L'ISOLA DEI FROCI E DELLE FINOCCHIE (“SENTO GIRARE LE PALEEEE!”) - TRASHENDENTE EDIZIONE GAIA CON LA DIVINA MALGIOGLIO, IL CECCHI PAVONE, OTELMA IN ACCAPATOIO, VALERIONA MARINI BALENOTTERA, CARMEN RUSSO ORMAI MODELLO TRANS, IN MEZZO VLADIMIR LUXURIA PIU’ SEXY DELLA MONA CACCIATA, SCELTA QUEST’ANNO CON LUNGIMIRANZA COME CORRISPONDENTE DALL’E(S)TERO - E POI C’E’ APICELLA, MANCA SOLO IL BANANA…

Riccardo Bocca per il blog "Gli Antennati" de L'Espresso

La sintesi della nona e nonna edizione dell'"Isola dei famosi", è tutta racchiusa nelle dimensioni del conducador Nicola Savino, e nell'effetto che la sua presenza minimal fa all'interno del pachiderma di cartapesta.

A guardarlo lì, compito e impomatato dentro uno studio ridondante di suggestioni cromatiche, accanto ai gradinoni carichi di pubblico e ai tacchi iperbolici delle tre opinioniste per caso (Nina Labbrobomba Moric, Laura Kittyconosce Barriales e Lucilla Benecosì Agosti) ricorda l'epopea lillipuziana, dove un omino audace affronta uno show enorme e abnorme, in cui l'abuso di personalità non è eccezionalmente una colpa ma requisito essenziale.

Abbiamo passato giorni, anzi mesi, e a ben pensare anni, a scrivere che l'architrave di Simona Ventura era una volgarità impregnata di materia catodica, quel magma irreversibile dove il vero e il falso e il giusto e lo sbagliato si annullano nel rito collettivo, nella malìa onirica che madame Ventura eccitava con forza belluina, dettata da ambizione e piedoni all'altezza.

E ora che non c'è più, la Simo, ora che fa la semisciura dalle parti di Sky, ci manca come il pane quell'orrido travestitismo fatto di tatuaggi ricchi e italiano povero, sostituito solo in parte dalla professionalità e dal cabarettismo del prode Savino.

Il fatto evidente, in questa prima puntata, è che a parte l'addio dell'ex padrona di casa, sull'isola di Raidue tutto è rimasto identico. A partire dalle frigne della divina Malgioglio mentre salta dall'elicottero in mare, fino ai giochi senza frontiere e la suggestione del paradiso perduto, sul quale un gruppo di reduci (della popolarità) approda per onorare il format.

E fin qui tutto bene, nessun appunto da fare. È bello e comprensibile che questa lavatrice di brutti pensieri generi ascolti e disimpegno attraverso il solito percorso. Solo che nel frattempo, opposto a tale fissità, c'è il mondo vero che ha rivoluzionato se stesso, passando da osservatore sarcastico di giochetti honduregni, a soggetto vittima di una crisi feroce. E questo ribaltamento dei ruoli, ahinoi, non scatena più allegria, ma allergia piuttosto per l'inevitabile stridore.

Ormai, insomma, non c'è più troppo sollazzo nel monitorare le avversità rettali di Enzo Paolo Turchi, di nuovo in pista con la consorte Carmen, e ancor meno esalta Valeria Marini, maratoneta del kitsch, che occulta scorte di forcine nei meandri del suo costumino.

Piuttosto, la reazione dei divanados, da casa, è quella inconfessabile e preagonizzante di guardare gente come Alessandro Cecchi Paone, Rossano Rubicondi, Den Harrow o Aida Yespica, tutti ricicli di precedenti isole, e pensare con il cuore: «Ma quanto sarebbe bello, per qualche mese, essere al loro posto? Quanto cavolo di volentieri ci mangeremmo, insomma, vermi e cortecce, pur di evitare le lacrime padronali di lady Fornero o l'incombente retorica della miseria necessaria?».

La risposta, sconcissima, è «tanto». Milioni di volte meglio, ormai, è la transitoria umiliazione nutrizionale della tv rispetto alla durevole dittatura degli hard discount. Non c'è paragone, è un fatto, tra il subire la compagnia della casta isolana (rappresentata per volontà di produzione dal divino Otelma, il berlusconato Apicella, un paio di formose e tale Max Bertolani, ex compagno di Chisseneimporta) e i rimasugli incravattati della politica peninsulare.

Tantopiù, è il caso di aggiungere, che dal versante honduregno arriva la lezione di Vladimir Luxuria, scelta quest'anno con lungimiranza come corrispondente dall'e(s)tero. La perfetta sintesi di ex starlette di Montecitorio e postregina del virtuale. Un riassunto di grevità avanspettacoliera («Sento girare le paleeee!», grida al deliziato Savino) e simpatia di facciata, esaltata (la facciata) da apprezzabili magie chirurgiche.

Sarà lei, è scritto, a vincere quest'edizione del programma: anche se non partecipa da concorrente. Perché solo chi vive in bilico tra sesso azzurro e rosa, ma anche tra disastro vero e miserie dell'isola, può restare a galla in questo sconvolgimento cosmico. Gli altri, s'intende, sono pregati di affogare: dentro e fuori dalla trasmissione.

 

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