carmelo bene

AL DI LA’ DEL BENE C'E' CARMELO - MARIO MASINI, IL SUO STORICO DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA DEI SUOI FILM, RACCONTA - SUL SET DI ‘NOSTRA SIGNORA DEI TURCHI’ ACCADDE DI TUTTO. I DUE ATTORI SPARIRONO SUBITO. NELLA SCENA DEI FUOCHI ARTIFICIALI, UNO COLPÌ UN PALO DELLA CORRENTE, TOGLIENDO LA LUCE A TUTTO IL PAESE. QUANDO BENE FINSE DI STARE MALE LA GENTE CHIAMÒ UN'AMBULANZA, E ALLA FINE… - L’INCENDIO SUL SET DI “UN AMLETO DI MENO”: “CON LA FULIGGINE E’ TUTTO PIU’ BELLO…” – VIDEO

 

Luigi Mascheroni per www.ilgiornale.it

 

Carmelo Bene contro il cinema, al cinema, dentro il cinema...

 

carmelo bene

Carmelo Bene (1937-2002), la figura più straordinaria del teatro italiano del '900, ebbe col cinema un rapporto alla Bene. Cioè impossibile. Lo ignorò, poi lo frequentò, poi lo attraversò come una meteora - un pugno di film tra il 1968 e il 1973 - lo portò ai suoi limiti, poi lo abbandonò, e lo rinnegò.

 

 

 

Per lui non era arte, solo un mezzo incapace di raggiungere le sue vere potenzialità.

 

Eppure, pur non amando quel mondo, Carmelo Bene, eclettico e narciso, non resistette alla tentazioni di entrarci. Senza chiedere permesso, mettendo i piedi sul divano del salotto bello, spegnendo la sigaretta sul tappetto e andandosene con stizza, lasciandosi dietro qualche capolavoro e la porta aperta...

 

mario masini cover

Dalla quale ci fa rientrare, oggi, portandoci dentro l'idea di cinema di Carmelo Bene, il lavoro sul set e quei film inclassificabili e geniali, un suo vecchio amico e collaboratore. Mario Masini, ligure, 81 anni, nome di rilievo del cinema sperimentale italiano degli anni '60 e '70, direttore della fotografia proprio con Carmelo Bene e i fratelli Taviani (per San Michele aveva un gallo, del '73, e Padre Padrone, '76, Palma d'oro al Festival di Cannes), e poi sparito dalle scene e dalla scena, abbandonando il cinema per dedicarsi allo studio di Rudolf Steiner e all'insegnamento, tra Roma e Stoccarda. Solo alla fine degli anni '90 è tornato a collaborare con alcuni registi portoghesi.

 

Ora, però, Mario Masini ha deciso di raccontare, in un libro-intervista con Carlo Alberto Petruzzi, I miei film con Carmelo Bene (Damocle, pagg. 130, euro 15; in lingua italiana, francese e inglese e con alcune foto inedite o rarissime).

 

Carmelo Bene definì Masini «un genio alla macchina da presa». E Masini, che conobbe Bene dopo un'infelice esperienza sul set di Grazie, zia di Salvatore Samperi (Lisa Gastoni chiese al regista di sostituirlo perché non le piaceva come la fotografava), ricambia facendo un ritratto impeccabile dell'artista leccese: dice che sul set era molto rispettoso dei tecnici e del loro parere («ascoltava con molta attenzione le loro indicazioni, specialmente riguardo alle sue idee di difficile realizzazione...»), che era «un incontenibile vulcano di idee e stargli dietro poteva essere molto stancante», che aveva una memoria straordinaria, che aveva un senso comico sottovalutato (come nella scena della Santa che legge una rivista di moda in Nostra Signora dei Turchi) e che pur lavorando totalmente senza sceneggiatura (!) e traccia audio (realizzata in post produzione), Bene aveva sempre le idee chiare su come girare («Carmelo mi spiegava cosa avrebbe voluto fare, io preparavo la scena e iniziavamo le riprese»).

mario masini

 

In fondo, era tutta questione di sintonia, che tra i due scattò subito: «Mi è stato di grande aiuto nelle riprese di movimenti, spesso improvvisi, che dovevo seguire con la camera in presa diretta sapendo che, da un momento all'altro, Carmelo sarebbe potuto andare in qualunque direzione».

 

Per il resto, sono ricordi (con Carmelo Bene non esistevano orari, né una vera troupe, i soldi era sempre troppo pochi, i problemi enormi ma lui aveva un'energia inesauribile), aneddoti (mancando persino il carrello, capitava che Masini si sedesse nel passeggino del figlio piccolo, spinto da un ragazzo pagato a giornata...), retroscena, progetti abbandonati (Faust, per il quale Bene prese contatto con Moira Orfei per capire se fosse stato possibile utilizzare delle tigri... e un altro film su San Giuseppe da Copertino, ma si capì presto che girare le scene delle estasi in volo sarebbe stato costosissimo e tecnicamente quasi impossibile, e non se ne fece niente) e piccole rivelazioni (Bene pensava alla bellissima modella tedesca Veruschka come Salomè, ma poi le lasciò un piccolo ruolo e scelse invece come protagonista Donyale Luna...). Un pezzo di storia del cinema che non può andare perduto.

 

Sul set di Nostra Signora dei Turchi (del 1968, che poi vinse il premio speciale della giuria alla Mostra del cinema di Venezia), girato a Santa Cesàrea, Lecce, accadde di tutto. L'assistente di Masini scappò per i ritmi di lavoro massacranti, i due attori sparirono subito: Salvatore Siniscalchi si fece male a un piede e rientrò a Roma, e Ornella Ferrari litigò con Bene e se ne andò.

 

carmelo bene nostra signora dei turchi

Alla fine furono sostituiti dalla moglie di Masini (e lui stesso fu costretto a posare per una scena), i loro due figli e persone reclutate sul posto. Nella scena dei fuochi artificiali, uno colpì un palo della corrente, togliendo la luce a tutto il paese. Nella grande scena girata nella piazza di Marina di Marittima, lì vicino, sfruttando una festa di paese, quando Carmelo Bene finge di stare male la gente - ignara si stese girando un film - chiamò un'ambulanza, e alla fine lo portarono via i carabinieri. Mentre giorni dopo gli stessi carabinieri dovettero tenere a bada le donne del posto che volevano entrare nella chiesetta sconsacrata dove si stava girando per baciare il mantello di Lydia Mancinelli, sigaretta in mano, che interpretava la Santa... Devozione e divismo. Poi un giorno Carmelo Bene chiese a Masini: «Mario, dobbiamo girare la soggettiva di un morto». E il racconto di come ci riuscirono spiega molto delle straordinarie capacità artigianali del cinema di quegli anni...

 

Don Giovanni, film del 1970, fu tutto girato all'interno dell'appartamento, piccolissimo, di Carmelo Bene e Lydia Mancinelli, a Roma, in via Aventina: salotto e camera da letto collegati da un corridoio (anche se nei titoli di coda appare la scritta «Girato negli stabilimenti Elios film»...): il problema era che Carmelo voleva ricreare un castello medievale.

 

carmelo bene nostra signora dei turchi

E così per fare sembrare gli spazi più grandi Masini usò un obiettivo grandangolare e lo scenografo fece miracoli. E poi, a parte le voci fuori campo, il film è totalmente privo di dialoghi («E dimostra come è possibile narrare solo attraverso le immagini»). Mentre Un Amleto di meno (1973), grazie a una produzione più generosa, fu girato a Cinecittà. Ma Bene, ossessionato dal contrasto bianco e nero, volle far ricoprire tutte le pareti dello studio con un panno scuro. Che prese fuoco. Dopo l'intervento dei vigili del fuoco, proibì a chiunque di ripulire. Con la fuliggine, disse, tutto era molto più bello.

Carmelo BeneCarmelo BeneCarmelo BeneCarmelo BeneCarmelo BeneCarmelo BeneCarmelo BeneCarmelo Bene e Giancarlo DottoCarmelo Bene e Giancarlo DottoCarmelo BeneCarmelo BeneCarmelo Bene e Giancarlo Dottoeduardo e carmelo benecarmelo benecarmelo benecarmelo beneCARMELO BENEcarmelo benecarmelo beneCarmelo Bene

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…