROPPO PERCHE’ FATTO DI VECCHI, IMMIGRATI E POCHI BAMBINI”
Roberto Fiori per ‘la Stampa’
89 anni a dicembre, Piero Angela non smette di «Costruire il futuro». Lo fa in tv, dove da gennaio inizierà a lavorare per le nuove puntate di Superquark, e al Politecnico di Torino, dove ha deciso di offrire agli studenti una serie di incontri con alcuni grandi protagonisti della scienza e della ricerca di oggi. Sabato il decano dei divulgatori scientifici sarà alla Fondazione Ferrero di Alba per partecipare a una tavola rotonda su «La scienza della longevità».
COPERTINA DEL LIBRO DI PIERO ANGELA
Piero Angela, qual è il suo segreto?
«Essere in buona salute fisica e mentale è un elemento molto importante. Ma c'è un'altra componente: io ho sempre accompagnato il mio lavoro all'ottimismo, all'umorismo. Non ho mai ceduto ai piagnistei. E poi c' è la curiosità, la vera molla che mi ha consentito di avere sempre progetti nuovi: sono curioso per natura e la scienza è un campo dove la curiosità si può applicare all' infinito».
Il suo ultimo libro s' intitola Il mio lungo viaggio . Le maggiori soddisfazioni di questo percorso?
«A livello professionale, essere riuscito a rimanere indipendente e libero. Ho avuto la fortuna di fare un lavoro che mi ha portato in contatto con persone diverse e straordinarie, sempre affascinanti. Io faccio il divulgatore a tutto campo: ho scritto 38 libri, tutti su argomenti diversi. E ogni volta mi sono messo a studiare dall' inizio, avendo però la possibilità di fare molte connessioni».
Le stime parlano di un progressivo aumento della longevità. E' un bene o un male?
«E' un disastro. Vivere fino a 120 anni è un incubo, non un progresso: la maggioranza è composta da pensionati con molti acciacchi e poche opportunità.
A me piacerebbe arrivare anche a 200 anni, ma solo se potessi farlo in motocicletta e con una bionda sulla sella posteriore. E poi, quando si può dire che una persona è vecchia? Ci sono giovanotti di 80 anni con molto da insegnare e vecchi di 40 che hanno già perso i contatti con il mondo».
Cosa auspica per il futuro dei giovani?
«La capacità di informarsi correttamente, con strumenti affidabili. I giovani avranno davanti un futuro non facile, perché tutto cambia troppo velocemente. E poi siamo destinati a fare i conti con un mondo diverso, fatto di vecchi, immigrati e pochi bambini. Il dramma della longevità è che va di pari passo con la denatalità, con una spesa sociale per le famiglie troppo bassa» .
E il suo futuro?
«E' a brevissimo raggio. Tanti anni fa ero stato in una città per pensionati, in California. Tutto ruotava intorno a loro: club, campi da tennis, vita sociale. Qui in Italia le consideriamo delle americanate, ma occorre valutare: è meglio stare chiusi in casa con la foto del coniuge defunto sul comodino e uscire solo per la messa?».