lillo brizzi

“RECITERÒ PER BRIZZI, NON AMO LE GOGNE", PARLA LILLO, L'ATTORE CHE HA ACCETTATO DI GIRARE SENZA IL SOCIO GREG IL NUOVO FILM (PRODOTTO DA BARBARESCHI) DEL REGISTA COINVOLTO NELLO SCANDALO MOLESTIE: "FINCHÉ LA GIUSTIZIA NON PRODURRÀ CERTEZZE, IO GIUDICHERÒ LE SUE SCENEGGIATURE: E QUESTA MI RICORDA JOHN LANDIS” – CI SARA’ ANCHE PAOLO RUFFINI: "HA FATTO UNA GAFFE CON SOPHIA LOREN, MA SE NE È RESO CONTO"

lillo

I.R. per il Messaggero

 

«Se si riesce a girare, se il film parte davvero, io ci sarò. Per ora intorno al nuovo film di Brizzi girano problemi ben noti». Leggermente in difficoltà nel rispondere, ma limpido nella decisione, Lillo (il vero nome è Pasquale Petrolo) è con Paolo Ruffini l' unico nome certo nel cast di Modalità aereo, il primo film che Luca Barbareschi produrrà per il regista accusato nel 2017 di molestie.

 

Ospite pochi giorni fa dell' Ischia Film Festival, l' attore - presto regista con il sodale Greg - ha spiegato il motivo per cui ha accettato di partecipare al progetto, nonostante il suo rapporto con Brizzi si sia limitato, fino a ora, a due film: un cameo nel 2012 in Com' è bello far l' amore e un ruolo nel 2016 in Forever Young.

 

Lillo, cosa le ha fatto dire di sì a Brizzi?

«La sceneggiatura. L' ho letta, valutata, e ho accettato. È il miglior copione che mi sia capitato fra le mani ultimamente».

brizzi

 

E di che parla?

«Il paragone magari sembrerà esagerato, ma mi ricorda nella scrittura John Landis. È una commedia con un umorismo anche un po' surreale che si prende gioco delle nevrosi di oggi. Il cellulare, in particolare, e tutte quelle abitudini che ci stanno insegnando ad allontanarci dalla realtà, distraendoci dalle cose importanti. Si ride molto, mai in maniera becera».

 

Non è un copione un po' scomodo?

«Ma io non scelgo mai se mi conviene. E poi non sono uno di quegli attori che dicono di no a Brizzi a priori. Finché la giustizia non produrrà certezze, io giudicherò le sue sceneggiature: se mi piacciono, le faccio.

Brizzi era e resta un bravo regista».

 

Non tutti ragionano come lei.

Brizzi

«Sulla storia di Fausto ho sempre detto la mia. Odio le gogne mediatiche, e penso che se ha colpe pagherà. Senza certezze, il pericolo vero è far male ai familiari innocenti: moglie e figlia».

 

E il pubblico? La penserà come lei?

«Me lo sono chiesto, lo ammetto, ma per carattere sposo i progetti senza farmi troppe domande. Le reazioni sono imprevedibili. Andrà come andrà, se le cose dovessero finire male avrò la coscienza a posto, perché saprò di aver scelto un progetto che mi piaceva professionalmente, un film in cui credo. Le polemiche ci saranno e le affronterò. Ma so cosa rispondere: io sono sempre stato me stesso».

 

 

Chi altro c' è nel cast?

«Per ora so poco. Mi arriva il copione via mail da Fausto e ancora non so con chi lo reciterò. Sicuramente ci sarà Paolo Ruffini, che all' inizio doveva essere solo sceneggiatore. Poi ha scelto di recitare».

lillo

 

Anche Ruffini non è molto amato, dopo le gaffes ai David del 2014.

«Paolo è un bravissimo attore e molti non l' hanno ancora capito, ha una bella testa e anche lui è stato vittima di una gogna mediatica, soprattutto dopo la cerimonia dei David. Ha fatto una gaffe chiamando topa Sophia Loren, ma se ne è reso conto. Gli piace provocare, e capita che faccia una cavolata. Non lo voglio giustificare, ma professionalmente lo stimo ed è una persona gentile».

 

Quando e dove girerete?

«Dovremmo girare a Roma. Ma se non cominciamo il 15 agosto potrei avere problemi: dopo mi scatta la tournee teatrale...».

 

fausto brizzi

A teatro sarà nel ruolo che fu di Jack Black in School of Rock: paura?

«Sto già studiando col coach le canzoni. La sfida per me è soprattutto canora. Massimo Piparo, il regista del musical, mi ha convinto a partecipare portandomi a Londra per vedere l' allestimento inglese, che sarà uguale al nostro. Il 5 marzo partiremo dal Sistina, poi Milano, Firenze...».

 

Poi il film di Natale di Luca Miniero. E l' esordio alla regia?

«Con Greg abbiamo un progetto, alcune produzioni si sono interessate. L' idea è fare una specie di Intrappolati nella serie tv, sulla scorta dell' Intrappolati nella commedia che recitavamo a teatro. Un Non ci resta che piangere ambientato in una serie tv, regia a quattro mani con Greg».

 

E la radio?

«Dovrebbe essere confermata per la prossima stagione».

 

Un Sanremo con I Latte e i suoi derivati?

fausto brizzi

«Se mai trovassimo il brano giusto lo faremmo. Da giovani abbiamo partecipato, ma non tutti ci hanno capiti. Forse oggi sarebbe diverso».

barbareschiLUCA BARBARESCHIpaolo ruffini (2)LILLO E GREG NATALE A LONDRApaolo ruffinilillo lillo per andrea camilleripaolo ruffini sotto le lenzuola (76)Lillo Lillo Lillo e Greg stefano bollani con lillo e gregstefano bollani e lillocorrado guzzanti e lillolillolillo e volfango de biasifausto brizzi

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…