jafar panahi

L'IRAN HA ARRESTATO IL REGISTA DISSIDENTE JAFAR PANAHI, GIA' VINCITORE DI UN LEONE D'ORO A VENEZIA E DI UN ORSO D'ORO A BERLINO - E’ IL TERZO CINEASTA FERMATO IN 7 GIORNI DOPO MOHAMMAD RASOULOF E MOSTAFA ALEAHMAD - PANAHI, LA CUI PRODUZIONE E’ INTRISA DI CRITICA VERSO IL REGIME DI TEHERAN, È STATO GIA’ ARRESTATO NEL 2010 E POI CONDANNATO A SEI ANNI DI CARCERE PER "PROPAGANDA CONTRO IL SISTEMA" A CAUSA DEL SUO SOSTEGNO ALLE PROTESTE CONTRO LA RIELEZIONE ALLA PRESIDENZA DI MAHMUD AHMADINEJAD…

jafar Panahi

Valentina Maresca per ANSA

 

L'Iran continua il giro di vite sui cineasti dissidenti. Oggi è stato il turno del regista 62enne Jafar Panahi, "arrestato dopo essersi recato alla procura di Teheran per avere aggiornamenti sul caso di un altro regista", come ha riferito l'agenzia di stampa iraniana Mehr. "Non ci sono ancora informazioni sul motivo dell'arresto di Panahi, né sul suo legame con il caso Rasoulof (Mohammad) o con altre persone arrestate la scorsa settimana", ha aggiunto.

MOHAMMAD RASOULOF

 

Tra i fermati della scorsa settimana figura anche il loro collega Mostafa Aleahmad. Panahi non è nuovo a questo tipo di esperienza. Il regista è stato infatti arrestato nel 2010 e poi condannato a sei anni di carcere per "propaganda contro il sistema" a causa del suo sostegno al movimento di protesta formatosi l'anno precedente dopo la rielezione alla presidenza della Repubblica Islamica Mahmud Ahmadinejad, dal profilo ultraconservatore.

jafar panahi

 

La sua produzione cinematografica è intrisa di critica sociale nei confronti del regime, con temi che spaziano da storie sull'infanzia a quelle sulla condizione femminile dell'Iran contemporaneo. Al cineasta fu vietato di dirigere o scrivere film, viaggiare o parlare con i media iraniani e stranieri per 20 anni, ma ha continuato a lavorare e vivere in Iran. Dopo la condanna, Panahi può lasciare il Paese soltanto per cure mediche o il pellegrinaggio alla Mecca.

 

MOSTAFA ALEAHMAD

Per anni assistente di Abbas Kiarostami, il regista vanta numerosi riconoscimenti internazionali, tra i quali l'Orso d'oro al Festival di Berlino con il film 'Taxi' nel 2015 e il premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Cannes con il film 'Three Faces' nel 2018, ma non ha potuto ritirare personalmente questi premi proprio per la condanna del 2010. Destino analogo a quello del collega 50enne Rasoulof, vincitore dell'Orso d'Oro al Festival di Berlino 2020 con il film 'Il male non esiste' ma impossibilitato a ritirare il premio in persona dopo il divieto di lasciare l'Iran.

 

Il passaporto a Rasoulof, infatti, fu ritirato dopo la presentazione in anteprima del suo film 'A Man of Integrity' nel 2017 al Festival di Cannes, dove vinse il primo premio nella sezione 'Un Certain Regard'. Rasoulof e Aleahmad sono stati arrestati dopo il crollo, avvenuto lo scorso 23 maggio, dell'edificio commerciale di 10 piani Metropol, in costruzione nella città sud-occidentale di Abadan, nella provincia di Khuzestan. L'incidente ha provocato 43 vittime e proteste, con i manifestanti che hanno chiesto il perseguimento dei "funzionari incompetenti" responsabili del crollo.

 

kiarostami olmi loach tickets

La polizia ha risposto con gas lacrimogeni, spari di avvertimento e arresti. I registi sarebbero stati coinvolti "nell'incitamento ai disordini e nella minaccia alla sicurezza psicologica della società", secondo quanto riportato da Irna. Un gruppo di cineasti iraniani guidato da Rasoulof aveva pubblicato una lettera aperta chiedendo alle forze di sicurezza di "deporre le armi" al cospetto della rabbia provocata da "corruzione, furto, inefficienza e repressione" relativi al crollo dell'edificio Metropol.

 

Gli organizzatori del Festival di Berlino sabato hanno protestato contro gli arresti di Rasoulof e Aleahmad, chiedendone la liberazione, mentre oggi gli organizzatori del festival cinematografico di Cannes hanno condannato fermamente gli arresti dei registi, "così come l'ondata di repressione palesemente in atto in Iran contro i suoi artisti", chiedendone il rilascio immediato. Appello al quale si è unita la Biennale di Venezia: tra i premi vinti da Panahi, infatti, figura anche il Leone d'oro alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica del 2000 con il film 'Il cerchio'.

Ultimi Dagoreport

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...