CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI! - TITOLO DELL’OSSERVATORE ROMANO, SOTTO UNA FOTO CHE MOSTRA UN GREEN PASS: “REPUBBLICA CECA: A FIALA L’INCARICO PER IL NUOVO ESECUTIVO”. E A CHI ALTRI, SENNÒ? - “COME TONYA HARDING. PSG, LA CALCIATRICE SPRANGATA: ‘È STATA LA SUA COMPAGNA’”, TITOLA IN PRIMA PAGINA “IL FATTO QUOTIDIANO”. ACCANTO, UNA FOTO DEL PRESIDENTE BIELORUSSO ALEKSANDR LUKASHENKO, MEGLIO NOTO COME L’«ULTIMO DITTATORE D’EUROPA». E IL PRIMO A CAMBIARE SESSO?
Fatto Quotidiano - A sproposito di Lukashenko
“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”
(http://www.stefanolorenzetto.it/telex.htm)
«Come Tonya Harding. Psg, la calciatrice sprangata: “È stata la sua compagna”», titola in prima pagina Il Fatto Quotidiano. Accanto, una foto del presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko, meglio noto come l’«ultimo dittatore d’Europa». E il primo a cambiare sesso?
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Su Domani (quotidiano diretto da Stefano Feltri, laureato in economia alla Bocconi proveniente dal centro di ricerca guidato dal professor Luigi Zingales presso la Booth school of business della University of Chicago), Mattia Ferraresi scrive che il saggio Io sono Giorgia di Giorgia Meloni ha venduto oltre 130.000 copie «con 4,5 milioni di fatturato».
Ciò prova che a Domani l’unico capace di fare i conti è l’editore Carlo De Benedetti. Considerato infatti che il prezzo di copertina del volume è di 18 euro, per incassare 4,5 milioni Meloni avrebbe dovuto vendere 250.000 copie. Invece al 7 novembre erano 128.315, per un fatturato di oltre 2 milioni di euro, non 4,5.
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GIORGIA MELONI - IO SONO GIORGIA
Simonluca Pini presenta sul Sole 24 Ore la Ferrari SF90 Spider e rivela che «a bordo si ritrova il nuovo concetto Ferrari “occhi sulla strada, mani sul volante”».
Invece i conducenti della Fiat 500 tengono gli occhi sulla campagna e le mani sul cascaingrembo (copyright Sergio Saviane)? Ma non basta: «La SF90 Spider si dimostra un vero e proprio missile cielo-terra».
È notorio, soprattutto fra siriani, israeliani e palestinesi della Striscia di Gaza, che i missili vengono sparati da Marte e piovono sul Medio Oriente quando meno te l’aspetti. Qualcuno informi il recensore della real casa di Maranello che i missili a corta gittata lanciati da mezzi terrestri si chiamano terra-aria non cielo-terra. Vanno velocissimi anche quelli, eh.
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la ferrari ibrida sf90 stradale 2
Sempre sul Sole 24 Ore, in un trafiletto che compare accanto al panegirico della Ferrari SF90 Spider, Si-Pi (sarà mica Simonluca Pini, per caso?) c’informa che in Bugatti Rimac è stata avviata «la nuova era del marchio fondato da Ettore Bugatti».
E dettaglia: «Come azionisti, il gruppo Rimac detiene il 55%, mentre Porsche il restante 45%. Il fondatore di Rimac Automobili Mate Rimac detiene il 55% e diventa Ceo di Bugatti Rimac, mentre Porsche possiede il 45%». Ok, abbiamo capito, non si tratta di un dato aritmetico di difficile comprensione.
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Osservatore Romano - Il giusto corredo fotografico
Titolo da Libero: «Riaprono le discoteche, tornano le accoltellate». Solo donne? Dopo i femminicidi gli «accoltellicidi»? Poi leggi il testo e scopri che i feriti nelle risse sono maschi. Le accoltellate erano semplicemente le coltellate. Alla lingua italiana.
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«Poi c’è l’asse “popolo verso élite”», scrive Maurizio Ferrera nel fondo di prima pagina sul Corriere della Sera. Sembra che il popolo vada verso le élite, mentre l’editorialista intende affermare il contrario. Avrebbe dovuto usare la preposizione versus, che l’inglese ha mutuato dal latino con il significato di «contro, in opposizione».
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Fabrizio D’Esposito ricorda sul Fatto Quotidiano che la legge numero 194 del 1978 sull’aborto venne firmata da sei democristiani e osserva che, in seguito, «Andreotti rivelò che si era posto il problema della controfirma: con il rifiuto, però, “si sarebbe aperta una crisi e la Dc avrebbe rischiato di perdere Palazzo Chigi”».
Risposta di Andreotti sulla legge 194
Non si sa da dove D’Esposito abbia tratto l’affermazione riportata fra virgolette, che lascia intendere un’unica preoccupazione dello statista: salvare la poltrona di premier e impedire che la Democrazia cristiana fosse estromessa dal governo.
Ma a Stefano Lorenzetto, che gli aveva ricordato di come nel 1990 re Baldovino si fece sospendere per due giorni dalle proprie funzioni pur di non ratificare la legge sull’introduzione dell’aborto legale in Belgio, Andreotti inviò per iscritto le seguenti osservazioni: «Purtroppo non potei dimettermi perché eravamo sotto lo scacco delle Brigate rosse che avevano ucciso Moro e che incombevano come minaccia terribile sulla Nazione. È il giorno che ricordo con maggiore tristezza.
Il fronte abortista (sinistra e destra) era spietato. Non avendo voluto sospendere la discussione in Senato nemmeno nelle settimane atroci del sequestro di Aldo, accettarono di sospendere per qualche ora solo dopo il 9 maggio (data del ritrovamento, nel 1978, del cadavere di Aldo Moro, ndr).
Il re del Belgio poteva ritirarsi senza drammi. Da noi sarebbe stata una crisi nel buio profondo. Sono avvilito per quella firma, ma non c’era scelta. Eravamo – ripeto – sotto l’incubo delle Brigate rosse e della inadeguatezza difensiva dello Stato».
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Nella sua rubrica sul Sole 24 Ore, il critico gastronomico Davide Paolini cita il merluzzo con il nome scientifico «gadus morthua». Vabbè, che la puntata è uscita nei giorni della Commemorazione dei defunti, ma nella classificazione di Carlo Linneo si chiama Gadus morhua, senza la t.
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Titolo dell’Osservatore Romano, sotto una foto che mostra un green pass: «Repubblica Ceca: a Fiala l’incarico per il nuovo esecutivo». E a chi altri, sennò?
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stefano lorenzetto per la quinta volta nel guinness dei primati
Maurizio Porro, critico cinematografico e teatrale del Corriere della Sera, si occupa di Midnight Mass, un horror a sfondo religioso trasmesso da Netflix: «Ci sono in scena anche due musulmani, di cui uno è il sindaco del luogo». Porro deve aver visto un’altra serie: i due islamici sono lo sceriffo Hassan (interpretato da Rahul Kohli) e suo figlio Ali. Il sindaco e la figlia paraplegica sono ferventi cattolici.
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Titolo d’apertura sulla prima pagina di Domani: «Una marea umana per il clima». Non bastavano gli tsunami?