lele mora

"ERRORI? UNO. AVER APERTO A SANTORO LE PORTE DELLE MIE VILLE IN SARDEGNA. MI SENTIVO UN DIO. SBAGLIAI A METTERMI IN MOSTRA. È DA LÌ CHE COMINCIARONO I MIEI GUAI" – CORONA (“MAI DETTO CHE SIAMO STATI AMANTI”), LE DONNE DA INCANTO A BERLUSCONI (“SILVIO MI REGALO’ 3 MLN €. LA METÀ SE LA TRATTENNE EMILIO FEDE), IL PROCESSO RUBY, IL CARCERE: “TENTAI IL SUICIDIO…”  - IRENE PIVETTI E LE MASCHERINE ANTIVIRUS?UNA MONTATURA GIORNALISTICA” – FELLINI E LE TRANS E QUEL CAPO DI STATO CHE VOLEVA INVITARE LADY GAGA A UNA CENA RISERVATA IN CECENIA. GLI ORGANIZZATORI SI RIVOLSERO A ME E… - FOTO DI APERTURA DI MASSIMO SESTINI

lele mora - foto di massimo sestini

Stefano Lorenzetto per “L’Arena”
 

 

Quello di Lele Mora più che un racconto è un romanzo d’appendice a puntate, degno di “Guerra e pace” almeno per la lunghezza dell’atto di nascita – Dario Giulio Alessandro Gabriele – che gli attribuisce Wikipedia, «assolutamente falso», smentisce l’interessato, «sono registrato all’anagrafe come Dario e battezzato Gabriele per volontà di mia madre, due nomi soltanto».
 
Conobbi Mora nel 1989 a Verona, nello studio dell’avvocato Roberto Scaravelli, in lungadige Matteotti. Era reduce dal cosiddetto «processo per la coca dei Vip». Mi affidò il memoriale delle sue allegre serate con Patty Pravo, Diego Armando Maradona, Claudio Caniggia, Gustavo Delgado.
 

lele mora

E ottenne così la sua prima copertina su un settimanale nazionale. Ora, al nostro quarto incontro, scopro che ha vissuto in un convitto di Adria retto dalle orsoline e dalle francescane angeline, che ha studiato per cinque anni dai gesuiti, come Jorge Mario Bergoglio, e che diventò amico del futuro cardinale Pietro Parolin, attuale segretario di Stato vaticano.
 
Per fortuna ha cambiato strada, altrimenti la Chiesa avrebbe potuto ritrovarsi con un papa Lele I. Si è accontentato di essere il pontefice massimo della tv, «l’80 per cento dei palinsesti dipendeva da me», arrivando in 40 anni di attività a diventare l’agente di oltre 500 star dello spettacolo e dello sport fra le più amate dal pubblico. Abbiamo tutti creduto che avesse cominciato come parrucchiere.

lele mora

 
Invece mi spiega che ha insegnato all’Istituto tecnico alberghiero di Bardolino per tre anni, dopo averlo frequentato fino al diploma, e che, ben prima dei ristoranti di Milano (uno in società con Simona Ventura), ha gestito la trattoria Il Capriolo a Quinto di Valpantena, nell’hotel dismesso usato di recente dalla prefettura per alloggiarvi 40 immigrati.
 
Lele Mora – «l’unico italiano immune dal Corona virus, nel senso di Fabrizio», si prende in giro – nasce a Bagnolo di Po (Rovigo) il 31 marzo 1955 da genitori contadini. Il padre si chiamava Arno, «perché fu partorito sull’omonimo transatlantico che riportava in Italia mio nonno e la moglie, una brasiliana conosciuta a San Paolo, dov’era emigrato in cerca di fortuna». La madre, Almerina Pavan, era originaria di Castagnaro. «Da quando è morta, nel 2017, non rivolgo più la parola alle mie due sorelle, offeso dal modo in cui hanno amministrato i suoi risparmi».

lele mora

 
I Mora ebbero sei figli. Uno morì di broncopolmonite a 18 mesi dalla nascita. L’agente dei divi si sposò il 3 ottobre 1974 con Maria Giovanna Girardi, napoletana. Dal matrimonio nacquero Diana, 44 anni, e Mirko, 40.
 
La coppia divorziò nel 1982. «Manteniamo un rapporto meraviglioso. Mia moglie era gelosissima, senza motivo. No, non delle attrici stupende che frequentavo: di Barbara, un’amica». Mora è già bisnonno: Giulia, la primogenita di Diana, l’anno scorso ha partorito Rachele. È toccato a Mirko Mora, sposato con una modella, tenere alti i vezzi alfabetici del padre: i figli Lorenzo, 4 anni, e Ludovica, 3, hanno consentito di perpetuare il monogramma LM che dava il nome all’agenzia di famiglia. Il manager dello spettacolo se l’era fatto dipingere persino sulla coda del suo aereo, un Falcon 5 da 10 posti, confiscatogli dai giudici.

GINO MESSINA LELE MORA

 
Ma il jet era a noleggio?
No, mio. Tenevo due piloti e una hostess a libro paga. Per portare gli ospiti nella sua villa in Sardegna.
Un po’ esagerato.
Per la verità, le ville a Cala Granu di Porto Cervo erano due, costruite a mia immagine e somiglianza, con le piscine che s’intrecciavano. E l’aereo mi serviva anche sulle rotte internazionali. I vip non usano i voli di linea. Mandai a prendere Dustin Hoffman negli Stati Uniti e Leonardo DiCaprio a Parigi, mentre stava girando “La maschera di ferro”. A farmi conoscere Leo fu il marito della giornalista Chiara Geronzi, figlia di Cesare, il banchiere.

lele mora e le mascherine della pivetti live non e' la d urso

 
Come divenne agente dei vip?
Il mio amico Paolo Rossi, il Pablito del Mundial 1982, mi presentò Giampiero Malena, manager di Pippo Baudo e Beppe Grillo, il quale mi aprì la strada dicendomi: «Sei paziente, educato, premuroso. Perché non ti cimenti nel lavoro che faccio io?». Così mollai l’Istituto alberghiero per dedicarmi a Patty Pravo, Loredana Bertè e Nilla Pizzi. Senza rimpianti per la cattedra.
Insegno ancora. Ho tenuto corsi in Scienza della comunicazione allo Iulm di Milano, alla Ca’ Foscari di Venezia, all’Università Roma Tre e alla Federico II di Napoli. Ma non serve la laurea? Ne ho sette ad honorem.
 
Non doveva diventare prete?

lele mora e le mascherine della pivetti live non e' la d urso 9

Si trattava di una generica vocazione a fare del bene, nata vedendo mio padre che dopo ogni mietitura regalava sei sacchi di grano ai gesuiti. A 18 anni capii che era meglio se mi sposavo. Mi trasferii a Verona. Una bellissima signora, vedova e senza figli, abitante in vicolo Disciplina 10, mi affittò una delle tre camere dove ospitava gli studenti. Mi mantenevo lavorando in Bra, al ristorante Pedavena.
 
Dopo le nozze, andai ad abitare in vicolo Tre Marchetti e poi a Madonnina di Prabiano, tra Villafranca e Valeggio. Dove ospitava Patty Pravo, Maradona, la Bertè da poco sposata con il tennista Björn Borg, e il figlio di Alain Delon, Anthony.
 

lele mora e le mascherine della pivetti live non e' la d urso 7

Eh, ho perso il conto di quelli che venivano lì: Sylvester Stallone, Fiorello, Ornella Vanoni, Fred Bongusto, Jovanotti, Eros Ramazzotti, Ornella Muti, Pamela Prati, tutte le ragazze di “Non è la Rai”, Pierre Cosso, il protagonista del “Tempo delle mele”, e Clayton Norcross, il Thorne di “Beautiful”. Ogni giorno era un set diverso.
 
Come riusciva ad attovagliare così tante vedette?
Me le portava una cara amica, Giannina Facio, la ex di Julio Iglesias, attuale compagna di Ridley Scott, il regista di “Blade Runner” e “Il gladiatore”. Aveva addirittura preso il domicilio fiscale a casa mia.
 
Ma che motivo avevano costoro di venire in campagna da lei?

lele mora irene pivetti

Era un eden. Cucinavo per loro i polli ruspanti e le verdure dell’orto. O li portavo a mangiare i tortellini sul Mincio. Allora perché ha abbandonato il paradiso terrestre? Mentre partecipavo a una serata con Elenoire Casalegno, irruppero i banditi armati di pistole. Cercavano la cassaforte. I miei genitori si spaventarono a morte. Poi si scoprì che uno dei rapinatori era un carabiniere. Bibi, un mio amico, fungeva da palo. Così nel 1998 decisi di traslocare a Milano.
 
Quanto incassava dai divi?
Se erano famosi, il 10 per cento del loro cachet. Se lo erano un po’ meno, il 20. Se li creavo io, arrivavo al 50. Oggi continuo a fare il talent scout, ma non ho più una mia agenzia. Mi occupo di star internazionali. Nel 2019 ho portato Madonna all’Eurovision. Lavoro con i Gente de Zona. Sa chi sono? 
 
Confesso la mia ignoranza.

LELE MORA PAPA GIOVANNI PAOLO II

Un gruppo musicale cubano, quello di “Bailando”. Hanno raggiunto 25 miliardi di visualizzazioni su Youtube. Sono venuti all’ultimo Festival di Sanremo. Due anni fa un capo di Stato di cui non posso fare il nome voleva invitare Lady Gaga a una cena riservata in Cecenia.
 
Gli organizzatori si rivolsero a me: accontentati. Ho trascinato Paris Hilton e Pamela Anderson a Kiev per l’elezione di Miss Ucraina. Lì però ho mandato mio figlio Mirko, perché ho una pecca: parlo francese, tedesco e spagnolo, ma non spiccico una parola in inglese.
 
Ma dopo le varie condanne non si era convertito al volontariato?

LELE MORA

L’ho fatto per due anni mentre ero in affidamento ai servizi sociali nella comunità Exodus di don Antonio Mazzi. Aiutavo la mensa dei poveri della Chiesa ortodossa e la onlus Pane quotidiano. Sto mettendo in piedi un centro di ippoterapia per bimbi Down. Fare del bene è l’unica cosa che mi riempie di gioia. Non dovrei parlarne.
 
Che ha combinato con Irene Pivetti e le mascherine antivirus?
Non c’entro. È una montatura giornalistica costruita su una vecchia intercettazione telefonica in cui parlavo con l’ex presidente della Camera di un prestito di 80.000 euro che mi aveva chiesto. Irene è una donna molto ingenua. Si è fatta fregare da un fornitore cinese e si ritrova indagata per frode.
 
In quanti processi è stato coinvolto, dopo il primo per la coca?

lele mora con azuz marzouk

Premesso che sono contrario a qualunque droga e che l’unica polvere bianca è quella sui mobili di casa, sono stato condannato per evasione fiscale, bancarotta e favoreggiamento della prostituzione nel processo Ruby. Passai 13 mesi di completo isolamento in un cubicolo nel carcere di Opera, controllato a vista, con 40 gradi d’estate, senza un ventilatore.
 
Niente fornello per cucinare. Mangiavo solo tonno Rio Mare. Frutta e verdura dovevo tenerle al fresco nel lavandino in cui mi lavavo. La finestra con doppie sbarre era priva di vetri, per impedirmi atti autolesionistici. D’inverno la temperatura scendeva quasi a zero. Ottenni un piumone solo grazie al certificato dello psichiatra.
 
Una camera di tortura.

lele mora azuz marzouk

All’entrata, il 20 giugno 2011, pesavo 118 chili. Quando uscii, l’1 agosto 2013, ero 48. Mia figlia aveva organizzato un concerto per i detenuti: mi fu impedito di parteciparvi. Il primo volto amico che vidi fu quello del cardinale Loris Capovilla, già segretario di Giovanni XXIII. In precedenza mi era apparso in cella padre Pio.
 
Nientemeno.
Sono molto affezionato al santo di Pietrelcina. Alla vigilia della pandemia, sono stato a pregare sulla sua tomba a San Giovanni Rotondo. Era devoto alla Beata Vergine del Pilastrello, quella che piangeva nel santuario di Lendinara. Anche. Quando torno a Bagnolo Po, passo sempre ad accendere una candela e a comprare i rosari da regalare agli amici. E pure a Benito Mussolini. È l’altra mia religione.
 
Soffre ancora di depressione?
No, l’ho curata.
In cella tentò il suicidio.
Sigillandomi naso e bocca con i cerotti che tenevano insieme l’abat-jour rotta. Mi risvegliai in infermeria. Ma non parliamone, è un ricordo terribile.

corona lele mora

 
La salvò l’agricoltura.
Il direttore mi autorizzò a coltivare un orto nella discarica del carcere. I miei figli mi spedivano per posta le sementi. Non potendo avere il concime, mi fu concesso di allevare 20 quaglie in gabbia. Usavo il loro sterco come fertilizzante. Regalavo verdura a tutti.
 
Teme di ritornare in galera?
Più della morte. Dovrebbero andarci solo gli assassini, i pedofili e i mafiosi. 
 
Come conobbe Fabrizio Corona?
Me lo presentò nel 1998 un photoeditor. Si qualificava come press agent, in realtà comprava immagini dai paparazzi e le vendeva ai giornali. Gli ho insegnato tante cose belle, lui ha fatto tante cose brutte. Simona Ventura mi disse: «O ti stacchi da Corona o ti lascio».  Non la ascoltai e lei cambiò manager. Lo mollai nel 2010.

francesca cipriani lele mora 1

 
Che definizione ne darebbe?
Molto furbo. Non intelligente, ma brillante. Affetto da smania di protagonismo e bramosia di denaro. Gli regalai otto auto di lusso, l’ultima una Bentley, e gli diedi i soldi per comprarsi l’appartamento di via De Cristoforis a Milano, poi sequestratogli dalla magistratura. Al cuor non si comanda.
 
Lei rivelò che eravate amanti.
Mai detto. Gli ho voluto molto bene, lo consideravo un figlio adottivo. Quanto al sesso, lo faccio a casa mia, a porte chiuse, non sui giornali.
 
Però non querelò chi lo scrisse.
Seguo i tre consigli della mia mamma. Primo: non prendertela per nulla, perché sono due fatiche, una ad arrabbiarti e una a fartela passare. Secondo: non uccidere la gente, perché muore da sola. Terzo: non spazzare mai la neve, perché poi viene il sole e si scioglie.
 
Nel 1975 aprì a Verona, in via Unità d’Italia 98, il Lele club, primo locale gay della penisola.

simona ventura lele mora

Prima era chiamato «il bar delle mutandone». Lo gestivano due sorelle che mostravano gli slip quando si arrampicavano sugli scaffali per prendere la grappa. Un posto un po’ perverso, ma dove non si faceva sesso. Lo frequentavano politici, giornalisti, imprenditori, calciatori e pure qualche prete, attirati dai militari di leva della vicina caserma Duca di Montorio, giovani e belli.
Era frequentato da trans. Ava, Iva e Stefania.
Tutti morti, poverini.
 
Il Dipartimento per le Pari opportunità vieta l’uso del maschile.

lele mora e a destra marco ferri

Beh, ora della fine erano uomini, o no? La prima aveva più di 70 anni, era stupenda. Si credeva Ava Gardner. La seconda si era rifatta il naso per sembrare Iva Zanicchi. La terza la tolsi dal marciapiede: batteva a Porta Nuova. Federico Fellini venne con Giulietta Masina a Madonnina di Prabiano e restò incantato: «Ma qui siamo in un film! Questa non è “La dolce vita”: è “La grande vita”».
 
Anni fa lei mi disse: «I gay presto diventeranno maggioranza». Mi sa che aveva ragione.
Quando arriveranno al 51 per cento, gli invertiti sarete voi.
E il sesto comandamento? Lo chiedo al prete mancato.
Lo modificherei così: fa’ quello che vuoi, ma non fare quello che faccio.
 
Ma lei non portava le donne da incanto a Silvio Berlusconi?

simona ventura lele mora

Sì. Aveva la mania delle cene tricolori. Dall’antipasto pomodoro, mozzarella, basilico al gelato pistacchio, limone, fragola. Mai il secondo. Si rideva e si scherzava. Andati via i cortigiani, di notte il re si ritrovava da solo con i suoi soldi. Mi pare umano che cercasse di svagarsi. Ma non si è mai permesso di chiedermi il numero di cellulare di una ragazza.
 
Però le regalò 3 milioni di euro.
Per non farmi fallire. La metà se la trattenne Emilio Fede che intercedette a mio favore. Nella lettera c’era scritto che avrei restituito il prestito, senza interessi. Me lo impedì la giustizia, facendomi fallire.

lele mora

 
Fatturava 100 miliardi di lire l’anno, possedeva due Bentley e due Porsche, organizzava feste per 2.000 persone in Costa Smeralda. Com’è potuto accadere? Non lo so, non ho mai tenuto i conti. Adesso posso vivere con 1.000 euro al mese o anche con 100.
Errori ne avrà pur commessi.
Uno: aver aperto a Riccardo Iacona e alla troupe di “Tutti ricchi”, mandata da Michele Santoro, le porte delle mie ville in Sardegna. Mi sentivo un dio. Sbagliai a mettermi in mostra. È da lì che cominciarono i miei guai.
 
Le è rimasto qualche amico?

LELE MORA IN TRIBUNALE

Gli amici sono come i meloni: devi aprirne 100 per trovarne uno buono. Mi resta Massimo Scolari, uno svizzero che organizza eventi. Spesso viaggiamo insieme, ma io non ho i soldi per seguirlo nei Paesi esotici che frequenta.
Dalla sua vita movimentata che cosa ha imparato?
È meglio stare con la famiglia. Gli altri ti usano, soprattutto quelli a cui fai del bene.

LELE MORA IN TRIBUNALEEMILIO FEDE LELE MORAlele mora ai bei tempicristian galella lele mora LAMBERTO SPOSINI E LELE MORAlele mora e lamberto sposinilele mora oggi yespica belen mora e noralele mora ieri 10lele mora ieri 2francesca lodo lele mora belenbelen e lele mora 3mora con l'avvocatoMora legge la sua dichiarazionelele mora e armando sanchezlele mora e don mazzi foto lapresselele mora en travestilele mora 5beatrice borromeo e lele moralele mora ieri 3lele mora e don mazzicostantino daniele e lele moralele mora e ana laura ribaslele mora francesco arca e cristiano angelucci 2lele mora ieri 6lele mora ieri 9lele mora oggi 6lele mora oggi 2lele mora ierilele mora costantino briatore santanche'lele mora fiorani e consortelele mora oggi 7lele mora belen ceciclia capriottilele mora giocvanna rigato e claudia galantimora briatorelele mora e gessica notaro

 

Ultimi Dagoreport

tulsi gabbard donald trump laura loomer timothy haugh

DAGOREPORT - È ORA D’ALLACCIARSI LE CINTURE. L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE E' NEL PANICO TOTALE: SU CONSIGLIO DI UNA MAGA-INFLUENCER, LA PROCACE LAURA LOOMER, GIOVEDI' TRUMP HA CACCIATO SU DUE PIEDI IL GENERALE TIMOTHY HAUGH, DIRETTORE DELLA NATIONAL SECURITY AGENCY - LA NSA È LA PRINCIPALE AGENZIA DI CYBERSPIONAGGIO DEGLI STATI UNITI (CON 32 MILA DIPENDENTI, È QUASI IL 50% PIÙ GRANDE DELLA CIA) - LA CACCIATA DI HAUGH AVVIENE DOPO LA DECAPITAZIONE DEI CAPI DEI SERVIZI SEGRETI DI CIA E DI FBI, CHE TRUMP CONSIDERA IL CUORE DI QUEL DEEP STATE CHE, SECONDO LUI, LO PERSEGUITA FIN DALL’ELEZIONE PRESIDENZIALE PERDUTA CONTRO BIDEN NEL 2020 – UNA EPURAZIONE MAI VISTA NELLA TRANSIZIONE DA UN PRESIDENTE ALL’ALTRO CHE STA ALLARMANDO L’INTELLIGENCE OCCIDENTALE. CON TRUMP CHE SI FA INTORTARE DA INFLUENCER BONAZZE, E FLIRTA CON PUTIN, CONDIVIDERE INFORMAZIONI RISERVATE CON WASHINGTON, DIVENTA UN ENORME RISCHIO - (E C’È CHI, TRA GLI 007 BUTTATI FUORI A CALCI DA ''KING DONALD'', CHE PUÒ VENDICARSI METTENDO A DISPOSIZIONE CIÒ CHE SA…)

vespa meloni berlusconi

DAGOREPORT - VABBE’, HA GIRATO LA BOA DEGLI 80 ANNI, MA QUALCOSA DI GRAVE STA STRAVOLGENDO I NEURONI DI "GIORGIA" VESPA, GIA' BRUNO - IL GIORNALISTA ABRUZZESE, PUPILLO PER DECENNI DEL MODERATISMO DEMOCRISTO DEL CONTERRANEO GIANNI LETTA, CHE ORMAI NE PARLA MALISSIMO CON TUTTI, HA FATTO SOBBALZARE PERFINO QUELLO SCAFATISSIMO NAVIGATORE DEL POTERE ROMANO CHE È GIANMARCO CHIOCCI – IL DIRETTORE DEL TG1, PRIMO REFERENTE DELLA DUCETTA IN RAI, E’ RIMASTO BASITO DAVANTI ALL’”EDITORIALE” DEL VESPONE A "CINQUE MINUTI": "DAZI? PER IL CONSUMATORE ITALIANO NON CAMBIA NULLA; SE LA PIZZA A NEW YORK PASSERÀ DA 21 A 24 EURO NON SARÀ UN PROBLEMA". MA HA TOCCATO IL FONDO QUANDO HA RIVELATO CHI È IL VERO COLPEVOLE DELLA GUERRA COMMERCIALE CHE STA MANDANDO A PICCO L’ECONOMIA MONDIALE: È TUTTA COLPA DELL’EUROPA CON “GLI STUPIDISSIMI DAZI SUL WHISKEY AMERICANO’’ - VIDEO

elon musk donald trump matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - LE “DUE STAFFE” NON REGGONO PIÙ. IL CAMALEONTISMO DI GIORGIA MELONI NON PUÒ PIÙ PERMETTERSI DI SGARRARE CON MACRON, MERZ, URSULA, CHE GIÀ EVITANO DI CONDIVIDERE I LORO PIANI PER NON CORRERE IL RISCHIO CHE GIORGIA SPIFFERI TUTTO A TRUMP. UN BLITZ ALLA CASA BIANCA PRIMA DEL CONSIGLIO EUROPEO, PREVISTO PRIMA DI PASQUA, SAREBBE LA SUA FINE -  UNA RECESSIONE PROVOCATA DALL’AMICO DAZISTA TRAVOLGEREBBE FRATELLI D’ITALIA, MENTRE IL SUO GOVERNO VIVE SOTTO SCACCO DEL TRUMPUTINIANO SALVINI,

IMPEGNATISSIMO NEL SUO OBIETTIVO DI STRAPPARE 4/5 PUNTI AGLI ‘’USURPATORI’’ DELLA FIAMMA (INTANTO LE HA “STRAPPATO” ELON MUSK AL CONGRESSO LEGHISTA A FIRENZE) - UN CARROCCIO FORTIFICATO DAI MEZZI ILLIMITATI DELLA "TESLA DI MINCHIA" POTREBBE FAR SALTARE IN ARIA IL GOVERNO MELONI, MA VUOLE ESSERE LEI A SCEGLIERE IL MOMENTO DEL “VAFFA” (PRIMAVERA 2026). MA PRIMA, A OTTOBRE, CI SONO LE REGIONALI DOVE RISCHIA DI BUSCARE UNA SONORA SCOPPOLA…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - LA CACCIA GROSSA AL LEONE DI TRIESTE INIZIA COL CDA DEL 24 APRILE MA SI CONCLUDERÀ A MAGGIO CON L’OPS DI MPS-CALTAGIRONE-MILLERI SU MEDIOBANCA CHE, UNA VOLTA ESPUGNATA COL SUO 13% DI GENERALI IN PANCIA, APRIRÀ LA VIA A CALTARICCONE PER ARRIVARE AL COMANDO DEL PRIMO FORZIERE D’ITALIA (843 MILIARDI) – CHE SUCCEDERA' QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I PEZZI GROSSI: ANDREA ORCEL DI UNICREDIT E CARLO MESSINA DI INTESA? - INTANTO, OGNI GIORNO SI REGISTRA UNO SCAZZO: SE IL PROXY ISS SOSTIENE MEDIOBANCA, IL PROXY GLASS LEWIS INVITA GLI AZIONISTI A PUNTELLARE MPS - (POTEVA MANCARE L’ANGOLO DEL BUONUMORE CON DAVIDE SERRA DEL FONDO ALGEBRIS?)…

zuppi sinodo claudio giuliodori ruini bergoglio

DAGOREPORT – ATTENZIONE: SI AGGIRANO CORVI SUL CUPOLONE – CON BERGOGLIO ANCORA CONVALESCENTE, L’ALA CATTO-CONSERVATRICE DI RUINI SI È “VENDICATA” SUL LIBERAL ZUPPI: SUL DOCUMENTO NON VOTATO DALL’ASSEMBLEA SINODALE CI SAREBBERO INFATTI LE MANINE DELL’EX CAPO DELLA CEI AI TEMPI DI BERLUSCONI. COME? NEL PORTARE A SINTESI I TEMI DISCUSSI NEL LUNGO CAMMINO SINODALE, SONO STATI SBIANCHETTATI O “AGGIRATE” QUESTIONI CRUCIALI COME IL RUOLO DELLE DONNE NELLA CHIESA, LA TRASPARENZA SUGLI ABUSI E L’OMOSESSUALITÀ. PIÙ DI UN VESCOVO HA CRITICATO L’ASSENZA NEL TESTO DELLA SIGLA “LGBTQ” – LA MIGLIORE SPIEGAZIONE SUL CAMBIO DI CLIMA LA DA' UN PORPORATO ANZIANO: "ANNI FA, ALLA FINE AVREMMO ABBOZZATO E VOTATO..."

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - CERCASI DISPERATAMENTE TALE MELONI GIORGIA, DI PROFESSIONE PREMIER, CHE DEFINIVA “UN’OPPORTUNITÀ” LA MANNAIA DEL DAZISTA TRUMP - DOVE È ANDATA A NASCONDERSI L’’’ANELLO DI CONGIUNZIONE’’ TRA AMERICA FIRST E L’EUROPA DEI "PARASSITI?" A CHE È SERVITA LA SUA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON LO PSICO-DEMENTE DELLA CASA BIANCA CHE CINGUETTAVA: “MELONI È UN LEADER E UNA PERSONA FANTASTICA”? - CHE FOSSE TAGLIATA FUORI DAI GIOCHI, LA REGINA DI COATTONIA DOVEVA FICCARSELO IN TESTA QUANDO L’ALTRO GIORNO HA CHIAMATO URSULA PER SCONGIURARLA DI NON RISPONDERE CON I CONTRO-DAZI AL TRUMPONE. LA KAISER DI BRUXELLES LE HA RISPOSTO CON PIGLIO TEUTONICO CHE LA DECISIONE FINALE SULLA POLITICA COMMERCIALE DELL’UNIONE APPARTIENE SOLO A LEI. COME A DIRE: "A COSETTA NON T’ALLARGA’, QUI COMANDO IO!" - ED ORA “IO SONO GIORGIA” SI TROVA A DOVER AFFRONTARE UNA GUERRA COMMERCIALE CHE TOCCA MOLTO DURAMENTE LA SUA BASE ELETTORALE, E NON SOLO QUELLA CHE VIVE DI EXPORT, COME AGRICOLTURA, LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, I TESSILI. UN BAGNO DI SANGUE E, IN PROSPETTIVA, UNA CATASTROFE POLITICA…