LIBERACE DAL MALE – HOLLYWOOD RIFIUTA IL NUOVO FILM DI MICHAEL DOUGLAS PERCHE’ “TROPPO GAY”
Silvia Bizio per "La Repubblica"
Steven Soderbergh torna in gara a Cannes, dove conquistò la Palma d'oro nell'89 per
Sesso, bugie e videotape e lo fa con un film complicato: Behind the candelabra,
dedicato all'attore, musicista e entertainer Liberace, interpretato da Michael Douglas, con Matt Damon nel ruolo del suo compagno, Scott Thorson.
«Potrebbe essere il mio ultimo film da regista», ha detto Soderbergh ma, ironia della sorte, questa sua presunta "opera ultima" negli Usa non uscirà al cinema ma andrà in onda in tv, il 26 maggio, su HBO, la rete via cavo intervenuta a salvare questo progetto a basso budget che rischiava di finire nel dimenticatoio di qualche major. Il film di Soderbergh infatti è stato giudicato "troppo gay" dalla maggioranza dei produttori e distributori di Hollywood.
Vladizu Valentino Liberace, americano del Wisconsin di origini italo-polacche (il padre,
Salvatore, era un immigrato di Formia), divenne famoso in America e nel mondo tra gli anni 50 e 70 non solo come artista ma anche per il suo stile di vita stravagante ed eccessivo. Negò sempre di essere omosessuale e fece causa a chi lo definì tale. Negli ultimi anni della sua vita il compagno lo portò in tribunale pretendendo gli alimenti, come una ex moglie. Liberace morì di Aids nel 1987, a 68 anni.
«Nessuno lo ha detto apertamente» racconta Michael Douglas, «ma tutti hanno fatto capire di non voler avere a che fare con questo progetto. Troppo progressista. Gli studios non sanno ancora come affrontare tematiche che a loro sembrano trasgressive. E anche personaggi come me e Matt devono rivolgersi al mercato degli indipendenti per realizzare progetti che affrontano temi scomodi.
A Hollywood, una star è potente solo se fa quello che vuole il mercato. Per un film come questo, nemmeno i piccoli distributori hanno avuto il coraggio di osare. Per fortuna che c'è la tv privata e le reti via cavo come la HBO. Meglio il piccolo schermo che niente». E comunque, in Behind the candelabra Douglas e Damon, in abiti eccentrici, truccati e con vistose parrucche (nera per Douglas e bionda per Damon) non flirtano mai in maniera esplicita.
Scritto da Richard LaGravanese, tratto dall'autobiografia di Liberace, il film si concentra sugli ultimi dieci anni di vita dell'artista e sulla sua relazione con Thorson, durata sei anni. «Nessuno voleva farlo» dice Soderbergh, una potenza a Hollywood grazie alla fortunata serie degli Ocean's e a film come Traffic, Che oltre ai recenti Contagion, Magic Mike
E Side Effects.
«Dicevano che affrontava tematiche troppo gay. E questo, dopo un film come
Brokeback mountain. Incomprensibile. Per di più il mio film è anche divertente, non drammatico come Brokeback mountain. Sono caduto dalle nuvole, non ha alcun senso, Hollywood e le sue dinamiche continuano a sorprendermi».
Per Damon, presto sugli schermi anche nel thriller Elysium, «è stata un'esperienza speciale e posso dire che il film sarà qualcosa che nessuno ha visto prima, un'opera originale. Fosse stata una storia d'amore tra un uomo e una donna nessuno avrebbe battuto ciglio, ma l'intimità fra due uomini deve aver spaventato qualcuno. Sarà per quelle scene che Michael e io abbiamo girato in una vasca da bagno...».
Quanto a Douglas, continua Matt Damon, «quando abbiamo girato si era ripreso dalla sua battaglia contro il cancro e aveva riacquistato peso e una perfetta forma fisica. Liberace, con la sua contagiosa gioia di vivere, non avrebbe potuto trovare interprete migliore. Girare un film del genere ti lega moltissimo, dal punto di vista umano. Michael ed io siamo diventati profondamente amici».
Soderbergh si dice «felice che il film sia in concorso a Cannes, per certe cose gli europei sono molto più avanti di noi americani e sono orgoglioso di aver potuto raccontare questa storia anche con toni leggeri, quella dei due protagonisti è una relazione tragica ma con contorni grotteschi».
Ma il problema, per Michael Douglas, «è che gli studios di Hollywood hanno provato imbarazzo per il fatto che il protagonista di questo film ero proprio io. Se Soderbergh avesse scritturato un attore meno conosciuto, probabilmente Behind the candelabra avrebbe trovato una distribuzione sul grande schermo. E invece si saranno detti: Michael Douglas gay? No, la sola idea fa venire i brividi. Quindi, è in parte colpa mia se in America andrà in onda in tv. Il mio nome, in questo caso, è stato controproducente».







