1- LONDRA 2012 ACCENDE IL BRACIERE. STARRING UN'AUTOIRONICA REGINA ELISABETTA, 'BOND GIRL” CON LO 007 DANIEL CRAIG PER UN FINTO VOLO IN PARACADUTE SULLO STADIO 2- IL REGNO UNITO DELLA GRANDE CRISI SI PRESENTA AL MONDO CON I MILLE VOLTI DELLA SUA LUNGA STORIA, UN 'BIGLIETTO DA VISITA' DA 27 MILIONI DI STERLINE FIRMATO DA DANNY BOYLE 3- DA SHAKESPEARE AI BEATLES, DA J. K. “POTTER” ROWLING CHE LEGGE PETER PAN A PAUL MCCARTNEY CHE CANTA 'HEY JUDE'. INFINE, ELISABETTA ANNUNCIA L'APERTURA DEI GIOCHI COME AVEVA FATTO SUO PADRE GIORGIO SESTO SENZA BALBETTARE NEL 1948

Alessandra Baldini per Ansa.it

Londra 2012 accende il braciere, parte la corsa all'oro. Il Regno Unito della Grande Crisi si presenta al mondo con i mille volti della sua lunga storia, un 'biglietto da visita' da 27 milioni di sterline firmato da Danny Boyle all'insegna "dell'orgoglio nazionale ma anche della modestia" perché, spiega il regista di The Millionnaire e di Trainspotting "dobbiamo capire il nostro posto nel mondo, insieme agli altri".

Da Shakespeare ai Beatles, la città dei Giochi si presenta al mondo. E c'é anche un'autoironica regina Elisabetta, 'attrice' in prima persona con Daniel Craig nei panni dello 007 per un finto volo in paracadute sullo stadio. Austerity dunque ma non troppo. 25 mila costumi, 7.500 comparse venute da tutto il mondo, tre mucche, nove oche, 70 pecore, elicotteri, sottomarini gialli, colombe in lycra, Shakespeare, J. K. Rowling che legge Peter Pan e 'Hey Jude' di Paul McCartney per uno show della creatività di una nazione icona che per secoli ha dominato il mondo e adesso è relegata al ruolo, al massimo, di comprimaria.

Aprono le danze della cerimonia inaugurale le Red Arrows, che sfrecciano sull'Olympic Stadium alle simboliche 20:12. Dopo un messaggio del segretario generale Ban Ki-moon, che ieri ha portato la torcia, una campana armonica da 27 tonnellate fusa per l'occasione, la più grande del mondo, suonata da Bradley Wiggins dà il via allo show.

Sugli spalti 60 mila spettatori e una piccola Onu, tra cui l'italiano Giorgio Napolitano, Michelle Obama in rappresentanza del marito Barak, il premier russo Dmitri Medvedev, più qualche testa coronata (Alberto di Monaco, il re dello Swaziland) in rappresentanza dell'audience globale: un miliardo di telespettatori.

Siamo a Londra e non può che piovigginare. Qualche goccia era comunque prevista da Boyle, seppure artificiale. In mezzo allo stadio, un prato fiorito di 15 mila metri quadrati: la 'green ad pleasant land' di Jerusalem, l'inno non ufficiale del Regno Unito da una poesia di William Blake diventato colonna sonora del medagliere passando per Momenti di Gloria, il film olimpico per eccellenza. Inghilterra alla Tolkien allo stato puro.

La casetta col tetto di paglia di Winny the Pooh, un mulino ad acqua, giocatori di rugby. "Non temere, l'isola è piena di suoni e melodie che dilettano e non fanno male", legge Sir Kenneth Branagh dalla Tempesta di Shakespeare.

Ma poi la terra trema e si apre minacciosa. Come in Jerusalem il verde scompare e lascia il posto a otto ciminiere, i 'dark satanic mills' dell'inno di Blake, ma anche Pandemonium, la capitale dell'inferno nel 'Paradiso Perduto' di Milton e la Gran Bretagna della Rivoluzione Industriale. Eccitazione e paura. Guerre e prosperità. Le marce dei sindacati e delle suffragette.

Tra le ciminiere viene forgiato un gigantesco anello che si unisce a altri quattro e la forza delle fonderie li spinge in cielo. Poi entra la Regina accompagnata dal marito Filippo e dal presidente del Comitato Olimpico Jacques Rogge: a precederla il filmato in cui Daniel Craig la scorta da Buckingham Palace, in elicottero fino allo stadio.

Il terzo atto è all'insegna di due rivoluzioni di cui la Gran Bretagna è orgogliosa: la sua letteratura per l'infanzia e il servizio sanitario nazionale. "Seconda a destra e poi dritto fino al mattino" nelle parole di Peter Pan, mentre Crudelia, Voldemort, la Regina di Cuori e Capitan Uncino vengono cacciati da Mary Poppins calata dal cielo.

In una rara apparizione J. K. Rowling legge da Peter Pan. La fiaba in musica lascia il posto alla parata dei grandi dello sport prima che, oltre la mezzanotte, Elisabetta annunci l'apertura dei Giochi come aveva fatto suo padre Giorgio Sesto senza balbettare nel 1948. Lei l'aveva fatto una volta sola, a Montreal nel 1978 quando nella squadra olimpica c'era la figlia Anna...

 

 

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